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Spese di sponsorizzazione: deducibilità assoluta

Una società metalmeccanica si è vista negare la deducibilità di ingenti spese di sponsorizzazione a favore di un’associazione sportiva dilettantistica. L’Agenzia delle Entrate contestava l’eccessività della spesa rispetto al fatturato. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’art. 90 della L. 289/2002 stabilisce una presunzione legale assoluta sulla natura pubblicitaria e sulla congruità di tali spese, purché siano rispettate determinate condizioni oggettive, escludendo così la possibilità per il Fisco di effettuare valutazioni di merito sull’antieconomicità dell’operazione.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese di Sponsorizzazione: La Cassazione Conferma la Deducibilità Assoluta

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene con chiarezza sul tema della deducibilità delle spese di sponsorizzazione a favore di associazioni sportive dilettantistiche (ASD), rafforzando un principio di grande interesse per le imprese. La Corte ha stabilito che, in presenza di specifiche condizioni, tali spese beneficiano di una presunzione legale assoluta di deducibilità, limitando notevolmente il potere di controllo dell’Agenzia delle Entrate sulla loro congruità.

I Fatti del Caso: Una Sponsorizzazione Contestata

Una società operante nel settore delle carpenterie metalliche aveva dedotto dal proprio reddito un costo di 30.000 euro per la sponsorizzazione di una squadra di basket dilettantistica locale. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, aveva contestato tale deduzione, riprendendo a tassazione l’importo. Secondo l’amministrazione finanziaria, la spesa era incongrua e antieconomica, in quanto rappresentava il 60% del fatturato della società e si rivolgeva a un pubblico (i clienti della società) molto ristretto.

Se in primo grado i giudici avevano dato ragione all’azienda, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la sentenza, accogliendo la tesi del Fisco sulla base dell’eccessività e della scarsa efficacia promozionale della spesa. L’azienda e i suoi soci decidevano quindi di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte sulle Spese di Sponsorizzazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’azienda, cassando la sentenza d’appello e confermando la piena deducibilità del costo. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 90, comma 8, della Legge n. 289/2002.

Il Principio della Presunzione Legale Assoluta

Secondo gli Ermellini, la norma citata introduce una “presunzione legale assoluta” circa la natura pubblicitaria, e non di rappresentanza, delle spese di sponsorizzazione erogate a favore di compagini sportive dilettantistiche. Questo significa che, una volta verificate determinate condizioni, la legge stessa presume che la spesa sia inerente e congrua, senza che l’Agenzia delle Entrate possa dimostrare il contrario attraverso valutazioni di merito sull’economicità dell’operazione.

Le Condizioni per la Deducibilità

La giurisprudenza ha consolidato le condizioni necessarie affinché scatti questa presunzione:
1. Soggetto Sponsorizzato: Deve essere una società o associazione sportiva dilettantistica.
2. Limite Quantitativo: La spesa deve rispettare il limite quantitativo previsto dalla norma (attualmente 200.000 euro).
3. Finalità Promozionale: La sponsorizzazione deve avere lo scopo di promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor.
4. Attività Effettiva: Il soggetto sponsorizzato deve aver effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale a favore dello sponsor.

Se queste quattro condizioni sono soddisfatte, il costo è integralmente deducibile e il Fisco non può contestarne la congruità o la coerenza economica.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il regime speciale previsto per le spese di sponsorizzazione sportive deroga ai principi generali di inerenza e congruità stabiliti dall’art. 109 del TUIR. L’intento del legislatore è quello di incentivare il sostegno economico allo sport dilettantistico, creando una sorta di “corsia preferenziale” fiscale per le imprese che investono in questo settore. Di conseguenza, i poteri di accertamento dell’amministrazione finanziaria sono limitati alla verifica dei presupposti formali e oggettivi previsti dalla norma, senza poter entrare nel merito delle scelte imprenditoriali. La decisione della Commissione Tributaria Regionale è stata quindi cassata perché basata su una valutazione di congruità che, in questo specifico ambito, non le era consentita.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa ordinanza consolida un orientamento favorevole ai contribuenti, offrendo certezze importanti per le aziende che intendono investire in sponsorizzazioni sportive. Le imprese possono dedurre integralmente tali costi, a condizione di poter documentare scrupolosamente il rispetto dei requisiti previsti dalla legge: l’esistenza di un contratto, la qualifica dilettantistica del soggetto sponsorizzato e, soprattutto, l’effettiva realizzazione di attività promozionali (es. esposizione di striscioni, loghi su divise, ecc.). Viene così confermato che la valutazione sull’opportunità economica di una sponsorizzazione rientra nella piena autonomia imprenditoriale e non può essere sindacata dal Fisco, se la legge stessa ne presume la validità ai fini fiscali.

Le spese di sponsorizzazione a favore di una ASD sono sempre deducibili?
Sì, sono considerate integralmente deducibili a condizione che il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica, sia rispettato il limite quantitativo di spesa, la sponsorizzazione miri a promuovere l’immagine e i prodotti dello sponsor e quest’ultimo abbia effettivamente svolto un’attività promozionale.

L’Agenzia delle Entrate può contestare la congruità di una spesa di sponsorizzazione sportiva?
No, secondo la Corte di Cassazione, se sono rispettati i presupposti dell’art. 90, comma 8, della L. 289/2002, opera una presunzione legale assoluta. Ciò significa che l’Agenzia delle Entrate non può effettuare valutazioni di merito sulla congruità, coerenza o antieconomicità della spesa.

Qual è il fondamento della presunzione assoluta di deducibilità?
La presunzione si basa su una specifica norma (art. 90, L. 289/2002) che fissa un regime speciale per le sponsorizzazioni a favore di imprese sportive dilettantistiche. Questa norma presume che, se i corrispettivi sono destinati alla promozione dell’immagine o dei prodotti dello sponsor e vi è una specifica attività del beneficiario, le spese sono inerenti e congrue, consentendone la piena deducibilità dal reddito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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