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Sospensione termini impugnazione: il calcolo corretto

Una sentenza della Corte di Cassazione chiarisce come calcolare la sospensione termini impugnazione per le liti fiscali definibili. La Corte ha annullato la decisione di secondo grado che aveva erroneamente dichiarato tardivo l’appello dell’Agenzia delle Entrate, non considerando la sospensione di nove mesi prevista dal D.L. 119/2018. Il caso riguardava un ingente avviso di accertamento per costi indeducibili e ricavi non contabilizzati.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione Termini Impugnazione: La Cassazione Chiarisce il Calcolo

Nel contenzioso tributario, il rispetto dei termini è un elemento cruciale che può determinare l’esito di una controversia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza della corretta applicazione della sospensione termini impugnazione prevista da normative speciali, come quella introdotta per la definizione agevolata delle liti fiscali. Il caso analizzato offre uno spunto fondamentale per comprendere come queste sospensioni operino e si combinino con le regole generali.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società per azioni in liquidazione. L’atto contestava, per l’anno 2011, una maggiore imposta IRES e IRAP per oltre 8 milioni di euro, più sanzioni e interessi. Le contestazioni si basavano principalmente su due rilievi: l’indebita deduzione di costi per circa 25 milioni di euro relativi a operazioni con soggetti residenti in paesi “black-list” e l’omessa contabilizzazione di ricavi derivanti da differenze sui cambi valutari.

La società contribuente impugnava l’atto e la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva il ricorso, annullando l’accertamento. La motivazione del giudice di primo grado si fondava su un vizio procedurale: l’omesso invio, da parte dell’Ufficio, di una comunicazione preventiva prevista dalla legge.

L’Appello e la Dichiarazione di Tardività

L’Agenzia delle Entrate proponeva appello avverso la sentenza di primo grado. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale dichiarava l’appello inammissibile per tardività. Secondo il giudice di secondo grado, l’atto era stato depositato oltre il termine lungo di sei mesi previsto dall’art. 327 c.p.c. Questa decisione non teneva però conto di una normativa speciale che aveva introdotto un periodo di sospensione dei termini processuali.

La Sospensione Termini Impugnazione nel Ricorso per Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione dell’art. 327 c.p.c. in combinato disposto con l’art. 6, comma 11, del D.L. n. 119/2018. Quest’ultima norma, relativa alla definizione agevolata delle controversie tributarie, prevedeva una sospensione termini impugnazione della durata di nove mesi per i termini che scadevano tra il 24 ottobre 2018 e il 31 luglio 2019. L’Agenzia sosteneva che il termine per il suo appello ricadesse proprio in questo intervallo temporale e che, di conseguenza, il giudice regionale avrebbe dovuto considerare tale sospensione nel calcolo della scadenza.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo fondato, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. Gli Ermellini hanno chiarito che la controversia, avendo ad oggetto un atto impositivo, rientrava a pieno titolo tra quelle per cui operava la sospensione speciale.
La sentenza di primo grado era stata depositata il 7 novembre 2018, e il termine lungo per l’appello sarebbe scaduto il 7 maggio 2019. Tale data rientrava pienamente nel periodo indicato dal D.L. 119/2018. Di conseguenza, il termine doveva essere sospeso per nove mesi.

La Corte ha precisato un punto fondamentale già affermato in precedenza: la sospensione opera automaticamente, a prescindere dall’intenzione della parte di avvalersi della definizione agevolata. Inoltre, questa sospensione speciale assorbe quella feriale, senza cumularsi con essa, data la sua natura eccezionale. Applicando correttamente la sospensione di nove mesi, il nuovo termine per l’impugnazione scadeva il 7 febbraio 2020. Poiché l’appello dell’Agenzia era stato notificato il 5 febbraio 2020, risultava pienamente tempestivo.

Le conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Sicilia, in diversa composizione, per un nuovo esame del merito e per la regolamentazione delle spese. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per tutti gli operatori del diritto tributario: è indispensabile una conoscenza approfondita non solo delle norme procedurali generali, ma anche di tutte le disposizioni speciali che possono incidere sui termini processuali. L’omessa considerazione di una sospensione straordinaria, come in questo caso, può portare a decisioni errate sull’ammissibilità dei ricorsi, con gravi conseguenze sull’esito della lite.

La sospensione dei termini prevista dal D.L. n. 119/2018 per le liti fiscali si applica automaticamente?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la sospensione di nove mesi dei termini per impugnare, prevista dall’art. 6, comma 11, del D.L. n. 119/2018, opera automaticamente, a prescindere dal concreto intento della parte di avvalersene.

Come si calcola il nuovo termine di impugnazione in presenza della sospensione del D.L. n. 119/2018?
Il termine originario che cade nel periodo di vigenza della norma (tra il 24 ottobre 2018 e il 31 luglio 2019) viene sospeso. Il nuovo termine si calcola aggiungendo nove mesi alla data di scadenza originaria. La sospensione feriale, se presente, viene assorbita e non si cumula.

Cosa succede se un giudice d’appello dichiara tardivo un ricorso senza considerare questa sospensione speciale?
La sentenza che dichiara la tardività è errata e può essere annullata (cassata) dalla Corte di Cassazione. Il procedimento viene quindi rinviato al giudice d’appello per un nuovo esame del merito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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