LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Società di comodo agricole: esclusione non retroattiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che l’esclusione automatica dalla disciplina delle società di comodo per le aziende agricole non ha efficacia retroattiva. La norma agevolativa si applica solo a partire dall’anno d’imposta 2012. Per i periodi precedenti, spetta alla società dimostrare l’esistenza di cause di forza maggiore che giustifichino il mancato raggiungimento dei ricavi minimi. La Corte ha quindi accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la precedente decisione della Commissione Tributaria Regionale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società di comodo agricole: l’esclusione non è retroattiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per il settore agricolo, chiarendo la portata temporale dell’esclusione dalla disciplina delle società di comodo agricole. La Suprema Corte ha stabilito che tale agevolazione non ha efficacia retroattiva, confermando un orientamento consolidato e fornendo importanti indicazioni per le controversie fiscali relative agli anni antecedenti al 2012.

I Fatti del Caso: Una Società Agricola e un Avviso di Accertamento

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato a una società agricola per l’anno d’imposta 2008. L’Agenzia delle Entrate aveva applicato la normativa sulle società di comodo, contenuta nell’art. 30 della Legge n. 724/1994, determinando un reddito minimo presunto ai fini IRES e IRAP.

La società aveva impugnato l’atto, ottenendo ragione sia in primo grado (Commissione Tributaria Provinciale) che in secondo grado (Commissione Tributaria Regionale). In particolare, i giudici d’appello avevano ritenuto illegittimo l’accertamento, sostenendo che le modifiche normative successive, che prevedevano la disapplicazione automatica della disciplina per le società agricole, avessero efficacia retroattiva, sanando quindi la posizione della società anche per il 2008.

La questione della retroattività per le società di comodo agricole

Il punto centrale della controversia, portato all’attenzione della Cassazione dall’Agenzia delle Entrate, riguardava proprio l’efficacia temporale della norma di esclusione. La normativa sulle società non operative, o di comodo, è un meccanismo anti-elusivo che presume un reddito minimo per le società che non raggiungono determinati parametri di ricavi, considerandole create al solo scopo di gestire patrimoni e non per svolgere una vera attività d’impresa.

Con il tempo, il legislatore ha introdotto specifiche esclusioni, tra cui quella per le società agricole. La CTR aveva ritenuto che il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 2012, che formalizzava questa esclusione automatica, si applicasse anche al passato. L’Agenzia, invece, sosteneva che tale beneficio potesse valere solo per il futuro.

Il Ricorso Incidentale: Contraddittorio e Validità dell’Atto

La società agricola, a sua volta, aveva proposto un ricorso incidentale condizionato, sollevando altre questioni nel caso in cui il motivo principale dell’Agenzia fosse stato accolto. In sintesi, lamentava:

1. La violazione del contraddittorio preventivo: Sosteneva che l’Agenzia avrebbe dovuto invitarla a fornire chiarimenti prima di emettere l’avviso di accertamento.
2. L’illegittimità dell’atto per difetto di firma: Contestava la validità dell’avviso perché sottoscritto da un funzionario privo, a suo dire, del potere necessario.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e rigettato quello della società, basandosi su principi giuridici consolidati.

Sulla Retroattività

Richiamando proprie precedenti sentenze (in particolare la n. 20027/2021), la Corte ha affermato in modo netto che l’esclusione automatica delle società agricole dalla disciplina delle società di comodo è operativa solo a decorrere dall’anno d’imposta 2012. Di conseguenza, per i periodi d’imposta precedenti, come il 2008, grava ancora sulla società l’onere di dimostrare l’esistenza di “situazioni oggettive di carattere straordinario” che le hanno impedito di superare il test di operatività. La decisione della CTR, che aveva applicato retroattivamente l’esclusione, è stata quindi considerata errata.

Sul Contraddittorio e la Firma

La Corte ha respinto anche i motivi del ricorso incidentale della società. Per quanto riguarda il contraddittorio, ha ribadito che, per i tributi non armonizzati a livello UE (come IRES e IRAP), non esiste un obbligo generalizzato di contraddittorio preventivo per gli “accertamenti a tavolino”, ma solo per quelli scaturiti da verifiche e ispezioni in loco. Riguardo alla firma dell’atto, ha confermato che la validità è assicurata dalla sottoscrizione del capo dell’ufficio o di un funzionario della carriera direttiva da lui delegato, senza che sia necessaria una qualifica dirigenziale formale.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza riafferma un principio fondamentale: le norme fiscali di favore, come l’esclusione dalla disciplina delle società di comodo agricole, non possono, di regola, essere applicate retroattivamente. Per gli anni d’imposta anteriori al 2012, le società agricole che non hanno raggiunto i ricavi minimi presunti devono essere pronte a fornire la prova contraria, dimostrando con elementi concreti le ragioni oggettive che hanno ostacolato la loro operatività. La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado dell’Umbria, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio di diritto.

L’esclusione automatica dalla disciplina delle società di comodo per le aziende agricole ha effetto retroattivo?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’esclusione automatica è operativa solo a partire dall’anno d’imposta 2012. Per i periodi precedenti, la società agricola deve dimostrare l’esistenza di situazioni oggettive straordinarie che le hanno impedito di superare i test di operatività.

Il principio del contraddittorio preventivo si applica sempre agli accertamenti fiscali ‘a tavolino’ per le imposte non armonizzate?
No. Secondo la sentenza, per i tributi non armonizzati come IRES e IRAP, l’obbligo generale di contraddittorio endoprocedimentale non sussiste, a meno che non sia specificamente previsto dalla legge. Le garanzie dell’art. 12 dello Statuto del Contribuente si applicano solo in caso di accertamenti conseguenti ad accessi, ispezioni e verifiche fiscali presso la sede del contribuente, non per gli accertamenti ‘a tavolino’.

Un avviso di accertamento firmato da un funzionario delegato senza qualifica dirigenziale è valido?
Sì. La Corte ha ribadito che, per la validità dell’avviso di accertamento, è sufficiente che sia sottoscritto dal capo dell’Ufficio o da un altro impiegato della carriera direttiva da lui delegato. Non è necessario che il funzionario, delegante o delegato, possieda una qualifica dirigenziale formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati