LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spese di lite: la rinuncia al ricorso non le esclude

Un contribuente, dopo aver impugnato una cartella esattoriale, rinuncia al proprio ricorso in Cassazione. La Corte Suprema dichiara estinto il giudizio principale ma si pronuncia sul ricorso incidentale dell’agente di riscossione. Quest’ultimo viene accolto, con la conseguente condanna del contribuente al pagamento delle spese di lite, affermando il principio che la rinuncia non esonera dal pagamento dei costi processuali alla controparte.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Spese di lite: Chi Paga se si Rinuncia al Ricorso in Cassazione?

La rinuncia a un ricorso in Cassazione può sembrare una mossa per chiudere definitivamente una controversia, ma non sempre cancella tutte le conseguenze economiche del processo. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: anche in caso di estinzione del giudizio per rinuncia, la questione delle spese di lite deve essere risolta, e chi rinuncia rischia comunque di doverle pagare. Analizziamo questa importante decisione per capire come la Corte ha applicato questo principio in un caso tributario.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla notifica di una cartella di pagamento da parte di un Agente della Riscossione a un contribuente. La cartella si basava su un precedente avviso di accertamento per l’imposta relativa al 2005, che secondo il contribuente non era mai stato notificato correttamente.
Il contribuente ha quindi impugnato la cartella, lamentando l’omessa notifica dell’atto presupposto e l’assoluta carenza di motivazione. In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) ha accolto il ricorso. Successivamente, l’Amministrazione Finanziaria ha proposto appello e la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ha ribaltato la decisione. Secondo la CTR, la notifica era da considerarsi perfezionata perché il contribuente, pur avendo ricevuto la raccomandata informativa del deposito dell’atto presso l’ufficio postale, aveva scelto di non ritirarlo.

Il Ricorso in Cassazione e la Rinuncia

Il contribuente ha presentato ricorso per cassazione, ma in un momento successivo ha depositato una nota con cui dichiarava il proprio difetto di interesse alla pronuncia, rinunciando di fatto al ricorso. A loro volta, sia l’Agenzia delle Entrate sia l’Agente della Riscossione si erano costituiti in giudizio, e quest’ultimo aveva anche proposto un ricorso incidentale per vedersi riconosciute le spese di lite.

La Rinuncia al Ricorso e l’Impatto sulle Spese di Lite

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia del contribuente, ha dichiarato estinto il giudizio principale e cessata la materia del contendere. Tuttavia, ciò non ha chiuso la partita. Restava da decidere il ricorso incidentale dell’Agente della Riscossione, che chiedeva il rimborso delle spese legali sostenute. Ed è qui che la Corte interviene con un principio decisivo.

L’Accoglimento del Ricorso Incidentale

La Corte ha accolto il ricorso incidentale dell’Agente della Riscossione. La logica è la seguente: la lite era nata dalla notifica di una cartella di pagamento, un atto di competenza dell’Agente della Riscossione. Sebbene la contestazione principale riguardasse l’atto precedente (l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate), l’Agente della Riscossione era una parte necessaria del processo. Avendo sostenuto dei costi per difendersi, aveva diritto a vederli rimborsati.
La rinuncia del contribuente ha impedito una decisione nel merito, ma non ha potuto cancellare la posizione processuale delle altre parti. Pertanto, l’Agente della Riscossione è stato considerato “parte vittoriosa” per quanto riguarda la sua richiesta di rimborso spese, e il contribuente, in quanto parte che ha dato origine alla lite e poi vi ha rinunciato, è stato condannato a pagarle.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sull’applicazione dell’articolo 91 del codice di procedura civile, che regola la condanna alle spese secondo il principio della soccombenza. La Corte ha stabilito che, nonostante l’estinzione del giudizio principale, il ricorso incidentale dell’Agente della Riscossione doveva essere esaminato. La lite era stata originata da un atto (la cartella di pagamento) emesso dall’Agente della Riscossione, rendendolo una parte a pieno titolo nel contenzioso. Pertanto, pur essendo la contestazione di merito relativa a un atto dell’Ente impositore, l’Agente della Riscossione, avendo resistito in giudizio, doveva essere considerato parte vittoriosa ai fini della liquidazione delle spese. La rinuncia del ricorrente principale ha determinato la sua soccombenza virtuale, obbligandolo a rifondere i costi processuali alla controparte che aveva legittimamente richiesto il loro riconoscimento.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: rinunciare a un ricorso non è una via d’uscita a costo zero. La parte che rinuncia è considerata soccombente ai fini della regolamentazione delle spese di lite. Il giudice, anche dopo aver dichiarato l’estinzione del processo, ha il dovere di pronunciarsi sulle spese, condannando la parte rinunciante a rimborsare i costi sostenuti dalle altre parti costituite. Di conseguenza, prima di decidere di abbandonare un’impugnazione, è fondamentale valutare attentamente le possibili conseguenze economiche, inclusa la probabile condanna al pagamento delle spese legali di tutte le controparti.

Se un contribuente rinuncia al proprio ricorso in Cassazione, deve comunque pagare le spese legali?
Sì. La rinuncia estingue il giudizio principale, ma non annulla l’obbligo di pagare le spese di lite, che vengono decise dalla Corte. In questo caso, il contribuente è stato condannato a pagare le spese all’agente della riscossione.

Perché l’agente della riscossione è stato considerato “parte vittoriosa” se il caso principale è stato estinto?
L’agente della riscossione ha presentato un ricorso incidentale per il riconoscimento delle proprie spese legali. Accogliendo questo ricorso, la Corte lo ha di fatto considerato vittorioso su quel punto specifico, dandogli diritto al rimborso delle spese processuali che ha sostenuto per difendersi in giudizio.

Cosa aveva stabilito la sentenza di secondo grado sulla notifica nulla?
Anche se la Corte di Cassazione non si è pronunciata sul merito, la sentenza di secondo grado (poi impugnata) aveva stabilito che la nullità della notifica di un atto può essere sanata se l’atto giunge comunque a conoscenza del destinatario, ad esempio tramite la ricezione della raccomandata informativa che avvisa del deposito dell’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati