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Spese di sponsorizzazione: deducibilità assoluta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20900/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di spese di sponsorizzazione. Il caso riguardava un’azienda del settore imballaggi a cui l’Agenzia delle Entrate aveva contestato la deducibilità dei costi per la sponsorizzazione di associazioni sportive dilettantistiche locali, ritenendoli non inerenti data la clientela nazionale e internazionale dell’impresa. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, affermando che la legge n. 289/2002 introduce una presunzione legale assoluta di inerenza per tali spese, fino a 200.000 euro, a patto che il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica e che realizzi una specifica attività promozionale. Di conseguenza, l’amministrazione finanziaria non può sindacare la congruità o l’opportunità economica della spesa.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese di sponsorizzazione: la Cassazione conferma la deducibilità assoluta

Le spese di sponsorizzazione a favore di associazioni sportive dilettantistiche rappresentano un tema ricorrente nel contenzioso tributario. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che tali costi godono di una presunzione legale assoluta di deducibilità, ponendo limiti precisi al potere di accertamento dell’Amministrazione Finanziaria. L’analisi di questa pronuncia è fondamentale per le imprese che investono nello sport locale come veicolo promozionale.

Il Caso: Spese di Sponsorizzazione Contestare dall’Agenzia delle Entrate

Una società operante nel settore degli imballaggi si è vista notificare un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate contestava la deducibilità di costi sostenuti per la sponsorizzazione di alcune associazioni sportive dilettantistiche locali. Secondo l’Ufficio, tali spese non rispettavano il principio di inerenza. La motivazione si basava su una presunta incongruità: l’azienda aveva una clientela composta principalmente da grandi società nazionali ed estere, mentre la pubblicità era rivolta a piccole realtà sportive territoriali. A parere dell’Agenzia, mancava un nesso logico tra l’investimento pubblicitario e il potenziale ritorno economico.

La Commissione Tributaria Regionale aveva accolto le tesi dell’Agenzia, confermando il recupero d’imposta. I giudici di secondo grado avevano ritenuto che la scelta di sponsorizzare piccole squadre locali fosse inconciliabile con il profilo e il fatturato della società, derivante da rapporti con clienti di grandi dimensioni. Di conseguenza, i costi erano stati considerati non deducibili.

Le motivazioni della Cassazione sulle spese di sponsorizzazione

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la prospettiva, accogliendo i motivi di ricorso dell’azienda. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 90, comma 8, della Legge n. 289 del 2002. Questa norma, secondo la Corte, introduce una presunzione legale assoluta sulla natura di spesa pubblicitaria (e quindi sulla sua inerenza) per i corrispettivi erogati a favore di compagini sportive dilettantistiche.

Questa presunzione opera a condizione che siano rispettati specifici requisiti:
1. Soggetto sponsorizzato: Deve essere una società o associazione sportiva dilettantistica.
2. Limite quantitativo: L’importo complessivo annuo non deve superare i 200.000 euro.
3. Oggetto della sponsorizzazione: Deve mirare a promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor.
4. Controprestazione: Il soggetto sponsorizzato deve aver effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale.

La Corte ha chiarito che, una volta soddisfatte queste condizioni, la spesa si qualifica ex lege come spesa di pubblicità e risulta pienamente deducibile. Non è consentito all’Amministrazione Finanziaria contestarne la deducibilità sulla base di valutazioni di congruità, economicità o coerenza con la clientela dell’impresa. La scelta imprenditoriale di promuovere il proprio marchio attraverso lo sport dilettantistico è insindacabile dal punto di vista fiscale, purché rientri nei paletti fissati dal legislatore.

La Suprema Corte ha sottolineato che la nozione di inerenza ha natura qualitativa e non quantitativa. Non si può negare la deducibilità di un costo solo perché non si intravede un’immediata e diretta aspettativa di ritorno commerciale. La presunzione assoluta serve proprio a evitare questo tipo di valutazione discrezionale da parte degli uffici fiscali, offrendo certezza giuridica alle imprese.

Le conclusioni

La decisione in commento stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica. Le imprese che investono in spese di sponsorizzazione verso il mondo dello sport dilettantistico, rispettando il tetto di 200.000 euro annui, possono contare su una presunzione assoluta di deducibilità. L’onere della prova a loro carico si limita a dimostrare l’effettiva erogazione del corrispettivo e la realizzazione di una controprestazione promozionale da parte dell’associazione sportiva. Qualsiasi tentativo da parte del Fisco di contestare tali costi sulla base di presunte antieconomicità o mancanza di coerenza strategica è destinato a fallire, come chiarito in modo inequivocabile dalla Corte di Cassazione.

Le spese di sponsorizzazione a favore di associazioni sportive dilettantistiche sono sempre deducibili?
Sì, sono considerate per presunzione assoluta di legge spese di pubblicità e quindi deducibili, a condizione che il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica, che la sponsorizzazione miri a promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor, che vi sia un’effettiva attività promozionale e che l’importo annuo non superi i 200.000 euro.

L’Agenzia delle Entrate può contestare la deducibilità di una spesa di sponsorizzazione se la ritiene ‘antieconomica’ o non in linea con la clientela dell’azienda?
No. Se le condizioni previste dalla legge (art. 90, L. 289/2002) sono soddisfatte, opera una presunzione legale assoluta. Ciò significa che l’Amministrazione Finanziaria non può sindacare la scelta economica dell’imprenditore né negare la deducibilità sulla base di valutazioni di congruità o di coerenza con il mercato di riferimento dell’impresa.

Quali sono le condizioni necessarie affinché scatti la presunzione assoluta di deducibilità per le sponsorizzazioni sportive?
Le condizioni sono quattro: a) il soggetto sponsorizzato deve essere una compagine sportiva dilettantistica; b) deve essere rispettato il limite quantitativo di spesa annua di 200.000 euro; c) la sponsorizzazione deve avere lo scopo di promuovere l’immagine e i prodotti dello sponsor; d) il soggetto sponsorizzato deve porre in essere una specifica attività promozionale in cambio del corrispettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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