LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spese di lite: quando l’Agenzia Entrate va rimborsata

Un contribuente, dopo aver rinunciato a un ricorso tributario, si è opposto alla condanna al pagamento delle spese di lite a favore dell’Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che, anche quando l’Agenzia è difesa da propri funzionari e non da avvocati esterni, la normativa vigente le riconosce il diritto al rimborso delle spese legali. La Corte ha inoltre ribadito che la rinuncia al ricorso comporta, di norma, la condanna alle spese secondo il principio di causalità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese di lite e Agenzia Entrate: la Cassazione fa chiarezza

Quando un contribuente decide di rinunciare a un ricorso contro l’Amministrazione Finanziaria, chi paga le spese di lite? E cosa accade se l’Agenzia delle Entrate si è difesa in giudizio utilizzando i propri funzionari interni invece di un avvocato esterno? A queste domande ha dato una risposta chiara e definitiva la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, stabilendo un principio fondamentale sulla ripetibilità delle spese nel contenzioso tributario.

I fatti di causa

Il caso nasce dall’impugnazione di un avviso di liquidazione da parte di un contribuente. Successivamente, lo stesso contribuente rinunciava al ricorso, poiché l’imposta oggetto della controversia era stata nel frattempo pagata da un terzo soggetto, debitore nell’esecuzione originaria. L’Agenzia delle Entrate accettava la rinuncia ma chiedeva la condanna del contribuente al pagamento delle spese processuali.
La Commissione Tributaria Provinciale dichiarava estinto il giudizio e condannava il ricorrente alle spese. La decisione veniva confermata in appello dalla Commissione Tributaria Regionale. Il contribuente, ritenendo ingiusta la condanna, ricorreva infine in Cassazione, sostenendo che l’Agenzia non avesse diritto al rimborso degli onorari, essendo stata difesa da un proprio funzionario, e che, in ogni caso, sussistessero i presupposti per la compensazione delle spese.

L’analisi della Corte sulle spese di lite dell’Ente

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del contribuente, ritenendo le sue censure infondate. Il punto centrale della decisione riguarda il diritto dell’Amministrazione Finanziaria a ottenere il rimborso delle spese di lite anche quando la difesa è svolta da personale interno.
Gli Ermellini hanno ripercorso l’evoluzione normativa in materia, evidenziando come, sin dal 1996, il legislatore abbia costantemente previsto che, nella liquidazione delle spese a favore dell’ente impositore assistito da propri funzionari, si applichi la tariffa professionale forense, seppur con una riduzione del venti percento. Questo principio, confermato e precisato da successivi interventi legislativi fino al D.Lgs. 156/2015, mira a riconoscere il valore e la competenza tecnica richiesta per la difesa nel processo tributario, indipendentemente dal fatto che sia svolta da un avvocato del libero foro o da un funzionario pubblico. La Corte ha anche richiamato precedenti pronunce della Corte Costituzionale, che hanno ritenuto tale sistema pienamente legittimo e non lesivo del principio di uguaglianza, data la specificità e autonomia del processo tributario.

La questione della compensazione delle spese

Un altro motivo di doglianza del ricorrente riguardava la mancata compensazione delle spese, che a suo dire era giustificata dalla complessità della vicenda. Anche su questo punto, la Cassazione è stata netta. Ha ribadito un principio consolidato: la facoltà di disporre la compensazione delle spese processuali rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. La sua decisione di non compensare e di applicare la regola generale della soccombenza non può essere contestata in sede di legittimità, a meno che non sia del tutto immotivata, cosa che nel caso di specie non era.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di due pilastri fondamentali. In primo luogo, l’esistenza di una chiara e costante volontà del legislatore di garantire la ripetibilità delle spese processuali a favore degli enti pubblici che si difendono in giudizio con proprio personale. Questa scelta normativa riconosce la natura tecnica e specialistica della difesa tributaria. In secondo luogo, il principio di causalità: il giudizio era stato avviato su iniziativa del contribuente e, sebbene sia stato rinunciato per un motivo valido (l’avvenuto pagamento), è stato lui a dare origine al contenzioso. Pertanto, è corretto che le spese maturate fino al momento della rinuncia siano poste a suo carico. La Corte ha infine sottolineato che il potere del giudice di merito di decidere sulla compensazione delle spese è ampiamente discrezionale e, di conseguenza, la sua scelta di condannare la parte rinunciante non è sindacabile in Cassazione.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio per i contribuenti e i professionisti del settore. Chi decide di intraprendere un contenzioso tributario deve essere consapevole che, in caso di rinuncia al ricorso o di soccombenza, sarà tenuto a rimborsare le spese di lite alla controparte pubblica, anche se questa non si è avvalsa di un avvocato esterno. La difesa svolta dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate è a tutti gli effetti equiparata, ai fini della liquidazione delle spese, a quella di un legale, con la sola applicazione di una riduzione forfettaria. Questa decisione rafforza il principio di responsabilità processuale e invita a una ponderata valutazione prima di avviare un’azione legale contro il Fisco.

L’Agenzia delle Entrate ha diritto al rimborso delle spese di lite se si difende con un proprio funzionario?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la normativa vigente riconosce espressamente il diritto dell’Agenzia delle Entrate al rimborso delle spese, che vengono liquidate applicando le tariffe forensi con una riduzione del 20%, anche quando la difesa è svolta da funzionari interni.

Se un contribuente rinuncia a un ricorso, deve comunque pagare le spese legali?
Sì, di norma è tenuto a pagarle. Secondo il principio di causalità, chi ha dato inizio al processo, anche se poi vi rinuncia, è tenuto a sostenere i costi generati dalla sua iniziativa fino al momento della rinuncia.

La decisione del giudice di non compensare le spese di lite può essere contestata in Cassazione?
Generalmente no. La scelta di compensare o meno le spese rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale decisione non è sindacabile in Cassazione, a meno che la motivazione sia completamente assente o manifestamente illogica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati