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Sospensione termini impugnazione: Fisco vince in Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, annullando una sentenza che aveva dichiarato tardivo il suo appello. Il caso verteva sulla corretta applicazione della sospensione termini impugnazione prevista per le liti fiscali definibili. La Corte ha chiarito che la sospensione di nove mesi opera automaticamente e si cumula con altre sospensioni, come quella per l’emergenza Covid-19, ma assorbe quella feriale. Di conseguenza, l’appello del Fisco era stato presentato tempestivamente e il caso è stato rinviato per un nuovo esame nel merito.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione Termini Impugnazione: La Cassazione dà Ragione al Fisco

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di contenzioso tributario: la sospensione termini impugnazione prevista da norme speciali, come quella per la definizione agevolata delle liti, opera automaticamente e deve essere correttamente calcolata dai giudici di merito. Questo caso evidenzia come un errore nel calcolo dei termini possa portare a una decisione errata, poi corretta dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Tutto ha origine da un atto di contestazione notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società per azioni in liquidazione. L’Ufficio, a seguito di una verifica fiscale, aveva accertato maggiori imposte (IRES e IRAP) per l’anno 2011, contestando principalmente l’indebita deduzione di costi derivanti da operazioni con soggetti residenti in paesi a fiscalità privilegiata (cosiddetti ‘black-list’). Veniva quindi irrogata una sanzione di importo significativo.

La società contribuente ha impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, la quale ha accolto il ricorso, annullando l’atto sanzionatorio. Insoddisfatta, l’Agenzia delle Entrate ha proposto appello.

L’Errore della Commissione Tributaria Regionale

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, ha dichiarato l’appello dell’Agenzia inammissibile per tardività. Secondo i giudici di secondo grado, l’atto di gravame era stato depositato oltre il termine previsto dalla legge. È proprio contro questa decisione che l’Amministrazione finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un’errata applicazione delle norme sui termini processuali.

L’Analisi della Cassazione sulla Sospensione Termini Impugnazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il motivo di ricorso dell’Agenzia. Il punto centrale della controversia era l’omessa considerazione, da parte dei giudici d’appello, della speciale sospensione termini impugnazione di nove mesi introdotta dall’art. 6, comma 11, del D.L. n. 119/2018. Questa norma era stata emanata per favorire la definizione agevolata delle liti fiscali pendenti.

La legge prevedeva che per le controversie definibili (come quella in esame, avente ad oggetto un atto impositivo), i termini per le impugnazioni che scadevano tra il 24 ottobre 2018 e il 31 luglio 2019 fossero sospesi per nove mesi.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha spiegato che il termine per l’appello dell’Agenzia scadeva il 7 maggio 2019, data che rientrava pienamente nel periodo coperto dalla sospensione speciale. Di conseguenza, il termine finale per l’impugnazione non era quello calcolato dalla Commissione Regionale, ma doveva essere posticipato di nove mesi.

Applicando correttamente la sospensione, il nuovo termine ultimo per la notifica dell’appello diventava il 7 febbraio 2020. Poiché l’appello era stato notificato il 5 febbraio 2020, risultava pienamente tempestivo. La Corte ha inoltre ribadito un principio importante, già affermato in precedenza: questa sospensione speciale, data la sua natura eccezionale, opera automaticamente, a prescindere dall’intenzione delle parti di avvalersene, e assorbe la sospensione feriale dei termini (quella estiva dal 1° al 31 agosto).

Conclusioni

In conclusione, la sentenza della Commissione Tributaria Regionale è stata cassata. La Corte Suprema ha annullato la decisione di inammissibilità e ha rinviato la causa alla stessa Commissione, in diversa composizione, affinché proceda con l’esame del merito dell’appello proposto dall’Agenzia delle Entrate. Questa pronuncia sottolinea l’importanza per i giudici di considerare attentamente tutte le norme speciali che possono incidere sul calcolo dei termini processuali, la cui errata applicazione può compromettere il diritto di difesa delle parti.

Perché l’appello dell’Agenzia delle Entrate era stato inizialmente dichiarato inammissibile?
L’appello era stato dichiarato inammissibile dalla Commissione Tributaria Regionale perché ritenuto ‘tardivo’, ovvero presentato oltre il termine di legge calcolato senza considerare la sospensione speciale prevista per le liti fiscali definibili.

In cosa consiste la sospensione dei termini prevista dal D.L. n. 119/2018?
Si tratta di una sospensione di nove mesi dei termini per le impugnazioni e altri atti processuali, applicabile alle controversie tributarie che potevano essere definite in via agevolata. La sospensione riguardava i termini che scadevano tra il 24 ottobre 2018 e il 31 luglio 2019.

La sospensione speciale per le liti fiscali si somma alla normale sospensione estiva dei termini?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sospensione prevista dal D.L. n. 119/2018, data la sua natura eccezionale, assorbe interamente la sospensione feriale (1-31 agosto), quindi i due periodi non si sommano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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