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Sopravvenienza attiva: tassazione nel bilancio

Una società di trasporti ha ridotto un fondo rischi nel 2012, generando una sopravvenienza attiva. L’azienda sosteneva che dovesse essere tassata in un anno precedente. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sopravvenienza attiva è tassabile nell’anno in cui la società registra formalmente la riduzione del fondo nei suoi rendiconti finanziari, poiché è in quel momento che il componente di reddito diventa certo e determinabile ai fini fiscali.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sopravvenienza Attiva: Quando la Riduzione di un Fondo Rischi Diventa Tassabile?

La gestione dei fondi rischi e la corretta imputazione fiscale delle componenti di reddito che ne derivano rappresentano un tema cruciale per le imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale: il momento esatto in cui una sopravvenienza attiva, generata dalla riduzione di un fondo rischi, diventa imponibile. La decisione sottolinea come la scelta contabile dell’impresa sia determinante per stabilire l’anno di competenza fiscale, anche in deroga al principio generale.

I Fatti di Causa: Dal Fondo Rischi alla Controversia Fiscale

Una società di trasporti aveva istituito nel 2001 un accantonamento a un fondo rischi per far fronte a una potenziale passività verso un ente previdenziale. Negli anni successivi, il contenzioso con l’ente si era affievolito, tanto che dal 2005 non erano state avanzate ulteriori pretese. Nel 2012, ritenendo il fondo eccessivo rispetto al rischio residuo, la società ha deciso di ridurlo significativamente, trasferendo la quota liberata, pari a oltre 340.000 euro, a conto economico come “insussistenza attiva”.

Tuttavia, in sede di dichiarazione dei redditi, l’azienda ha considerato tale somma non tassabile, apportando una variazione in diminuzione. L’Agenzia delle Entrate ha contestato questa operazione, emettendo un avviso di accertamento e assoggettando a tassazione la somma come sopravvenienza attiva imponibile per l’anno 2012. La società ha impugnato l’atto, sostenendo che l’anno di competenza fiscale corretto fosse il 2011, anno in cui il presunto debito si sarebbe prescritto, e non il 2012.

La Decisione della Cassazione sulla Sopravvenienza Attiva

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la legittimità dell’operato dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno stabilito che la tassazione della sopravvenienza attiva era correttamente avvenuta nell’anno 2012. La Corte ha chiarito che il momento fiscalmente rilevante non coincide con il venir meno del rischio in senso astratto (ad esempio, per prescrizione), ma con la sua formalizzazione contabile da parte dell’impresa.

Le Motivazioni: Il Principio di Competenza Fiscale Derogato

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 109, comma 1, seconda parte, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (t.u.i.r.). Questa norma stabilisce una deroga al principio di competenza generale. Se un componente di reddito non è ancora certo nell’esistenza o determinabile nell’ammontare, esso concorre a formare il reddito nell’esercizio in cui tali condizioni si verificano.

Nel caso dei fondi rischi, istituiti proprio per fronteggiare passività incerte, l’incertezza si risolve solo quando l’impresa, attraverso le sue valutazioni, decide che il rischio è cessato o si è ridotto e, di conseguenza, procede a ridurre o azzerare il fondo. L’operazione di giroconto effettuata dalla società nel bilancio 2012 è l’atto che ha reso l’eccedenza del fondo una componente di reddito certa e determinabile.

Le argomentazioni della contribuente sulla prescrizione del debito sono state ritenute irrilevanti, in quanto la stessa società, mantenendo il fondo fino al 2012, ha dimostrato di considerare il rischio ancora sussistente. La scelta contabile di ridurre il fondo solo in quell’anno ha cristallizzato l’obbligazione fiscale in quel medesimo esercizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Aziende

L’ordinanza afferma un principio di diritto di notevole importanza pratica: l’emersione di una sopravvenienza attiva fiscalmente imponibile, a seguito della riduzione o dell’azzeramento di un fondo rischi, si determina nell’anno d’imposta in cui l’impresa dispone contabilmente in tal senso. Per le aziende, ciò significa che la gestione contabile dei fondi rischi ha dirette e immediate conseguenze fiscali. La decisione di ridurre un fondo deve essere ponderata attentamente, poiché è l’atto stesso della rilevazione contabile a far scattare l’obbligo di tassazione della sopravvenienza, indipendentemente da quando il rischio sottostante sia venuto meno di fatto.

In quale anno d’imposta deve essere tassata una sopravvenienza attiva derivante dalla riduzione di un fondo rischi?
La sopravvenienza attiva deve essere tassata nell’anno d’imposta in cui l’azienda decide di ridurre o azzerare il fondo rischi e registra tale operazione in bilancio, poiché è in quel momento che il componente di reddito diventa certo e determinabile.

Il principio di competenza generale si applica sempre agli accantonamenti a fondi rischi?
No, per gli accantonamenti a fondi rischi, che coprono passività incerte, si applica una deroga al principio di competenza (art. 109, comma 1, seconda parte, t.u.i.r.). La tassazione avviene non quando il rischio svanisce di fatto, ma quando tale evento è formalizzato contabilmente.

La prescrizione di un debito potenziale rende automaticamente tassabile il relativo fondo rischi?
Non automaticamente. Secondo la sentenza, anche se il debito potenziale si è prescritto, la sopravvenienza attiva diventa fiscalmente rilevante solo nell’esercizio in cui la società contribuente, valutando che il rischio è venuto meno, procede a ridurre o eliminare il fondo dal proprio bilancio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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