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Spese di sponsorizzazione: deducibilità garantita

Un’azienda di accessori per calzature ha dedotto i costi per la sponsorizzazione di una scuderia automobilistica dilettantistica. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato la deducibilità di tali spese di sponsorizzazione, ritenendole non inerenti all’attività. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Fisco, confermando che per le sponsorizzazioni a favore di associazioni sportive dilettantistiche opera una presunzione assoluta di inerenza e congruità, rendendo i costi pienamente deducibili senza necessità per l’impresa di provare il ritorno economico.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese di Sponsorizzazione e Deducibilità: La Cassazione Conferma la Presunzione Assoluta

Le spese di sponsorizzazione rappresentano uno strumento di marketing fondamentale per le imprese che desiderano promuovere la propria immagine. Tuttavia, la loro deducibilità fiscale è spesso oggetto di contenzioso con l’Amministrazione Finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale a tutela delle aziende che investono in sponsorizzazioni sportive dilettantistiche, confermando l’esistenza di una presunzione legale che ne garantisce la deducibilità.

Il Caso: Sponsorizzazione Sportiva e Contestazione del Fisco

Una società specializzata nella produzione di accessori in gomma per calzature aveva stipulato un contratto di sponsorizzazione con un’associazione sportiva dilettantistica operante nel settore delle corse automobilistiche. In cambio di un corrispettivo, il logo dell’azienda veniva esposto sulle vetture da competizione.

L’Amministrazione Finanziaria notificava all’impresa due avvisi di accertamento, contestando la deducibilità di tali costi per gli anni 2007 e 2008. Secondo il Fisco, le spese non erano inerenti all’attività dell’azienda (accessori per scarpe vs. corse d’auto) e apparivano sproporzionate rispetto al potenziale ritorno pubblicitario. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, dava ragione alla società, annullando la pretesa fiscale. Il caso approdava così in Cassazione su ricorso dell’Agenzia.

La Decisione della Cassazione sulle spese di sponsorizzazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando la piena legittimità della deduzione dei costi sostenuti dall’azienda. La decisione si fonda su un’interpretazione consolidata della normativa speciale che regola le sponsorizzazioni a favore del mondo sportivo dilettantistico.

Le Motivazioni: La Forza della Presunzione Legale

Il cuore della motivazione risiede nell’applicazione dell’art. 90, comma 8, della Legge n. 289/2002. Secondo la Corte, questa norma, nella sua versione applicabile ai fatti di causa (ratione temporis), introduce una presunzione assoluta di inerenza e congruità per le spese di sponsorizzazione erogate a favore di società e associazioni sportive dilettantistiche.

Questo significa che, a determinate condizioni, il costo si considera per legge inerente all’attività d’impresa e finalizzato a produrre reddito, senza che il contribuente debba fornire una prova specifica del ritorno economico dell’investimento. Le condizioni richieste sono:

1. Che i corrispettivi siano destinati alla promozione dell’immagine o dei prodotti del soggetto erogante.
2. Che, a fronte del pagamento, vi sia una specifica attività svolta dal beneficiario (in questo caso, l’esposizione del logo).

La Corte ha inoltre sottolineato come le scelte di marketing rientrino nella libertà imprenditoriale e non possano essere sindacate dall’Amministrazione Finanziaria sulla base di un giudizio di antieconomicità o di non coerenza con il settore merceologico dell’impresa. L’argomento del Fisco sulla sproporzione del costo è stato ritenuto infondato, anche perché i giudici di merito avevano già accertato che la somma fosse minimale rispetto al fatturato aziendale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Aziende

Questa pronuncia consolida un orientamento favorevole per le imprese che investono nel marketing sportivo. Le aziende che sponsorizzano associazioni sportive dilettantistiche possono beneficiare di una forte certezza giuridica riguardo alla deducibilità fiscale di tali spese. La presunzione assoluta stabilita dalla legge speciale solleva l’imprenditore dal gravoso onere di dover dimostrare, a posteriori, l’inerenza e la convenienza economica della spesa, proteggendolo da contestazioni discrezionali da parte del Fisco. Per le imprese, ciò si traduce in una maggiore tranquillità nella pianificazione degli investimenti pubblicitari e in un incentivo a supportare il mondo dello sport dilettantistico.

Le spese di sponsorizzazione a favore di un’associazione sportiva dilettantistica sono sempre deducibili?
Sulla base della normativa applicata nel caso di specie (art. 90, L. 289/2002), tali spese si considerano deducibili grazie a una presunzione assoluta di inerenza e congruità, a condizione che il corrispettivo sia erogato per la promozione dell’immagine o dei prodotti dello sponsor e che l’associazione svolga una specifica attività promozionale in cambio.

L’Amministrazione Finanziaria può contestare la deducibilità di una sponsorizzazione perché l’attività sponsorizzata non è attinente al settore dell’azienda?
No. La sentenza ribadisce che le scelte pubblicitarie rientrano nella libertà imprenditoriale. La presunzione legale di inerenza prevista dalla normativa speciale per le sponsorizzazioni sportive dilettantistiche supera questo tipo di contestazione, rendendo irrilevante la mancata coerenza tra il settore dell’azienda e quello dello sport sponsorizzato.

Cosa deve dimostrare l’azienda per dedurre le spese di sponsorizzazione sportiva?
Secondo la pronuncia, in forza della presunzione assoluta, l’azienda non ha l’onere di dimostrare la convenienza economica o il ritorno pubblicitario dell’investimento. È sufficiente che possa provare l’esistenza del contratto di sponsorizzazione e che, a fronte del pagamento, l’associazione sportiva abbia effettivamente posto in essere le attività promozionali pattuite (es. esposizione del logo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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