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Sospensione giudizio tributario: la definizione agevolata

Una società turistica, in lite con l’Agenzia delle Entrate per crediti d’imposta contestati, ha ottenuto la sospensione del giudizio tributario in Cassazione. La decisione è scaturita dalla sua adesione alla definizione agevolata delle controversie, prevista dalla Legge 197/2022. La Corte ha sospeso il procedimento fino alla data prevista per il pagamento dell’ultima rata, subordinando l’estinzione del giudizio al completo adempimento del piano di rateizzazione.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione Giudizio Tributario: Gli Effetti della Definizione Agevolata

La definizione agevolata delle liti tributarie, introdotta dalla Legge 197/2022, offre ai contribuenti un’importante opportunità per risolvere le controversie con il Fisco. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione chiarisce uno degli effetti più significativi di questa procedura: la sospensione del giudizio tributario pendente. Analizziamo come l’adesione a questa sanatoria possa congelare un processo in corso, anche in ultimo grado, fornendo respiro e una via d’uscita al contribuente.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un atto di recupero notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società operante nel settore turistico. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’illegittima compensazione di crediti INPS risalenti all’anno 2011. La società ha impugnato l’atto, ma ha visto le sue ragioni respinte sia dalla Commissione Tributaria Provinciale che, in appello, dalla Commissione Tributaria Regionale.

Non arrendendosi, la società ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a tre diversi motivi di impugnazione. Mentre il giudizio era pendente dinanzi alla Suprema Corte, si è presentata una nuova opportunità.

La Definizione Agevolata come Via d’Uscita

Sfruttando le disposizioni della Legge 197/2022, la società ha presentato istanza per la definizione agevolata di tutte le controversie pendenti nella provincia di competenza. L’Amministrazione Finanziaria ha accolto la richiesta, calcolando il debito complessivo in circa 34.000 Euro e accordando un piano di pagamento in 18 rate.

La società ha quindi documentato l’adesione alla procedura e il pagamento delle prime rate maturate, depositando in Cassazione un’istanza formale per la sospensione del processo.

L’Impatto della Definizione Agevolata sulla Sospensione del Giudizio Tributario

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della contribuente. La decisione si fonda su una precisa disposizione normativa: l’articolo 1, comma 236, della Legge n. 197 del 2022. Questa norma stabilisce che, qualora un contribuente aderisca alla definizione agevolata, i giudizi pendenti relativi alla controversia definita devono essere sospesi.

Questa sospensione non è discrezionale, ma un atto dovuto da parte del giudice una volta che viene fornita la prova documentale dell’adesione alla procedura. La ratio è evidente: non ha senso proseguire un contenzioso il cui oggetto è in via di estinzione attraverso un percorso alternativo previsto dalla legge stessa.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha osservato che non sussistevano più le condizioni per esaminare il merito dei motivi di ricorso. L’adesione della società alla definizione agevolata e l’avvio dei pagamenti hanno di fatto congelato la controversia. In applicazione della normativa citata, i giudici hanno dichiarato la sospensione del giudizio tributario fino al 30 novembre 2027, data fissata per il versamento dell’ultima rata del piano di definizione.

È cruciale, come sottolineato dalla stessa Corte, che l’estinzione del giudizio non è automatica. Essa è “subordinata all’effettivo perfezionamento della definizione”. Ciò significa che la società dovrà onorare l’intero piano di pagamento. Qualora non lo facesse, la sospensione verrebbe revocata su istanza della controparte (l’Agenzia delle Entrate) e il giudizio riprenderebbe dal punto in cui era stato interrotto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma la potenza dello strumento della definizione agevolata. Essa non solo permette di chiudere i conti con il Fisco a condizioni vantaggiose, ma ha anche l’immediato effetto di bloccare i processi in corso, mettendo al riparo il contribuente dai rischi e dai costi di un lungo contenzioso. La sospensione offre la certezza di un percorso definito, il cui esito finale dipende unicamente dalla capacità del contribuente di rispettare gli impegni di pagamento presi. Per le aziende, si tratta di una boccata d’ossigeno fondamentale per la pianificazione finanziaria e la gestione del rischio legale.

Aderire alla definizione agevolata delle liti pendenti sospende automaticamente il processo tributario in corso?
Sì, secondo l’art. 1, comma 236, della Legge n. 197/2022, il giudice deve dichiarare la sospensione del giudizio una volta che la parte interessata ha depositato la documentazione che attesta l’adesione alla procedura e il pagamento degli importi dovuti o della prima rata.

Fino a quando dura la sospensione del giudizio tributario in caso di definizione agevolata?
La sospensione del giudizio dura fino alla data prevista per il versamento dell’ultima rata del piano di definizione. Nel caso specifico analizzato, la sospensione è stata fissata fino al 30.11.2027.

Cosa succede se il contribuente non paga tutte le rate della definizione agevolata dopo aver ottenuto la sospensione del giudizio?
Se il contribuente non perfeziona la definizione pagando tutte le rate, l’estinzione del giudizio non avviene. In caso di inadempimento, il giudice, su istanza di una delle parti, revoca la sospensione e il processo riprende il suo corso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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