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Soggetto passivo IMU: chi paga dopo il leasing?

Una società di leasing ha contestato un avviso di accertamento IMU relativo a un immobile il cui contratto di leasing era stato risolto, ma che era rimasto occupato da un terzo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per ottenere l’esenzione per occupazione abusiva, il proprietario deve dimostrare di aver agito tempestivamente con una denuncia. La mancata azione legale è stata interpretata come tolleranza, confermando che il proprietario è il soggetto passivo IMU.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Soggetto Passivo IMU: Chi Paga se l’Immobile in Leasing è Occupato?

La questione di chi sia il soggetto passivo IMU in caso di contratto di leasing risolto anticipatamente, ma con l’immobile non ancora restituito al proprietario, è fonte di frequenti contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, sottolineando le responsabilità del proprietario in caso di occupazione da parte di terzi. Vediamo nel dettaglio i fatti e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa: Il Leasing Risolto e l’Immobile Occupato

Una società di leasing si è vista notificare un avviso di accertamento dal Comune per il mancato pagamento dell’IMU relativa al 2017. L’immobile in questione era oggetto di un contratto di locazione finanziaria che era stato risolto anticipatamente per inadempimento dell’utilizzatore. Tuttavia, l’immobile non era stato restituito alla società proprietaria, ma era di fatto occupato da un’altra società, terza rispetto al contratto originario.

La società di leasing ha impugnato l’atto, sostenendo di non essere il soggetto tenuto al pagamento dell’imposta. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno respinto le sue ragioni, confermando la legittimità della pretesa del Comune. La vicenda è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: La Tolleranza verso l’Occupante Rende Dovuta l’IMU

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società di leasing, confermando la sua responsabilità come soggetto passivo IMU. I giudici hanno basato la loro decisione su due punti principali.

In primo luogo, hanno dichiarato inammissibile il motivo con cui la società lamentava per la prima volta in Cassazione l’occupazione abusiva dell’immobile. Tale questione, infatti, non era stata sollevata nei precedenti gradi di giudizio e, pertanto, non poteva essere esaminata.

In secondo luogo, e nel merito della questione, la Corte ha richiamato un’importante sentenza della Corte Costituzionale (n. 60/2024), la quale ha stabilito che i proprietari di immobili occupati abusivamente possono beneficiare dell’esenzione IMU. Tuttavia, questa esenzione è subordinata a una condizione precisa: il proprietario deve aver presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per i reati connessi all’occupazione o aver intrapreso un’azione penale.

Nel caso specifico, la società di leasing, pur lamentando un’occupazione che durava da diversi anni, non aveva dimostrato di aver intrapreso alcuna azione legale a tutela della sua proprietà se non molto tardivamente. Questa inazione è stata interpretata dalla Corte come una forma di tolleranza dell’occupazione, incompatibile con i requisiti per l’esenzione. Di conseguenza, la società proprietaria è stata considerata il corretto soggetto passivo IMU.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che il presupposto per l’esenzione IMU in caso di occupazione abusiva non è la mera indisponibilità del bene, ma la sua inutilizzabilità a seguito di un atto illecito che il proprietario ha formalmente e tempestivamente contestato. La denuncia o l’azione giudiziaria non sono una mera formalità, ma la prova che il proprietario non sta tollerando la situazione e si è attivato per rientrare in possesso del proprio bene. La legge, come interpretata dalla Corte Costituzionale, non intende tutelare il proprietario inerte, ma colui che subisce un illecito e agisce per contrastarlo. Mancando questa prova, la responsabilità fiscale ricade sul titolare del diritto di proprietà.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per tutti i proprietari di immobili, in particolare per le società di leasing: la gestione del patrimonio immobiliare richiede un monitoraggio attivo. In caso di risoluzione di un contratto di leasing o di occupazione senza titolo, non è sufficiente attendere la restituzione spontanea del bene. Per evitare di essere considerati il soggetto passivo IMU, è indispensabile agire prontamente attraverso gli strumenti legali, denunciando l’occupazione abusiva. L’inerzia può costare cara, trasformandosi in una tolleranza di fatto che fa ricadere sul proprietario l’onere del pagamento delle imposte municipali.

Chi deve pagare l’IMU per un immobile in leasing se il contratto è risolto ma l’immobile non viene restituito?
In linea generale, dopo la risoluzione del contratto, la soggettività passiva ai fini IMU torna in capo alla società di leasing proprietaria. Se l’immobile è occupato abusivamente da terzi, il proprietario può essere esentato solo se dimostra di aver tempestivamente denunciato l’occupazione alle autorità giudiziarie.

Un proprietario è esente dal pagamento dell’IMU se il suo immobile è occupato abusivamente?
Sì, ma solo a determinate condizioni. Secondo la sentenza n. 60/2024 della Corte Costituzionale, l’esenzione si applica se l’immobile è inutilizzabile e indisponibile e se il proprietario ha presentato una denuncia formale per i reati di violazione di domicilio (art. 614 c.p.) o invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.), oppure ha avviato un’azione giudiziaria penale.

Cosa succede se una questione legale, come l’occupazione abusiva, viene sollevata per la prima volta in Cassazione?
La questione viene dichiarata inammissibile. Il giudizio di Cassazione serve a controllare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito, non a esaminare nuovi fatti o nuove questioni di diritto che non sono state discusse nei precedenti gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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