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Sospensione termini impugnazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, stabilendo che la sospensione termini impugnazione prevista dalla normativa sulla definizione agevolata delle liti fiscali (L. 197/2022) si applica anche al caso di specie. La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva erroneamente dichiarato tardivo l’appello dell’ente, senza considerare la proroga di undici mesi. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame del merito.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione termini impugnazione: la Cassazione chiarisce l’ambito applicativo

La sospensione termini impugnazione nelle liti fiscali, introdotta per incentivare la definizione agevolata delle controversie, è un tema di grande attualità. Con l’ordinanza n. 22618/2025, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso emblematico, chiarendo quando e come questa speciale proroga debba essere applicata. La pronuncia ribalta una decisione di merito che aveva erroneamente dichiarato inammissibile l’appello dell’Amministrazione Finanziaria per tardività, senza considerare la sospensione di undici mesi prevista dalla legge.

La vicenda processuale: dall’avviso di accertamento al ricorso in Cassazione

La controversia ha origine da un avviso di accertamento notificato a un contribuente. In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva il ricorso del cittadino, ritenendo l’atto impositivo tardivamente notificato e dichiarando, di conseguenza, la decadenza del potere accertativo dell’ente fiscale. L’Amministrazione Finanziaria proponeva appello avverso tale decisione.

La decisione della Corte di Giustizia Tributaria: l’appello è tardivo

La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, tuttavia, non entrava nel merito della questione. Dichiarava l’appello dell’ente inammissibile perché proposto oltre i termini di legge. In sostanza, i giudici di secondo grado ritenevano che l’Amministrazione avesse depositato il proprio atto di gravame troppo tardi, senza considerare alcuna potenziale causa di sospensione dei termini.

La decisiva applicazione della sospensione termini impugnazione

L’Amministrazione Finanziaria ricorreva quindi in Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione della normativa sulla definizione agevolata delle liti pendenti (art. 1, comma 199, L. 197/2022). Secondo l’ente, la Corte territoriale avrebbe dovuto applicare la sospensione termini impugnazione di undici mesi prevista per le controversie “definibili”. Poiché la sentenza di primo grado era stata notificata il 16 marzo 2023, il termine per l’appello, che sarebbe scaduto il 15 maggio 2023, doveva essere prorogato fino al 15 aprile 2024. L’appello, quindi, era stato tempestivamente proposto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il motivo di ricorso fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che la sospensione termini impugnazione prevista dalla Legge di Bilancio 2023 opera per tutte le controversie pendenti e definibili alla data del 1° gennaio 2023, a meno che non rientrino in specifiche categorie escluse (come quelle su risorse proprie tradizionali UE o aiuti di Stato).
Il caso in esame rientrava pienamente nell’ambito applicativo della norma. La controversia era pendente e non era stata ancora definita con pronuncia definitiva. La sospensione, funzionale a incentivare l’adesione dei contribuenti alla “tregua fiscale”, doveva quindi essere applicata. La Corte ha sottolineato che tale sospensione opera oggettivamente, in base al principio tempus regit actum, a prescindere da una specifica richiesta di parte.
Di conseguenza, il termine per impugnare la sentenza di primo grado era stato effettivamente sospeso per undici mesi. La Corte di secondo grado ha quindi errato nel dichiarare l’appello inammissibile per tardività.

Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, in diversa composizione, per un nuovo esame del merito della controversia. Il giudice del rinvio dovrà ora procedere alla valutazione del caso, tenendo conto del principio di diritto affermato dalla Cassazione e affrontando le questioni che erano state erroneamente ritenute assorbite dalla dichiarazione di inammissibilità. La pronuncia riafferma l’importanza delle normative speciali sulla sospensione dei termini processuali e il loro impatto diretto sulla procedibilità dei ricorsi in materia tributaria.

Quando si applica la sospensione dei termini di impugnazione prevista dalla Legge n. 197/2022?
Secondo la sentenza, la sospensione di undici mesi si applica a tutte le controversie tributarie definibili, in cui il ricorso di primo grado sia stato notificato entro l’1 gennaio 2023 e per le quali, a tale data, il processo non si sia ancora concluso con una pronuncia definitiva. La sospensione riguarda i termini di impugnazione che scadono tra la data di entrata in vigore della legge e il 31 ottobre 2023.

Perché la decisione della Corte di Giustizia Tributaria è stata annullata?
La decisione è stata annullata perché i giudici di secondo grado hanno erroneamente dichiarato inammissibile per tardività l’appello dell’Amministrazione Finanziaria, senza applicare la sospensione dei termini di undici mesi prevista dalla legge. La Cassazione ha stabilito che tale sospensione era applicabile al caso di specie e doveva essere considerata.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione?
La conseguenza è che la sentenza di secondo grado è stata annullata (“cassata”) e il processo torna indietro (“rinvio”) alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado. Questo tribunale, in una diversa composizione di giudici, dovrà riesaminare il caso nel merito, partendo dal presupposto che l’appello dell’Amministrazione Finanziaria era stato presentato tempestivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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