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Società estinta: nullo l’avviso di accertamento

Una ex socia di una S.r.l. riceve un’intimazione di pagamento per debiti tributari della società, che però era già stata cancellata dal registro delle imprese. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che gli avvisi di accertamento notificati a una società estinta sono radicalmente nulli. Di conseguenza, anche la sentenza che ne aveva confermato la legittimità è da considerarsi giuridicamente inesistente e non può produrre effetti nei confronti della ex socia.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società estinta: nullo l’avviso di accertamento notificato dopo la cancellazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5066 del 2024, ha riaffermato un principio fondamentale in materia tributaria e societaria: un avviso di accertamento notificato a una società estinta è insanabilmente nullo. Questa decisione chiarisce le conseguenze della cancellazione di una società dal registro delle imprese, sottolineando come tale atto ponga fine alla sua esistenza giuridica, con importanti implicazioni per le pretese creditorie, incluse quelle del Fisco.

I fatti del caso

Una contribuente, ex socia di una S.r.l., si vedeva recapitare un’intimazione di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per debiti IRES, IVA e IRAP relativi all’anno 2002, dovuti dalla società. Il problema fondamentale era che la società era stata cancellata dal registro delle imprese nel gennaio 2003. Gli avvisi di accertamento su cui si fondava la pretesa del Fisco erano stati notificati alla società (ormai inesistente) solo nel giugno 2009.
Successivamente, l’ex liquidatore della società aveva impugnato tali avvisi, ma il giudizio si era concluso con una sentenza che ne confermava la legittimità. Sulla base di questa sentenza, passata in giudicato, l’Amministrazione Finanziaria aveva quindi agito nei confronti della ex socia. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto i ricorsi della contribuente, ritenendo valida la pretesa erariale.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato completamente il verdetto dei gradi precedenti, accogliendo il ricorso della contribuente. I giudici di legittimità hanno dichiarato la nullità degli avvisi di accertamento e, di conseguenza, l’inesistenza giuridica della sentenza che li aveva convalidati. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha accolto l’originario ricorso della contribuente, annullando la pretesa del Fisco.

Le motivazioni della nullità dell’atto impositivo verso una società estinta

La Corte ha ribadito che, ai sensi dell’art. 2495 del codice civile, la cancellazione dal registro delle imprese produce l’immediata estinzione della società. Questo significa che la società cessa di esistere come soggetto giuridico e perde la capacità di essere titolare di diritti e obblighi, nonché la capacità processuale. Un atto impositivo, come un avviso di accertamento, notificato a un soggetto giuridicamente inesistente è, pertanto, radicalmente nullo.

L’inesistenza della sentenza e le sue conseguenze sulla società estinta

La Cassazione ha ulteriormente chiarito che il vizio si estende a tutti gli atti successivi. Il giudizio promosso dall’ex liquidatore contro gli avvisi di accertamento era a sua volta viziato, poiché egli non aveva più alcun potere di rappresentanza per una società estinta. La mancanza di legittimazione processuale costituisce un vizio insanabile che rende la sentenza emessa in quel giudizio giuridicamente inesistente. Una sentenza inesistente non produce alcun effetto, non può passare in giudicato e la sua inefficacia può essere fatta valere in qualsiasi momento, anche da chi, come la ricorrente, non aveva partecipato a quel processo.

Le motivazioni

Il fulcro del ragionamento della Corte risiede nell’effetto costitutivo ed estintivo della cancellazione della società dal registro delle imprese. Una volta cancellata, la società scompare dal mondo del diritto. Di conseguenza, non può più essere destinataria di atti, né può stare in giudizio. Qualsiasi atto notificato a una società estinta è indirizzato a un non-soggetto e, come tale, è privo di qualsiasi effetto giuridico.
I giudici hanno specificato che il principio dell’apparenza del diritto non si applica in questi casi, poiché la pubblicità legale derivante dall’iscrizione della cancellazione nel registro delle imprese crea una presunzione di conoscenza erga omnes, escludendo l’affidamento di terzi, inclusa l’Amministrazione Finanziaria.
Inoltre, la Corte ha escluso l’applicabilità del differimento quinquennale degli effetti dell’estinzione (introdotto dal D.Lgs. 175/2014), poiché la norma non ha efficacia retroattiva e la cancellazione della società in esame era avvenuta molti anni prima della sua entrata in vigore.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale a tutela della certezza del diritto. La cancellazione di una società segna la sua fine definitiva, e l’Amministrazione Finanziaria non può ignorare questo evento notificando atti impositivi a un’entità che non esiste più. Gli ex soci non possono essere perseguiti sulla base di atti nulli e di sentenze giuridicamente inesistenti. Per i creditori, inclusi quelli fiscali, la via da percorrere dopo l’estinzione della società è quella di agire direttamente nei confronti degli ex soci (nei limiti di quanto da loro riscosso in sede di liquidazione) o dell’ex liquidatore, ma senza poter fare affidamento su procedure avviate contro un soggetto ormai defunto.

È valido un avviso di accertamento notificato a una società dopo la sua cancellazione dal registro delle imprese?
No, secondo la Corte di Cassazione un avviso di accertamento notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese è radicalmente nullo, poiché indirizzato a un soggetto giuridicamente inesistente.

Una sentenza che conferma un avviso di accertamento nullo è vincolante per un ex socio che non ha partecipato al giudizio?
No. La sentenza emessa in un giudizio viziato dalla mancanza di legittimazione processuale (poiché promosso per conto di una società estinta) è da considerarsi giuridicamente inesistente. Tale sentenza non produce alcun effetto e la sua inefficacia può essere fatta valere da chiunque, inclusi gli ex soci estranei a quel processo.

L’ex liquidatore di una società estinta può validamente impugnare un avviso di accertamento notificato alla società dopo la sua cancellazione?
No, con l’estinzione della società, l’ex liquidatore perde ogni potere di rappresentanza. Pertanto, non ha la legittimazione processuale per impugnare atti notificati alla società ormai non più esistente. Un’eventuale impugnazione da lui promossa è inefficace e dà origine a un processo viziato insanabilmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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