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Società estinta: legittimazione processuale e debiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10430/2025, ha definito la questione della legittimazione processuale di una società estinta in ambito tributario. A seguito di un accertamento fiscale notificato dopo la cancellazione della società dal Registro delle Imprese, la Corte ha stabilito che, in base alla normativa sulla ‘sopravvivenza fiscale’ di cinque anni (art. 28, d.lgs. 175/2014), l’unico soggetto legittimato a rappresentare l’ente in giudizio è l’ex liquidatore. Di conseguenza, il ricorso degli ex soci è stato dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione, mentre quello proposto dall’ex liquidatore per conto della società è stato rigettato nel merito, confermando la pretesa del Fisco.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società estinta: chi risponde dei debiti fiscali? La Cassazione chiarisce la legittimazione processuale

La gestione dei debiti fiscali a seguito della cancellazione di una società dal Registro delle Imprese rappresenta un tema complesso e ricco di insidie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 10430/2025, getta nuova luce sulla figura legittimata a difendere l’ente in un contenzioso tributario sorto dopo la sua estinzione formale. Questa pronuncia è fondamentale per comprendere come opera la cosiddetta ‘ultrattività fiscale’ della società estinta e quali sono le corrette figure processuali a cui fare riferimento.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata veniva cancellata dal Registro delle Imprese nel settembre 2015. Successivamente a tale data, l’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di accertamento per l’annualità 2012, contestando costi indebitamente dedotti e non inerenti all’attività d’impresa. L’atto veniva notificato sia all’ex liquidatore sia agli ex soci.

Questi ultimi proponevano ricorso dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, che rigettava le loro istanze. La decisione veniva confermata in appello dalla Commissione Tributaria Regionale, la quale accoglieva la tesi dell’Amministrazione Finanziaria circa l’estensione della responsabilità ai soci, in virtù della normativa che posticipa gli effetti dell’estinzione della società per finalità fiscali. Contro questa sentenza, l’ex liquidatore e gli ex soci proponevano ricorso per cassazione.

La questione della Legittimazione Processuale della società estinta

Il nodo centrale della controversia riguarda l’interpretazione dell’art. 28, comma 4, del D.Lgs. n. 175/2014. Questa norma stabilisce che, ai soli fini fiscali (accertamento, contenzioso, riscossione), l’estinzione della società ha effetto solo dopo cinque anni dalla richiesta di cancellazione.

Si tratta di una ‘fictio iuris’, una finzione giuridica, che crea una sorta di ‘sopravvivenza’ della società per consentire al Fisco di agire per il recupero dei crediti tributari. La domanda cruciale che la Cassazione ha dovuto risolvere è: in questo quinquennio, chi ha il potere di stare in giudizio per la società estinta? L’ex liquidatore o gli ex soci?

La Corte ha chiarito che questa norma, di natura sostanziale, mantiene in vita la capacità e la soggettività, anche processuale, della società. Di conseguenza, la società stessa, sebbene civilisticamente estinta, rimane il soggetto passivo del rapporto tributario e la parte processuale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha operato una netta distinzione tra la posizione dell’ex liquidatore e quella degli ex soci.

Sulla legittimazione degli ex soci

I giudici hanno stabilito che, durante il periodo di ultrattività quinquennale previsto dalla legge, la società conserva la propria legittimazione attiva e passiva. Poiché l’ente è ancora ‘in vita’ per il Fisco, i soci non subentrano nei rapporti pendenti e, pertanto, sono privi di legittimazione processuale. Non possono né agire né resistere in giudizio in relazione a debiti fiscali della società. Per questo motivo, la Corte ha cassato la sentenza impugnata nei confronti degli ex soci e ha dichiarato inammissibile il loro ricorso originario.

Sulla posizione dell’ex liquidatore

Al contrario, l’ex liquidatore è identificato come l’unico soggetto che conserva i poteri di rappresentanza della società ‘sopravvissuta’ ai fini fiscali. Egli è, dunque, pienamente legittimato a ricevere la notifica degli atti impositivi e a impugnarli in giudizio per conto della società. Il ricorso presentato dal liquidatore è stato quindi esaminato nel merito.

Tuttavia, la Corte ha rigettato tutte le censure mosse dall’ex liquidatore, confermando la correttezza dell’operato della Commissione Tributaria Regionale. In particolare, è stato ribadito che l’onere di provare l’inerenza dei costi contestati gravava sul contribuente, prova che non era stata fornita in modo adeguato. Anche la questione della non trasmissibilità delle sanzioni è stata respinta, poiché, essendo la società ancora destinataria dell’atto impositivo, le sanzioni sono state correttamente irrogate a quest’ultima e non agli ‘eredi’.

Conclusioni

L’ordinanza in commento offre un principio di diritto chiaro e di fondamentale importanza pratica: nei cinque anni successivi alla richiesta di cancellazione, una società estinta continua a esistere come soggetto di diritto nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria. In questo contesto:
1. L’ex liquidatore è l’unico soggetto legittimato a rappresentare la società in ogni fase del procedimento tributario, dalla ricezione degli atti all’eventuale contenzioso.
2. Gli ex soci sono privi di legittimazione processuale attiva e passiva e non possono impugnare atti fiscali diretti alla società.

Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire l’efficacia dell’azione di accertamento e riscossione del Fisco, stabilendo un quadro di regole certe per tutti gli operatori coinvolti nella fase terminale della vita di un’impresa.

Chi può agire in giudizio per difendere una società estinta da un accertamento fiscale?
Nei cinque anni successivi alla richiesta di cancellazione dal Registro delle Imprese, l’unico soggetto legittimato a rappresentare la società in un processo tributario è l’ex liquidatore. Gli ex soci non hanno questo potere.

La cancellazione di una società dal Registro delle Imprese la libera immediatamente dai debiti fiscali?
No. Per effetto dell’art. 28 del d.lgs. n. 175/2014, l’estinzione della società per fini fiscali si produce solo dopo cinque anni dalla richiesta di cancellazione. Durante questo periodo, la società è considerata ancora esistente e può essere destinataria di atti di accertamento e riscossione.

Le sanzioni fiscali irrogate a una società estinta si trasmettono agli ex soci o all’ex liquidatore?
Durante il periodo di ‘sopravvivenza fiscale’ di cinque anni, la società rimane il soggetto passivo del rapporto tributario. Pertanto, le sanzioni sono irrogate direttamente alla società stessa, rappresentata dall’ex liquidatore, e non si trasmettono a quest’ultimo a titolo personale o agli ex soci come se fossero eredi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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