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Solidarietà paritetica: bookmaker e ricevitore

Un bookmaker estero ha impugnato un avviso di accertamento fiscale, sostenendo che una pronuncia della Corte Costituzionale a favore del suo partner nazionale (il centro scommesse) dovesse estendersi anche a lui. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il rapporto tra i due soggetti è di solidarietà paritetica, non di dipendenza. Di conseguenza, il bookmaker rimane pienamente responsabile per il pagamento dell’imposta unica sulle scommesse raccolte sul territorio italiano, poiché la sua obbligazione tributaria è autonoma e non accessoria a quella del centro scommesse.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Solidarietà Paritetica: La Cassazione e la Responsabilità Fiscale del Bookmaker

Nel complesso mondo della fiscalità applicata al settore dei giochi e delle scommesse, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul rapporto di responsabilità tra i bookmaker esteri e i centri di trasmissione dati operanti sul territorio nazionale. La questione centrale ruota attorno al concetto di solidarietà paritetica, un principio che definisce come le obbligazioni tributarie siano ripartite tra i diversi attori della filiera.

I Fatti del Caso: Una Questione di Responsabilità

Una società estera, operante come bookmaker, ha ricevuto un avviso di accertamento dall’Amministrazione Finanziaria per l’imposta unica sulle scommesse relativa all’anno 2010. La società ha impugnato l’atto, basando la propria difesa su una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 27/2018). Tale sentenza aveva dichiarato l’illegittimità dell’obbligo fiscale a carico delle ricevitorie nazionali per gli anni antecedenti al 2011, in quanto queste non avevano la possibilità di trasferire l’onere fiscale sul bookmaker.

Il bookmaker sosteneva che, essendo il suo ruolo assimilabile a quello di un garante e quello della ricevitoria a quello di debitore principale, l’annullamento dell’obbligazione della ricevitoria avrebbe dovuto automaticamente far cadere anche la propria. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva respinto questa tesi, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: La Solidarietà Paritetica Prevale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso del bookmaker, confermando la piena legittimità dell’avviso di accertamento. Il fulcro della decisione risiede nella qualificazione del rapporto tra bookmaker e centro scommesse.

Secondo i giudici, non si tratta di un rapporto di garanzia (solidarietà dipendente), ma di una solidarietà paritetica. Questo significa che entrambi i soggetti, pur con ruoli diversi, partecipano alla gestione delle scommesse e sono considerati debitori principali e autonomi nei confronti del fisco.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato il suo ragionamento su tre pilastri fondamentali.

Distinzione Cruciale: Solidarietà Paritetica vs. Dipendente

La Cassazione ha chiarito che il bookmaker, in quanto soggetto che realizza il presupposto impositivo (l’organizzazione e l’esercizio delle scommesse), è debitore per fatto proprio. La ricevitoria, che raccoglie materialmente le scommesse, partecipa all’attività e quindi condivide la responsabilità fiscale. Il loro legame è di parità: entrambi sono obbligati in solido per l’intero importo del tributo. L’obbligazione del bookmaker non è quindi accessoria a quella della ricevitoria, ma esiste autonomamente.

L’Impatto della Sentenza della Corte Costituzionale

La sentenza della Consulta del 2018 ha inciso solo sulla posizione delle ricevitorie per il periodo precedente al 2011, a causa dell’impossibilità pratica per queste di rivalersi sul bookmaker. Questa pronuncia, specifica e mirata a tutelare la capacità contributiva delle ricevitorie, non ha mai messo in discussione l’esistenza dell’obbligazione fiscale principale in capo al bookmaker. Annullare la responsabilità della ricevitoria non significa, pertanto, annullare quella del bookmaker.

Conformità con il Diritto Europeo

La Corte ha anche respinto la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Ha ribadito, citando precedenti sentenze europee, che la normativa italiana sull’imposta unica non è discriminatoria. Essa si applica a tutte le scommesse raccolte sul territorio italiano, indipendentemente dal fatto che l’operatore abbia sede in Italia o all’estero. L’obiettivo è tutelare i consumatori, l’ordine pubblico e recuperare base imponibile, finalità ritenute legittime dal diritto unionale.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale nel diritto tributario dei giochi: la responsabilità tra bookmaker estero e centro scommesse nazionale è di natura paritetica. La posizione fiscale di uno non dipende da quella dell’altro in un rapporto di accessorietà. Per gli operatori del settore, ciò significa che l’obbligazione verso l’erario per l’imposta unica è diretta e autonoma. La caduta della responsabilità di un soggetto della filiera non comporta automaticamente la liberazione degli altri coobbligati solidali, a meno che non si tratti di un rapporto di garanzia, qui escluso dalla Corte.

Se la responsabilità fiscale di un centro scommesse viene annullata, anche quella del bookmaker estero per cui opera decade automaticamente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il rapporto tra i due è di solidarietà paritetica, non dipendente. L’obbligazione del bookmaker è autonoma e non accessoria a quella del centro scommesse, quindi la sua responsabilità fiscale permane anche se quella del partner viene meno per specifiche ragioni, come nel caso della sentenza della Corte Costituzionale n. 27/2018.

Che differenza c’è tra solidarietà paritetica e solidarietà dipendente in ambito fiscale?
Nella solidarietà paritetica, tutti i debitori sono sullo stesso piano e ciascuno è obbligato per l’intero debito in via principale. Nella solidarietà dipendente, invece, c’è un debitore principale e un garante, la cui obbligazione è accessoria e dipende dall’esistenza di quella principale. In questo caso, la Corte ha stabilito che si applica la prima forma di solidarietà.

La tassazione italiana sui giochi e scommesse discrimina gli operatori esteri?
No. Sia la Corte di Cassazione che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno confermato che la normativa italiana non è discriminatoria. L’imposta unica si applica a tutte le scommesse raccolte sul territorio italiano senza distinzioni basate sul luogo di stabilimento dell’operatore, perseguendo obiettivi legittimi come la tutela dei consumatori e dell’ordine pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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