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Società di comodo agricole: la Cassazione decide

L’Agenzia delle Entrate ha contestato a una società agricola lo status di società di comodo per il 2009. La Commissione Tributaria Regionale aveva annullato l’accertamento, applicando retroattivamente un provvedimento del 2012 che esclude tali società dalla disciplina. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo che l’esclusione automatica per le società di comodo agricole non è retroattiva e si applica solo dal 2012. Per gli anni precedenti, la società deve provare l’esistenza di circostanze oggettive che giustifichino la non operatività.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società di comodo agricole: la Cassazione nega l’efficacia retroattiva dell’esclusione

Con l’ordinanza n. 16608/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sulla delicata questione delle società di comodo agricole, chiarendo un punto fondamentale sull’efficacia temporale delle norme di esclusione. La Suprema Corte ha stabilito che l’esclusione automatica di queste società dalla disciplina antielusiva non ha valore retroattivo e si applica solo a partire dal periodo d’imposta 2012. Questa decisione ha importanti implicazioni per gli accertamenti fiscali relativi agli anni precedenti.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società a responsabilità limitata operante esclusivamente nel settore agricolo. L’Amministrazione Finanziaria, per l’anno d’imposta 2009, aveva classificato l’impresa come ‘società di comodo’ (o non operativa) ai sensi dell’art. 30 della Legge n. 724/1994. Di conseguenza, aveva determinato in via presuntiva un maggior valore della produzione netta ai fini IRAP.

La società contribuente ha impugnato l’atto, ma il ricorso è stato inizialmente respinto dalla Commissione Tributaria Provinciale. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale ha riformato la decisione, annullando l’accertamento. I giudici d’appello hanno ritenuto applicabile un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate dell’11 giugno 2012, che escludeva le società agricole dalla disciplina in esame. Secondo la CTR, tale provvedimento, pur essendo successivo all’anno d’imposta contestato, doveva considerarsi retroattivo in quanto di natura interpretativa e integrativa di un precedente atto del 2008, riconoscendo l’intrinseca operatività delle imprese agricole.

Contro questa sentenza, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione.

L’Analisi della Cassazione sulle società di comodo agricole

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo di ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione dei giudici di secondo grado. Il cuore del ragionamento della Suprema Corte si basa su un principio consolidato della giurisprudenza e del diritto: il principio di irretroattività della legge, sancito dall’art. 11 delle disposizioni preliminari al codice civile.

I giudici di legittimità hanno richiamato un orientamento ormai stabile (cfr. Cass. n. 20027/2021, n. 36365/2021), secondo cui l’esclusione automatica delle società di comodo agricole è divenuta operativa solo a decorrere dall’anno 2012. Questo perché la modifica normativa che ha inserito le società agricole tra quelle esentate dalla disciplina antielusiva (art. 1, comma 128, della L. n. 244 del 2007) ha trovato attuazione proprio con il provvedimento direttoriale dell’11 giugno 2012.

L’onere della prova per gli anni antecedenti al 2012

La conseguenza diretta di questa interpretazione è che, per i periodi d’imposta precedenti al 2012 (come il 2009, oggetto del caso), l’esclusione non era automatica. Pertanto, gravava sulla società contribuente l’onere di dimostrare, per ottenere la disapplicazione della normativa sulle società di comodo, l’esistenza di ‘situazioni oggettive di carattere straordinario’ che le avevano impedito di raggiungere i ricavi minimi previsti dalla legge per essere considerata operativa.

La decisione della Commissione Tributaria Regionale è stata quindi cassata per ‘error in iudicando’, ovvero per aver erroneamente applicato una norma (il provvedimento del 2012) a un periodo d’imposta al quale non poteva estendersi.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra la norma di legge e il provvedimento amministrativo che le dà attuazione. La legge n. 244 del 2007 ha introdotto per la prima volta la possibilità di esentare le società agricole. Tuttavia, questa previsione è rimasta inattuata fino al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2012. Secondo la Cassazione, tale provvedimento non può avere natura meramente interpretativa o integrativa di un atto precedente con effetto retroattivo. Esso costituisce, invece, l’atto che rende operativa una nuova disposizione, la cui efficacia non può che decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data della sua adozione.

Applicare retroattivamente tale provvedimento significherebbe violare il principio di irretroattività e creare una disparità di trattamento non prevista dal legislatore. La Corte ha quindi affermato che la CTR ha commesso un errore di diritto nel ritenere il provvedimento del 2012 applicabile al 2009, fondando su questo presupposto errato l’annullamento dell’avviso di accertamento.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, in diversa composizione. Il giudice del rinvio dovrà riesaminare la controversia attenendosi al principio di diritto enunciato: l’esclusione automatica delle società di comodo agricole non è retroattiva e si applica solo a partire dal 2012. Per l’anno 2009, la società dovrà quindi fornire la prova di circostanze oggettive e straordinarie che giustifichino la sua non operatività, se vuole evitare le conseguenze fiscali previste per le società di comodo.

L’esclusione automatica delle società agricole dalla disciplina delle società di comodo è retroattiva?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’esclusione è operativa solo a decorrere dall’anno d’imposta 2012, periodo in corso alla data di adozione del provvedimento attuativo del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa deve dimostrare una società agricola per evitare l’applicazione delle norme sulle società di comodo per gli anni precedenti al 2012?
Per i periodi d’imposta precedenti al 2012, la società agricola deve dimostrare l’esistenza di situazioni oggettive di carattere straordinario che non le hanno consentito di superare i test di operatività previsti dalla normativa.

Perché il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2012 non può essere applicato a periodi d’imposta precedenti?
Perché, secondo la Corte, tale provvedimento dà attuazione a una modifica legislativa e non ha natura interpretativa. In base al principio generale di irretroattività della legge, i suoi effetti non possono estendersi a periodi d’imposta anteriori alla sua emanazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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