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Spese giudiziali ottemperanza: quando si compensano?

Un avvocato avvia un giudizio di ottemperanza contro un ente pubblico per il mancato pagamento delle spese legali. L’ente paga poco dopo, portando il giudice a dichiarare la cessazione del contendere ma a compensare le spese del procedimento di ottemperanza. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’avvocato, stabilendo che la valutazione del giudice di merito sul breve ritardo come motivo per la compensazione delle spese giudiziali ottemperanza è legittima, basandosi sul principio di soccombenza virtuale.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ottemperanza e Spese Giudiziali: Il Pagamento Tardivo Giustifica la Compensazione?

Il tema delle spese giudiziali ottemperanza è cruciale per professionisti e contribuenti che, pur avendo ottenuto una vittoria in un contenzioso tributario, si scontrano con la lentezza dell’Amministrazione finanziaria nell’adempiere. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione, la n. 7583/2024, getta luce su un aspetto particolare: cosa succede quando l’ente pubblico paga con un ritardo minimo, ma dopo che è già stato avviato il giudizio per l’esecuzione? La risposta non è scontata e merita un’attenta analisi.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale che condannava una Regione a rimborsare le spese legali a un contribuente, con distrazione in favore del suo avvocato in qualità di difensore antistatario. Non avendo ricevuto il pagamento, il legale notificava un atto di messa in mora e, successivamente, avviava un giudizio di ottemperanza per ottenere l’esecuzione forzata della sentenza.

Poco tempo dopo l’avvio di tale giudizio, la Regione provvedeva al pagamento della somma dovuta. A questo punto, il giudice dell’ottemperanza dichiarava la “cessazione della materia del contendere”, avendo l’ente soddisfatto la pretesa. Tuttavia, decideva di compensare integralmente le spese legali relative proprio al giudizio di ottemperanza. L’avvocato, ritenendo ingiusta questa decisione, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, essendo stato necessario avviare il procedimento a causa dell’inadempimento della Regione, le relative spese avrebbero dovuto essere poste a carico di quest’ultima.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’avvocato, confermando la decisione del giudice dell’ottemperanza. Secondo gli Ermellini, la scelta di compensare le spese non era né illogica né giuridicamente errata. La decisione si fonda su una valutazione discrezionale del giudice di merito, che in questo caso specifico è stata ritenuta corretta e ben motivata.

Le Motivazioni della Corte sulle spese giudiziali ottemperanza

Il cuore della motivazione risiede nel principio della soccombenza virtuale. Quando un giudizio si estingue per cessazione della materia del contendere, il giudice deve decidere sulle spese valutando chi avrebbe avuto ragione se il processo fosse continuato. In questo caso, il giudice dell’ottemperanza ha effettuato una valutazione comparativa dei comportamenti delle parti.

La Corte di Cassazione ha sottolineato che, sebbene il contribuente (o il suo difensore) non debba attendere il passaggio in giudicato della sentenza per agire in ottemperanza, il giudice può comunque tenere conto delle circostanze concrete. Nella vicenda in esame, il lasso di tempo tra la messa in mora (2 novembre 2020) e il pagamento (21 gennaio 2021) è stato definito “del tutto trascurabile”. Questo breve intervallo è stato considerato una “grave ed eccezionale ragione” per giustificare la compensazione delle spese, secondo quanto previsto dalla normativa processuale tributaria.

In sostanza, la tardività dell’adempimento da parte dell’ente pubblico, seppur esistente e causa dell’avvio del procedimento, è stata ritenuta così contenuta da non giustificare un addebito automatico delle ulteriori spese processuali. La valutazione del giudice, basata sulla brevità del ritardo, è stata considerata una motivazione chiara, precisa e univoca, e come tale non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica. L’avvio di un giudizio di ottemperanza per il recupero delle spese legali è un diritto, ma il suo esito sulle spese non è automatico. Un ritardo minimo da parte dell’amministrazione finanziaria può essere interpretato dal giudice come una valida ragione per compensare le spese giudiziali ottemperanza. Ciò significa che, pur avendo agito legittimamente, il creditore potrebbe non vedersi rimborsate le spese del procedimento esecutivo. La decisione sottolinea l’ampia discrezionalità del giudice del merito nel valutare la “soccombenza virtuale” e nel bilanciare i comportamenti delle parti, anche quando una di esse è formalmente inadempiente.

È sempre necessario attendere che una sentenza passi in giudicato per chiedere il pagamento delle spese legali all’amministrazione finanziaria?
No, la sentenza che condanna l’amministrazione finanziaria al pagamento delle spese processuali in favore del contribuente è immediatamente esecutiva. Il pagamento può essere richiesto tramite giudizio di ottemperanza dopo 90 giorni dalla notifica della sentenza, senza dover attendere il passaggio in giudicato.

Se l’ente pubblico paga in ritardo le spese legali, chi vince nel successivo giudizio di ottemperanza?
Se il pagamento avviene dopo l’inizio del giudizio di ottemperanza, il giudice dichiara la cessazione della materia del contendere. Per decidere sulle spese di questo secondo giudizio, applica il principio della “soccombenza virtuale”, valutando chi avrebbe vinto. Come dimostra il caso, anche se l’ente ha pagato in ritardo, il giudice può decidere di compensare le spese se ritiene il ritardo minimo o “trascurabile”.

Perché la Corte ha ritenuto legittima la compensazione delle spese nel giudizio di ottemperanza in questo caso?
La Corte ha ritenuto legittima la compensazione perché il giudice dell’ottemperanza ha fornito una motivazione chiara e precisa: il brevissimo intervallo di tempo tra la messa in mora e l’effettivo pagamento. Questo “lasso di tempo del tutto trascurabile” è stato considerato una ragione sufficiente per derogare al principio generale secondo cui le spese seguono la soccombenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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