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Spese giudiziali ottemperanza: quando non serve la mora

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7572/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di spese giudiziali ottemperanza. Se l’amministrazione finanziaria non paga le spese legali liquidate in sentenza entro 90 giorni dalla notifica, il creditore può avviare il giudizio di ottemperanza senza necessità di una preventiva costituzione in mora. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva compensato le spese del giudizio di ottemperanza, ritenendo errata la motivazione basata sulla posteriorità della messa in mora rispetto all’avvio del ricorso.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese Giudiziali Ottemperanza: la Cassazione conferma l’inutilità della Messa in Mora

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul tema delle spese giudiziali ottemperanza nel processo tributario. Quando un contribuente o il suo difensore ottiene una sentenza favorevole che condanna l’amministrazione finanziaria al pagamento delle spese legali, non è necessario inviare una formale costituzione in mora prima di avviare il giudizio per ottenerne l’adempimento. Questa decisione semplifica l’iter per il recupero dei crediti e rafforza la tutela del cittadino contro i ritardi della pubblica amministrazione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una controversia in cui un legale, difensore di un contribuente, aveva ottenuto una sentenza favorevole con condanna dell’agente della riscossione al pagamento delle spese processuali. Non ricevendo il pagamento, il legale avviava un giudizio di ottemperanza per costringere l’amministrazione a saldare il dovuto. Successivamente all’avvio del ricorso, l’agente della riscossione provvedeva al pagamento, portando così alla cessazione della materia del contendere.

Tuttavia, il giudice del merito, pur dichiarando concluso il giudizio, decideva di compensare le spese legali relative al procedimento di ottemperanza. La motivazione si basava sul fatto che l’atto di messa in mora era stato notificato dopo il deposito del ricorso per ottemperanza, ritenendo quest’ultimo, in un certo senso, prematuro.

La Decisione della Corte e le spese giudiziali ottemperanza

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito, accogliendo il ricorso del legale. I Giudici Supremi hanno stabilito che la motivazione della corte territoriale era giuridicamente errata. La normativa attuale, in particolare a seguito delle riforme introdotte dal D.Lgs. n. 156 del 2015, ha reso le sentenze che condannano l’amministrazione finanziaria al pagamento delle spese immediatamente esecutive.

Questo significa che tali sentenze costituiscono di per sé un titolo esecutivo, idoneo a fondare l’azione per l’adempimento forzato. Di conseguenza, la pretesa del creditore di ottenere il pagamento delle spese giudiziali ottemperanza è pienamente legittima senza ulteriori formalità preliminari.

Le Motivazioni

La Corte ha dettagliatamente spiegato il quadro normativo di riferimento. L’articolo 69, comma 4, del D.Lgs. n. 546/1992 stabilisce che il pagamento delle somme dovute al contribuente o al suo difensore deve avvenire entro novanta giorni dalla notifica della sentenza. Decorso inutilmente tale termine, il contribuente può promuovere il giudizio di ottemperanza.

Il punto centrale della motivazione risiede nel fatto che questa procedura non richiede, a differenza di altre situazioni, una formale costituzione in mora. La legge stessa configura un meccanismo automatico: la notifica della sentenza e il successivo decorso di 90 giorni sono gli unici presupposti per agire in ottemperanza. L’eventuale adempimento tardivo da parte dell’amministrazione, avvenuto dopo l’avvio del giudizio di ottemperanza, non può sanare il ritardo e, anzi, incide sulla regolamentazione delle spese di questo secondo procedimento, che devono essere decise secondo il principio della soccombenza virtuale.

La motivazione del giudice di merito, che giustificava la compensazione delle spese basandosi sulla superfluità della messa in mora e sulla sua posteriorità rispetto al ricorso, è stata giudicata “assolutamente erronea in punto di diritto ed inidonea” a giustificare la decisione. La superfluità della messa in mora, infatti, gioca a favore del creditore, non contro di lui.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha affermato un principio di notevole importanza pratica: il creditore di spese legali nei confronti dell’amministrazione finanziaria non ha l’onere di inviare alcun sollecito formale prima di agire in ottemperanza. È sufficiente attendere 90 giorni dalla notifica della sentenza. Se l’ente pubblico adempie solo dopo l’inizio del procedimento di ottemperanza, il giudice dovrà valutare la sua soccombenza virtuale e, di conseguenza, condannarlo molto probabilmente anche al pagamento delle spese legali del secondo giudizio. Questa ordinanza rappresenta un forte monito per l’amministrazione finanziaria a rispettare tempestivamente le decisioni giudiziarie e una garanzia in più per i cittadini e i loro difensori.

È necessaria la costituzione in mora prima di iniziare un giudizio di ottemperanza per recuperare le spese legali dall’amministrazione finanziaria?
No, secondo la Corte di Cassazione non è necessaria alcuna formale costituzione in mora. La legge prevede che si possa agire dopo 90 giorni dalla notifica della sentenza di condanna.

Qual è il termine per avviare il giudizio di ottemperanza contro l’amministrazione finanziaria?
Il giudizio di ottemperanza per il pagamento delle spese processuali può essere promosso dopo che sono trascorsi novanta giorni dalla notifica della sentenza che ne liquida l’importo.

Se l’amministrazione paga dopo l’avvio del giudizio di ottemperanza, chi sostiene le spese di questo nuovo procedimento?
Le spese vengono regolate dal giudice secondo il principio della soccombenza virtuale. Poiché l’amministrazione ha dato causa al giudizio con il suo inadempimento, è molto probabile che venga condannata a pagare anche le spese del procedimento di ottemperanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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