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Spese di lite ottemperanza: obbligo di pagamento

Una società contribuente, dopo aver ottenuto una vittoria in Cassazione con condanna dell’Agente della Riscossione al pagamento delle spese legali, ha dovuto avviare un giudizio di ottemperanza per l’inadempimento di quest’ultimo. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che la condanna al pagamento delle spese di lite è immediatamente esecutiva. Pertanto, il giudice dell’ottemperanza deve nominare un commissario ad acta per garantirne il pagamento, confermando l’importanza dello strumento delle spese di lite ottemperanza per la tutela del contribuente.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese di lite ottemperanza: La Cassazione conferma l’obbligo di pagamento per l’Agenzia delle Entrate

L’ordinanza in commento offre un importante chiarimento sul tema delle spese di lite ottemperanza nel processo tributario, confermando che il contribuente vittorioso ha diritto a un’esecuzione rapida della condanna alle spese a carico dell’Amministrazione finanziaria. La Corte di Cassazione interviene per correggere la decisione di una Commissione Tributaria Regionale che aveva negato al contribuente la nomina di un commissario ad acta per ottenere il pagamento dovuto.

I Fatti del Contenzioso

Una società a responsabilità limitata, dopo un lungo contenzioso, otteneva una vittoria dinanzi alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte, con una precedente ordinanza, aveva annullato un’iscrizione ipotecaria e condannato l’Agente della Riscossione a rimborsare alla società le spese del giudizio di legittimità, liquidate in euro 2.600,00 oltre accessori.

Nonostante la decisione, l’Amministrazione finanziaria non provvedeva al pagamento spontaneo delle spese liquidate. Di conseguenza, la società avviava un giudizio di ottemperanza chiedendo al giudice tributario di ordinare il pagamento e di nominare un commissario ad acta per dare esecuzione forzata alla sentenza. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, rigettava il ricorso.

Contro questa nuova decisione, la società proponeva nuovamente ricorso per cassazione, lamentando due violazioni principali: la mancata nomina del commissario per le spese di lite e la mancata esecuzione di altre richieste contenute nel ricorso originario che, a suo dire, la Cassazione aveva ‘integralmente accolto’.

La Decisione della Corte sulle spese di lite ottemperanza

La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso della società, fornendo una netta distinzione tra i due motivi di doglianza.

Il Primo Motivo: L’Obbligo di Pagare le Spese Processuali

La Corte ha ritenuto fondato il primo motivo. Ha ribadito un principio consolidato: nel processo tributario, la sentenza che condanna l’Amministrazione finanziaria al pagamento delle spese di lite in favore del contribuente costituisce titolo esecutivo. Questo significa che il pagamento deve avvenire entro novanta giorni dalla notifica della sentenza, senza bisogno di attendere che questa diventi definitiva (il cosiddetto ‘passaggio in giudicato’).

Se l’Amministrazione non adempie, il contribuente può legittimamente avviare il giudizio di ottemperanza. Il giudice dell’ottemperanza, di fronte all’inerzia dell’ente, ha il dovere di provvedere, anche nominando un commissario ad acta che si sostituisca all’amministrazione per effettuare il pagamento. Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva errato nel non dare seguito alla richiesta di esecuzione per le spese di lite ottemperanza.

Il Secondo Motivo: I Limiti dell’Accoglimento del Ricorso Originario

La Cassazione ha invece rigettato il secondo motivo. La società sosteneva che la precedente vittoria implicasse l’accoglimento di tutte le sue domande originarie (annullamento cartelle, prescrizione, ecc.). La Corte ha chiarito che non era così. La precedente ordinanza aveva accolto solo il primo motivo di ricorso (relativo alla nullità dell’ipoteca) e aveva dichiarato ‘assorbito’ il secondo motivo. Il principio dell’assorbimento implica che il giudice non si è pronunciato su quel punto, poiché la decisione sul primo motivo era già sufficiente a definire la controversia. Pertanto, le altre richieste non potevano essere portate in esecuzione perché non erano state accolte nel merito.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sulla specifica disciplina del processo tributario (D.Lgs. 546/1992). Le norme, in particolare dopo le riforme del 2016, hanno esteso anche al contenzioso fiscale il principio di immediata esecutività delle sentenze di condanna previsto dal codice di procedura civile (art. 282 c.p.c.).

Questa disciplina diverge da quella prevista per le condanne a favore dell’Amministrazione finanziaria, la quale può procedere alla riscossione solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza. Tale differenza è posta a tutela del contribuente, per riequilibrare le posizioni delle parti nel processo. La Corte sottolinea come la tardività dell’adempimento da parte dell’ente pubblico possa incidere sulla regolamentazione delle spese del relativo processo di ottemperanza, a ulteriore garanzia per il cittadino.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ha un’importante valenza pratica. Stabilisce in modo inequivocabile che il contribuente che ottiene una condanna alle spese di lite non deve subire l’inerzia dell’Amministrazione. Lo strumento delle spese di lite ottemperanza è efficace e deve essere attivato senza indugio se il pagamento non avviene entro 90 giorni.

La decisione finale è stata quella di cassare la sentenza impugnata, limitatamente al motivo accolto, e di rinviare la causa alla Corte di Giustizia tributaria della Lombardia. Quest’ultima dovrà ora procedere alla nomina del commissario ad acta per assicurare che la società riceva finalmente il pagamento delle spese legali a cui ha diritto, oltre a liquidare le spese del presente giudizio di legittimità.

L’Amministrazione finanziaria deve pagare subito le spese di lite liquidate in una sentenza a favore del contribuente?
Sì. La sentenza di condanna al pagamento delle spese processuali in favore del contribuente è immediatamente esecutiva. L’Amministrazione deve pagare entro 90 giorni dalla notifica, altrimenti il contribuente può avviare il giudizio di ottemperanza.

Cosa succede se un motivo di ricorso viene ‘assorbito’ in una decisione della Cassazione?
Significa che il giudice non si è pronunciato su quel specifico motivo perché un’altra doglianza, una volta accolta, era già sufficiente a definire la controversia. Di conseguenza, le richieste contenute nel motivo assorbito non sono state né accolte né respinte e non possono essere oggetto di esecuzione.

È necessario attendere che la sentenza diventi definitiva (passaggio in giudicato) per richiedere il pagamento delle spese di lite all’Agenzia delle Entrate?
No. Per le sentenze che condannano l’Amministrazione finanziaria a pagare le spese legali al contribuente, non è necessario attendere il passaggio in giudicato. La legge prevede l’immediata esecutività di tale capo della decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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