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Sospensione termini impugnazione: automatica con istanza

Una società sportiva ha impugnato avvisi di accertamento dopo aver presentato istanza di adesione senza però partecipare al contraddittorio. Le corti di merito hanno dichiarato il ricorso tardivo. La Cassazione ha chiarito che la sospensione termini impugnazione di 90 giorni è un effetto automatico della presentazione dell’istanza, a prescindere dal comportamento successivo del contribuente, garantendo così la certezza del diritto.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione termini impugnazione: automatica con l’istanza di adesione

La presentazione di un’istanza di accertamento con adesione garantisce sempre la sospensione dei termini per impugnare un atto fiscale? E cosa succede se il contribuente, dopo averla presentata, decide di non partecipare agli incontri con l’Agenzia delle Entrate? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la sospensione termini impugnazione è un effetto automatico e incondizionato della sola presentazione dell’istanza.

Questa pronuncia rafforza il principio di certezza del diritto, offrendo ai contribuenti una maggiore flessibilità strategica nella gestione del contenzioso tributario.

I Fatti del Caso

Una società sportiva dilettantistica riceveva tre avvisi di accertamento relativi a IRES, IVA e IRAP per diverse annualità. In risposta, la società presentava un’istanza di accertamento con adesione, una procedura che mira a trovare un accordo con il Fisco per evitare il contenzioso. Tuttavia, la società non partecipava al successivo contraddittorio e procedeva a impugnare direttamente gli avvisi di accertamento.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale dichiaravano i ricorsi inammissibili per tardività. Secondo i giudici di merito, il comportamento della società (presentare l’istanza e poi non presentarsi all’incontro) rivelava un intento puramente dilatorio e un abuso del processo, privandola così del diritto alla sospensione di 90 giorni del termine per ricorrere. Di conseguenza, la società si rivolgeva alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di II grado per un nuovo esame. La Cassazione ha affermato un principio di diritto chiaro e inequivocabile: la sospensione del termine per l’impugnazione opera in modo automatico con la sola presentazione dell’istanza di accertamento con adesione.

La certezza del diritto e la sospensione termini impugnazione

Il cuore della decisione risiede nella necessità di garantire la certezza dei rapporti giuridici. La Corte ha spiegato che subordinare la sospensione al comportamento successivo del contribuente creerebbe una situazione di grave incertezza. Obbligherebbe i giudici a valutare, caso per caso, il grado di coinvolgimento del contribuente nel procedimento di adesione, rendendo imprevedibile la tempestività di un ricorso.

Al contrario, l’automatismo della sospensione fornisce una regola chiara: una volta presentata l’istanza, il termine per impugnare è sospeso per 90 giorni, punto. Questo periodo, definito ‘spatium deliberandi’, serve a entrambe le parti per valutare la situazione e decidere se procedere con un accordo o con la via giudiziale.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su diverse argomentazioni. In primo luogo, ha evidenziato che l’art. 6, comma 3, del d.lgs. n. 218/1997 collega la sospensione alla ‘presentazione dell’istanza’, senza menzionare alcuna condizione ulteriore legata alla partecipazione attiva al contraddittorio. In secondo luogo, ha richiamato il principio di ‘parità delle armi’: se l’amministrazione finanziaria non ha l’obbligo di convocare il contribuente e può rimanere ferma sulla propria pretesa, allo stesso modo il contribuente, dopo aver presentato l’istanza, deve essere libero di cambiare idea (‘re melius perpensa’) e scegliere la via contenziosa, senza per questo essere penalizzato con la perdita della sospensione. La Corte ha ribadito che il comportamento omissivo del contribuente non equivale a una rinuncia all’istanza né ne annulla gli effetti ‘ab origine’. L’obiettivo è la stabilità e la prevedibilità dei termini processuali, un pilastro fondamentale dello stato di diritto.

Le Conclusioni

La pronuncia stabilisce un importante punto fermo per contribuenti e professionisti. La presentazione dell’istanza di accertamento con adesione è uno strumento strategico che, oltre a poter condurre a una definizione agevolata della pretesa fiscale, garantisce automaticamente una finestra temporale aggiuntiva di 90 giorni per preparare un’eventuale impugnazione. Questa certezza consente una pianificazione più efficace della difesa, senza il timore che un ripensamento o una mancata partecipazione al procedimento di adesione possano compromettere il diritto di accesso alla giustizia tributaria.

Presentare un’istanza di accertamento con adesione sospende automaticamente i termini per fare ricorso?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la sospensione del termine di 90 giorni per l’impugnazione è un effetto automatico che scaturisce dalla sola presentazione dell’istanza, senza necessità di ulteriori condizioni.

Se il contribuente non si presenta all’incontro con l’Agenzia delle Entrate perde il beneficio della sospensione?
No, il comportamento successivo del contribuente, come la mancata partecipazione al contraddittorio, è irrilevante ai fini della sospensione. Il beneficio rimane valido perché legato unicamente alla presentazione della richiesta iniziale.

Perché la Corte ha ritenuto che la sospensione debba essere automatica?
Per garantire la certezza del diritto e la prevedibilità dei termini processuali. Se la sospensione dipendesse da una valutazione soggettiva del comportamento del contribuente, si creerebbe un’incertezza giuridica inaccettabile, costringendo a valutare caso per caso la ‘serietà’ delle intenzioni del contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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