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Sospensione accertamento IMU: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16903/2024, ha rinviato a pubblica udienza una causa relativa alla sospensione dell’accertamento IMU per l’anno 2015. La controversia nasce dalla notifica di un avviso di accertamento nel 2021, che una fondazione riteneva tardiva a causa delle complesse norme di proroga introdotte durante l’emergenza Covid. Ritenendo la questione di particolare importanza giuridica, la Corte ha deciso di approfondire il tema della corretta interpretazione dei termini di prescrizione modificati dalla legislazione emergenziale.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sospensione Accertamento IMU: La Cassazione Fa Chiarezza sui Termini Covid

L’emergenza sanitaria ha introdotto complessità normative che si ripercuotono ancora oggi sui contenziosi tributari. Un caso emblematico riguarda la sospensione dell’accertamento IMU e l’interpretazione delle proroghe dei termini di notifica. Con l’ordinanza interlocutoria n. 16903/2024, la Corte di Cassazione ha deciso di affrontare la questione in pubblica udienza, data la sua rilevanza per cittadini e amministrazioni comunali.

I Fatti di Causa

Una fondazione si è vista notificare nel febbraio 2021 un avviso di accertamento IMU relativo all’anno d’imposta 2015 da parte di un Comune. La contribuente ha impugnato l’atto per due ragioni principali:
1. Tardività della notifica: Secondo la fondazione, il termine quinquennale per l’accertamento era scaduto, nonostante le sospensioni previste dalla normativa emergenziale Covid-19.
2. Mancato riconoscimento della riduzione per inagibilità: La fondazione sosteneva di aver diritto a una riduzione dell’imposta a causa dello stato di inagibilità di alcuni immobili, richiesta che il Comune aveva respinto.

I giudici di primo e secondo grado avevano dato ragione al Comune, ritenendo la notifica tempestiva sulla base di una proroga di 85 giorni e legittimo il diniego della riduzione per inagibilità, in quanto lo stato di degrado era superabile con interventi di manutenzione.

L’Analisi della Corte e la Sospensione dell’Accertamento IMU

Il cuore del ricorso in Cassazione si è concentrato sul primo motivo: la corretta interpretazione delle norme sulla sospensione dell’accertamento IMU. La fondazione ha invocato l’art. 157 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), che prevedeva una scissione dei termini: gli atti di accertamento in scadenza tra l’8 marzo e il 31 dicembre 2020 dovevano essere emessi entro la fine del 2020, ma potevano essere notificati entro il 31 dicembre 2021.

La Corte di merito, invece, aveva applicato una semplice sospensione di 85 giorni (dall’8 marzo al 31 maggio 2020), estendendo la scadenza originaria del 31 dicembre 2020 al 26 marzo 2021 e considerando quindi tempestiva la notifica di febbraio 2021.

Di fronte a questa divergenza interpretativa, la Suprema Corte ha riconosciuto che la questione ha una “rilevanza monofilattica”, ovvero necessita di un intervento chiarificatore per garantire un’applicazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Per questo motivo, ha ritenuto insufficiente una trattazione in camera di consiglio e ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza.

La Questione dell’Inagibilità dell’Immobile

Sul secondo motivo, relativo alla riduzione IMU per inagibilità, la Cassazione non si è pronunciata nel merito. Tuttavia, emerge dalle decisioni precedenti che il beneficio fiscale è legato a un “degrado strutturale non superabile con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Nel caso di specie, una perizia comunale aveva stabilito che l’obsolescenza funzionale degli immobili era dovuta a uno stato di abbandono e quindi risolvibile con lavori di manutenzione, escludendo così il diritto alla riduzione.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione principale del rinvio a pubblica udienza risiede nella necessità di stabilire un principio di diritto chiaro e vincolante sulla durata e le modalità di applicazione delle proroghe dei termini di accertamento fiscale introdotte durante la pandemia. L’interpretazione dell’art. 157 del Decreto Rilancio ha generato incertezza e contenziosi in tutta Italia. La Corte ha quindi il compito di risolvere il conflitto interpretativo, specificando se dovesse applicarsi una sospensione secca di 85 giorni o il più complesso meccanismo di sdoppiamento dei termini (emissione entro il 2020, notifica entro il 2021).

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non chiude la vicenda ma la porta a un livello di discussione più solenne. La futura sentenza, che seguirà la pubblica udienza, avrà un impatto significativo su innumerevoli avvisi di accertamento notificati nel 2021 e oltre. Fornirà a contribuenti ed enti locali un criterio interpretativo definitivo sulla sospensione dell’accertamento IMU, risolvendo una delle questioni legali più dibattute nate dalla legislazione emergenziale.

Qual è il termine ordinario per la notifica di un avviso di accertamento IMU?
Secondo l’art. 1, comma 161, della Legge n. 296/2006, gli avvisi di accertamento per i tributi locali devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati.

La legislazione sull’emergenza Covid ha modificato i termini di accertamento IMU per il 2015?
Sì, ma l’esatta modalità di modifica è oggetto della controversia. Una tesi sostiene una proroga di 85 giorni, spostando la scadenza a marzo 2021. Un’altra tesi, basata sull’art. 157 del D.L. 34/2020, sostiene che l’atto dovesse essere emesso entro il 31 dicembre 2020 ma poteva essere notificato fino al 31 dicembre 2021. La Corte di Cassazione dovrà chiarire quale interpretazione sia corretta.

Quando un immobile può essere considerato inagibile per ottenere la riduzione dell’IMU?
Secondo quanto emerge dalla sentenza, un immobile è considerato inagibile ai fini della riduzione IMU quando presenta uno stato di degrado strutturale che non può essere superato con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. L’obsolescenza funzionale derivante da semplice abbandono e risolvibile con lavori di manutenzione non dà diritto alla riduzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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