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Sospensione giudizio tributario per definizione agevolata

La Corte di Cassazione ha ordinato la sospensione di un giudizio tributario a seguito della richiesta del contribuente di aderire alla definizione agevolata delle liti pendenti. Il caso riguardava un avviso di accertamento per maggiore IRPEF derivante da una partecipazione societaria. Il contribuente, dopo aver presentato istanza di definizione agevolata e pagato la prima rata, ha chiesto la sospensione del processo in Cassazione. La Corte, applicando l’art. 1, comma 236, della Legge 197/2022, ha accolto la richiesta, sospendendo il giudizio fino al 2027, data prevista per il pagamento dell’ultima rata. La decisione sottolinea che l’estinzione definitiva del processo è subordinata al completo e tempestivo pagamento di tutte le somme dovute.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione Giudizio Tributario: La Cassazione Ferma il Processo per Adesione alla Definizione Agevolata

La sospensione del giudizio tributario rappresenta un’importante parentesi nel contenzioso tra Fisco e contribuente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina uno dei casi più frequenti che portano a tale sospensione: l’adesione del contribuente a una delle cosiddette “tregue fiscali”. Analizziamo il caso per comprendere come funziona questo meccanismo e quali sono le conseguenze per le parti coinvolte.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a un contribuente per l’anno d’imposta 2006. L’Agenzia delle Entrate contestava un maggior reddito da partecipazione, derivante dal suo ruolo di socio al 90% in una società di capitali attiva nel commercio di pelli. Secondo il Fisco, la società aveva concluso operazioni commerciali fittizie con partner esteri per un ammontare di oltre 9,6 milioni di euro, abbattendo così l’imponibile. Di conseguenza, al socio veniva richiesto il pagamento di maggiori imposte per oltre 632.000 euro.

Il contribuente ha impugnato l’atto, ottenendo inizialmente una vittoria in primo grado (Commissione Tributaria Provinciale). I giudici avevano infatti annullato l’accertamento poiché era stato annullato anche l’atto presupposto emesso nei confronti della società. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale ha ribaltato la decisione, dando ragione all’Agenzia delle Entrate, in quanto in un separato giudizio d’appello l’accertamento verso la società era stato ritenuto valido. Il contribuente ha quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Svolta: Istanza di Definizione Agevolata e Sospensione del Giudizio Tributario

In pendenza del giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, il contribuente ha deciso di avvalersi della normativa sulla definizione agevolata delle controversie tributarie, prevista dalla Legge n. 197/2022. Questa procedura consente di chiudere le liti pendenti con il Fisco pagando una somma ridotta.

Il contribuente ha presentato formale istanza e, dopo aver ricevuto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione il conteggio dell’importo dovuto (fissato in circa 982.000 euro, rateizzabili), ha provveduto al pagamento della prima rata di oltre 100.000 euro. Forte di ciò, ha presentato alla Corte di Cassazione un’istanza per ottenere la sospensione del giudizio tributario in corso, come previsto dalla legge stessa.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del contribuente, basando la sua decisione sull’applicazione diretta della normativa speciale. L’articolo 1, comma 236, della Legge n. 197/2022, stabilisce infatti che i giudizi relativi alle controversie definite in via agevolata devono essere sospesi in attesa del perfezionamento della procedura.

La Corte ha verificato la sussistenza dei presupposti richiesti dalla norma:
1. La presentazione di un’istanza di definizione agevolata.
2. La prova del pagamento della prima rata dovuta.

Essendo entrambe le condizioni soddisfatte, i giudici hanno dichiarato la sospensione del processo fino al 30 novembre 2027, data indicata come termine per il versamento dell’ultima rata del piano di pagamento. L’ordinanza chiarisce un punto fondamentale: l’estinzione del giudizio non è automatica, ma è strettamente subordinata all’effettivo e completo pagamento di tutte le somme. In caso di mancato perfezionamento della definizione, il processo potrà essere ripreso su istanza di una delle parti.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma il meccanismo procedurale previsto dalle leggi di tregua fiscale. L’adesione a una definizione agevolata non cancella immediatamente il contenzioso, ma lo “congela”. Per il contribuente, ciò significa ottenere una pausa dal processo, con la prospettiva di chiuderlo definitivamente a condizioni vantaggiose. Per l’Erario, rappresenta la possibilità di incassare somme certe in tempi più rapidi rispetto alla conclusione di un lungo iter giudiziario. La decisione ribadisce però che il beneficio non è incondizionato: il contribuente deve onorare scrupolosamente il piano di rateizzazione. In caso contrario, la sospensione verrà revocata e il giudizio riprenderà dal punto in cui si era interrotto, con tutte le conseguenze del caso.

Per quale motivo è stato sospeso il processo davanti alla Corte di Cassazione?
Il processo è stato sospeso perché il contribuente ha fatto richiesta di ‘definizione agevolata della controversia’, una procedura prevista dalla Legge 197/2022 per chiudere le liti con il Fisco. Avendo presentato l’istanza e pagato la prima rata, ha ottenuto la sospensione come previsto dalla legge.

La sospensione del giudizio significa che la causa è terminata?
No, la causa non è terminata ma solo ‘congelata’. L’estinzione definitiva del giudizio avverrà solo se il contribuente pagherà integralmente e puntualmente tutte le rate previste dal piano di definizione agevolata e ne fornirà prova in giudizio.

Cosa succede se il contribuente non paga le rate della definizione agevolata?
Come specificato nell’ordinanza, se il contribuente non dovesse perfezionare la definizione agevolata (cioè non pagasse tutte le rate), il giudice revocherà la sospensione su richiesta di una delle parti. A quel punto, il processo tributario riprenderà il suo corso dal punto in cui era stato interrotto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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