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Società in perdita sistematica: guida alla sentenza

Una società si è vista negare un rimborso IVA perché considerata una società in perdita sistematica. La Corte di Cassazione ha stabilito che per calcolare i tre anni di perdita consecutivi si deve fare riferimento al ‘periodo d’imposta’ (anno solare) e non all”esercizio sociale’ della società, anche se questa è stata costituita a fine anno. La decisione ribalta la sentenza di secondo grado, specificando un principio cruciale per le nuove imprese.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società in perdita sistematica: Quando il periodo d’imposta prevale sull’esercizio sociale

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale per molte imprese: la definizione di società in perdita sistematica e le sue conseguenze, in particolare sul diritto al rimborso del credito IVA. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, chiarisce la distinzione fondamentale tra “periodo d’imposta” ed “esercizio sociale”, un principio che ha importanti ripercussioni pratiche, soprattutto per le aziende di nuova costituzione.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata si era vista negare dall’Agenzia Fiscale il rimborso di un credito IVA relativo all’anno 2012. La motivazione del diniego si basava sul fatto che l’ente impositore considerava l’azienda una società in perdita sistematica, avendo essa accumulato perdite fiscali nel triennio precedente (2009-2011).

L’impresa, costituita nel dicembre 2009, aveva contestato tale interpretazione, sostenendo che il suo primo vero esercizio sociale si era chiuso il 31 dicembre 2010. Di conseguenza, secondo la sua tesi, nel 2012 non era ancora trascorso il triennio necessario a configurare la condizione di perdita sistematica.

Il Percorso nei Gradi di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che quella Regionale (CTR) avevano dato ragione alla società. In particolare, i giudici di secondo grado avevano ritenuto che il primo periodo d’imposta da considerare fosse quello chiuso al 31 dicembre 2010, escludendo di fatto l’anno 2009. Secondo la CTR, quindi, la normativa sulle società in perdita sistematica non era applicabile al caso di specie.

L’Analisi della Cassazione sul concetto di società in perdita sistematica

L’Agenzia Fiscale ha impugnato la decisione della CTR dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente la prospettiva dei giudici di merito e fornendo un’interpretazione rigorosa della normativa.

Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra due concetti che, sebbene correlati, sono giuridicamente distinti:
1. L’esercizio sociale: è il periodo contabile di riferimento per la vita interna della società, alla cui chiusura viene redatto il bilancio.
2. Il periodo d’imposta: è l’arco temporale, definito dalla legge fiscale (art. 7 del TUIR), per il quale è dovuta l’imposta. Per le società di capitali, questo periodo coincide con l’anno solare, a prescindere dalla data di chiusura dell’esercizio sociale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la normativa sulla società in perdita sistematica (art. 2, comma 36-decies, D.L. 138/2011) fa esplicito riferimento a “tre periodi d’imposta consecutivi” e non a tre esercizi sociali. Poiché il periodo d’imposta si chiude per legge al 31 dicembre di ogni anno, anche una società costituita a dicembre deve considerare il periodo dalla sua costituzione fino al 31 dicembre come il suo primo periodo d’imposta.

Per tale periodo, la società è tenuta a presentare una dichiarazione dei redditi, anche se questa dovesse risultare “in bianco” o con un reddito pari a zero. Quel breve frammento di anno solare costituisce a tutti gli effetti il primo dei tre periodi d’imposta consecutivi rilevanti ai fini della norma. Di conseguenza, la CTR ha errato nel non considerare il 2009 come primo anno del triennio, basandosi erroneamente sulla data di chiusura del primo esercizio sociale.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio chiaro e inequivocabile: ai fini della qualificazione di una società in perdita sistematica, il parametro di riferimento è il periodo d’imposta, che coincide con l’anno solare, e non l’esercizio sociale. Questa interpretazione ha un impatto significativo per le imprese, specialmente quelle costituite verso la fine dell’anno, che devono essere consapevoli che anche pochi mesi o settimane di attività contano come un intero periodo d’imposta. La decisione rafforza la natura autonoma del diritto tributario rispetto alle regole civilistiche e contabili, sottolineando come la terminologia usata dal legislatore fiscale debba essere interpretata secondo le definizioni proprie di quel settore.

Per definire una società in perdita sistematica, si considera l’esercizio sociale o il periodo d’imposta?
Si deve considerare il ‘periodo d’imposta’. La legge fa esplicito riferimento a tre periodi d’imposta consecutivi, che per la maggior parte delle società coincidono con l’anno solare (1 gennaio – 31 dicembre), indipendentemente dalla durata o dalla data di chiusura dell’esercizio sociale.

Un’azienda costituita a fine anno deve considerare quel breve periodo come un intero periodo d’imposta?
Sì. Secondo la Corte, anche un breve periodo di attività dalla data di costituzione fino al 31 dicembre costituisce il primo periodo d’imposta. Per tale periodo, la società è tenuta a presentare la dichiarazione dei redditi, che verrà conteggiata nel triennio per la valutazione della perdita sistematica.

Qual è la conseguenza per una società considerata in perdita sistematica in relazione al rimborso IVA?
Una delle principali conseguenze è la limitazione o il diniego della possibilità di ottenere il rimborso del credito IVA. La normativa, infatti, presume che una società costantemente in perdita non sia pienamente operativa e quindi pone dei limiti all’utilizzo e al rimborso dei crediti fiscali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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