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Soggettività passiva tributaria: quando nasce l’obbligo?

Una società riceve un accertamento fiscale per un anno d’imposta precedente alla sua iscrizione nel registro imprese. La società contesta la propria soggettività passiva tributaria per quel periodo. La Cassazione, data la novità e l’importanza della questione, rimette la decisione a una pubblica udienza per un esame approfondito.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Soggettività Passiva Tributaria: L’Iscrizione al Registro Imprese è Decisiva?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha sollevato una questione di fondamentale importanza nel diritto tributario: da quale preciso momento una società di capitali acquisisce la soggettività passiva tributaria? La risposta a questa domanda determina se l’Agenzia delle Entrate possa legittimamente richiedere il pagamento di imposte per periodi antecedenti all’iscrizione formale della società nel registro delle imprese. Il caso, ritenuto di eccezionale rilevanza, è stato rimesso alla pubblica udienza per una decisione che potrebbe segnare un precedente cruciale.

I Fatti del Contenzioso

Una società a responsabilità limitata si è vista notificare un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2015, con il quale l’Agenzia delle Entrate contestava ricavi non dichiarati per quasi sei milioni di euro ai fini Ires, Iva e Irap. La società ha impugnato l’atto, sostenendo un argomento tanto semplice quanto radicale: nel 2015, essa non esisteva ancora come soggetto giuridico, essendo stata iscritta nel registro delle imprese solo il 22 settembre 2017.

Dopo un percorso altalenante nei primi due gradi di giudizio, dove il suo ricorso è stato prima dichiarato inammissibile e poi respinto nel merito, la società ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Soggettività Passiva Tributaria

Il cuore dell’argomentazione della contribuente si basa sull’articolo 73 del TUIR. Secondo questa tesi, per le società di capitali, la soggettività passiva tributaria – ovvero la capacità di essere titolari di obblighi fiscali – è indissolubilmente legata all’acquisizione della personalità giuridica. Tale momento, per legge, coincide con l’iscrizione nel registro delle imprese. Di conseguenza, un accertamento fiscale relativo a un anno precedente a tale iscrizione sarebbe illegittimo perché rivolto a un soggetto all’epoca inesistente per l’ordinamento.

Dall’altra parte, l’Agenzia delle Entrate, pur non contestando la data di iscrizione, ha sostenuto una tesi differente, attribuendo all’iscrizione un’efficacia ‘dichiarativa’ e non ‘costitutiva’, suggerendo quindi che obblighi fiscali potessero sorgere anche prima della formalizzazione dell’esistenza legale della società.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché la Causa va in Pubblica Udienza

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, non ha deciso il caso nel merito ma ha stabilito che la questione merita un approfondimento in una pubblica udienza. Questa scelta è dettata da due ragioni principali.

La Novità della Questione Giuridica

In primo luogo, i giudici hanno evidenziato che la questione sollevata è ‘del tutto nuova nel panorama giurisprudenziale di legittimità’. Non esistono, infatti, precedenti sentenze della Cassazione che abbiano affrontato in modo specifico e diretto il momento esatto in cui sorge la soggettività passiva tributaria per una società di capitali in relazione alla sua iscrizione nel registro delle imprese. Questa assenza di precedenti rende la decisione particolarmente delicata.

L’Importanza Nomofilattica del Caso

In secondo luogo, la questione presenta una spiccata ‘rilevanza nomofilattica’. Questo termine tecnico indica che la decisione avrà un impatto significativo sull’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Stabilire un principio chiaro su questo punto è essenziale per garantire certezza del diritto sia per i contribuenti che per l’Amministrazione finanziaria. Data tale importanza, una trattazione in camera di consiglio è stata ritenuta inadeguata, rendendo necessaria la discussione più ampia e approfondita tipica della pubblica udienza.

Le Conclusioni: Un Principio di Diritto da Scrivere

L’ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un momento di riflessione cruciale per il diritto societario e tributario. La futura sentenza che verrà emessa a seguito della pubblica udienza è destinata a fare chiarezza su un punto fondamentale: l’iscrizione nel registro delle imprese ha un’efficacia costitutiva anche ai fini fiscali, segnando l’anno zero per gli obblighi tributari di una società, oppure possono esistere forme di soggettività fiscale ‘di fatto’ anche prima di tale momento? La risposta che daranno i giudici avrà implicazioni pratiche enormi per tutte le società in fase di costituzione e per l’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate.

Quando una società di capitali acquista la soggettività passiva tributaria?
La questione è controversa. Secondo la tesi della contribuente, essa si acquisisce solo con l’iscrizione nel registro delle imprese, che conferisce personalità giuridica. L’ordinanza non decide, ma evidenzia che questo è il punto centrale e nuovo che la Corte dovrà risolvere.

È legittimo un avviso di accertamento per un anno d’imposta precedente all’iscrizione della società nel registro delle imprese?
Questo è il quesito al cuore della vicenda. La contribuente lo ritiene illegittimo. La Corte di Cassazione non ha ancora fornito una risposta definitiva, ritenendo la domanda così importante e inedita da richiedere una trattazione in pubblica udienza per essere decisa.

Perché la Cassazione ha rimesso la decisione alla pubblica udienza?
La Corte ha optato per la pubblica udienza perché la questione giuridica è completamente nuova nella giurisprudenza della Cassazione e ha una ‘rilevanza nomofilattica’, cioè la sua soluzione servirà a stabilire un principio di diritto uniforme per tutti, richiedendo quindi un dibattito più approfondito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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