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Sospensione giudizio tributario per definizione agevolata

La Corte di Cassazione ha concesso la sospensione di un giudizio tributario su istanza di una curatela fallimentare. La richiesta era finalizzata a permettere alla società contribuente di usufruire della definizione agevolata della controversia, come previsto da una specifica norma di legge. A fronte della documentazione presentata, attestante la richiesta di adesione e il pagamento degli importi, la Corte ha sospeso il procedimento in attesa dell’esito della procedura di definizione.

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Pubblicato il 27 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione Giudizio Tributario: La Via per la Definizione Agevolata

La sospensione del giudizio tributario rappresenta uno strumento processuale di fondamentale importanza, specialmente quando si presentano opportunità legislative per risolvere le pendenze con il Fisco. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questo istituto possa essere utilizzato per consentire al contribuente di aderire a una definizione agevolata, congelando temporaneamente la lite in corso. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La controversia vedeva contrapposte l’Amministrazione Finanziaria e la curatela fallimentare di una società in accomandita semplice. L’Ente della Riscossione aveva impugnato dinanzi alla Corte di Cassazione una sentenza emessa da una Commissione Tributaria Regionale, favorevole alla società contribuente. Durante il giudizio di legittimità, la curatela fallimentare, in qualità di controricorrente, ha presentato un’istanza specifica: la richiesta di sospensione del processo.

La Richiesta di Sospensione e la Definizione Agevolata

La ragione alla base della richiesta era precisa: la volontà di avvalersi della ‘definizione agevolata della controversia’, introdotta dall’art. 6 del D.L. 119/2018. Questa normativa offriva ai contribuenti la possibilità di chiudere le liti pendenti con il Fisco attraverso il pagamento di somme ridotte.

Per dimostrare la serietà delle proprie intenzioni e la concretezza della propria richiesta, la curatela non si è limitata a una semplice dichiarazione di intenti. Ha depositato agli atti del processo la copia dell’istanza di definizione presentata all’Amministrazione Finanziaria, corredata dalla ricevuta che attestava l’avvenuto pagamento degli importi dovuti secondo la procedura agevolata.

La Decisione della Corte sulla Sospensione del Giudizio Tributario

La Corte di Cassazione, esaminata l’istanza e la documentazione prodotta, ha accolto la richiesta del contribuente. Con un’ordinanza interlocutoria, i giudici hanno disposto la sospensione del giudizio tributario in corso. Questa decisione non chiude la controversia, ma la mette in ‘pausa’ in attesa che la procedura amministrativa di definizione agevolata giunga a compimento.

Le Motivazioni della Corte

Sebbene l’ordinanza sia sintetica, la motivazione è insita nella logica del sistema processuale e tributario. La legge stessa (in questo caso, l’art. 6 del D.L. 119/2018) prevede un percorso alternativo al giudizio per la risoluzione della lite. Un contribuente che dimostra di aver intrapreso concretamente tale percorso, presentando l’istanza e soprattutto effettuando il pagamento richiesto, ha diritto a vedere il processo sospeso. Sarebbe contrario ai principi di economia processuale e di leale collaborazione proseguire un giudizio che potrebbe essere estinto a breve per effetto della definizione agevolata. La sospensione è, quindi, l’atto necessario per permettere all’iter amministrativo di concludersi, con la potenziale estinzione della materia del contendere.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questo provvedimento ribadisce un principio di grande rilevanza pratica per contribuenti e professionisti. Quando la legge offre una ‘scappatoia’ come una sanatoria o una definizione agevolata, è possibile e doveroso richiederne l’applicazione anche nei giudizi pendenti, compreso quello di Cassazione. La chiave per ottenere la sospensione è la proattività: non basta manifestare l’intenzione, ma è cruciale formalizzare l’adesione secondo le modalità previste dalla norma (presentazione dell’istanza e pagamento) e fornire al giudice la prova di tali adempimenti. Questa ordinanza conferma che la sospensione del giudizio tributario è lo strumento corretto per ‘congelare’ la lite e dare priorità alla via conciliativa offerta dal legislatore, con benefici per entrambe le parti in termini di tempo e risorse.

È possibile chiedere la sospensione di un processo tributario in Cassazione per aderire a una definizione agevolata?
Sì, il provvedimento in esame dimostra che è possibile presentare un’istanza di sospensione del giudizio anche dinanzi alla Corte di Cassazione per potersi avvalere di una procedura di definizione agevolata della controversia.

Cosa bisogna presentare al giudice per ottenere la sospensione del giudizio?
Per ottenere la sospensione, la parte interessata deve dimostrare di aver concretamente avviato la procedura. Nel caso di specie, la curatela fallimentare ha depositato la copia dell’istanza presentata all’Agenzia delle Entrate e la ricevuta del pagamento degli importi dovuti.

Qual è l’effetto della sospensione del giudizio in attesa della definizione agevolata?
La sospensione ‘congela’ temporaneamente il processo. Se la procedura di definizione agevolata si conclude positivamente, la controversia si estingue e il processo viene dichiarato cessato. Se la procedura non va a buon fine, il processo riprende dal punto in cui era stato interrotto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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