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Società cancellata: notifica fiscale valida 5 anni

La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di un avviso di accertamento fiscale a una società cancellata dal registro delle imprese è legittima se avviene entro cinque anni dalla cancellazione. In questo caso, un ex socio e liquidatore ha impugnato un accertamento IVA notificato dopo la cancellazione della società. La Corte ha rigettato il ricorso, applicando l’art. 28 del d.lgs. 175/2014, che introduce una ‘finzione giuridica’ di sopravvivenza della società ai soli fini fiscali, confermando che l’ex liquidatore mantiene la rappresentanza legale per ricevere gli atti e difendersi in giudizio.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società Cancellata: la Notifica Fiscale è Valida per 5 Anni

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale per amministratori e soci: una società cancellata dal registro delle imprese non svanisce del tutto agli occhi del Fisco. Per cinque anni, infatti, l’ente sopravvive per consentire la notifica e la riscossione di atti tributari. Questa ‘vita ultraterrena’ ha implicazioni significative sul ruolo e le responsabilità dell’ex liquidatore.

I Fatti del Caso: Una Notifica Fiscale Post-Cancellazione

Il caso riguarda un avviso di accertamento IVA per l’anno 2013, emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una S.r.l. L’amministrazione finanziaria contestava la detraibilità dell’IVA su fatture ritenute relative a operazioni inesistenti. La particolarità della vicenda risiede nel fatto che la società era stata cancellata dal registro delle imprese il 1° aprile 2015. L’avviso di accertamento, invece, è stato notificato solo nel 2018 all’ex socio ed ex liquidatore.

Quest’ultimo ha impugnato l’atto, sostenendo che la notifica fosse illegittima, in quanto indirizzata a un soggetto giuridico ormai estinto. A suo avviso, l’Agenzia avrebbe dovuto agire direttamente contro di lui quale liquidatore, ma solo dopo aver dimostrato la sua responsabilità personale per la mancata pendenza tributaria, ad esempio provando la distribuzione di attivo in violazione dei diritti del Fisco.

La Questione Giuridica: Può una società cancellata ricevere atti fiscali?

Il cuore della controversia verte sull’interpretazione e l’applicazione dell’articolo 28, comma 4, del Decreto Legislativo n. 175/2014. Questa norma stabilisce che, ai soli fini fiscali (liquidazione, accertamento, contenzioso e riscossione), l’estinzione della società ha effetto solo dopo cinque anni dalla richiesta di cancellazione.

Si tratta di capire se questa disposizione crei una sorta di ‘sopravvivenza’ fittizia della società, consentendo all’amministrazione finanziaria di continuare a notificarle atti come se fosse ancora in vita, e chi sia legittimato a rappresentarla in giudizio.

Le Motivazioni della Cassazione: La Sopravvivenza Fiscale della Società

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ex liquidatore, confermando la piena validità dell’operato dell’Agenzia delle Entrate. Le motivazioni si basano su un’interpretazione chiara e consolidata della normativa speciale in materia tributaria.

L’Applicazione dell’Art. 28 D.Lgs. 175/2014

I giudici hanno sottolineato che la società è stata cancellata il 1° aprile 2015, data successiva all’entrata in vigore della norma (13 dicembre 2014). Pertanto, la fattispecie rientra pienamente nel campo di applicazione dell’art. 28. La notifica dell’accertamento, avvenuta nel 2018, è intervenuta ampiamente entro il quinquennio di ‘sopravvivenza fiscale’ previsto dalla legge.

La Finzione Giuridica e il Ruolo dell’Ex Liquidatore per una società cancellata

La Corte, richiamando un precedente delle Sezioni Unite, ha spiegato che la norma istituisce una finzione legale di mantenimento in vita della società. Questa finzione deroga al principio civilistico dell’estinzione immediata con la cancellazione (art. 2495 c.c.), ma opera esclusivamente per la definizione dei rapporti tributari.

Di conseguenza:
1. La società cancellata conserva la sua legittimazione processuale, potendo quindi essere parte in un contenzioso tributario.
2. L’ex liquidatore non viene perseguito a titolo personale, ma continua a esercitare i suoi poteri di rappresentanza legale della società ‘fittiziamente superstite’. Egli riceve le notifiche per conto della società e ha il potere di impugnarle, conferendo mandato agli avvocati, proprio come è avvenuto nel caso di specie.

In pratica, l’atto impositivo è correttamente indirizzato alla società, e notificato al suo ultimo rappresentante legale.

Rigetto degli Altri Motivi di Ricorso

La Cassazione ha dichiarato inammissibile anche la doglianza relativa a una presunta duplicazione della pretesa impositiva, in quanto il ricorrente non ha fornito elementi concreti per dimostrarla. Ha inoltre respinto le argomentazioni relative alla responsabilità del liquidatore (ex art. 36 d.P.R. 602/73), chiarendo che tale azione è distinta e successiva rispetto all’accertamento del debito in capo alla società.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Soci e Liquidatori

La decisione della Corte Suprema consolida un principio di estrema importanza: la cancellazione di una società dal registro delle imprese non rappresenta una ‘tomba’ invalicabile per il Fisco. Per cinque anni, l’ente resta un soggetto passivo d’imposta a tutti gli effetti, e l’ex liquidatore ne rimane il rappresentante legale per tutte le questioni tributarie. Questo significa che liquidatori e soci devono essere consapevoli che eventuali pendenze fiscali possono emergere anche molto tempo dopo la chiusura formale della società, e che l’ex liquidatore ha il dovere di gestire tali notifiche e le eventuali fasi di contenzioso, rappresentando un ente giuridicamente estinto ma fiscalmente ‘vivo’.

È valida la notifica di un avviso di accertamento a una società dopo la sua cancellazione dal registro delle imprese?
Sì, è valida. L’art. 28, comma 4, del d.lgs. n. 175/2014 introduce una finzione giuridica secondo cui, ai soli fini fiscali, l’estinzione della società ha effetto solo trascorsi cinque anni dalla richiesta di cancellazione. Pertanto, un atto notificato entro questo quinquennio è legittimo.

Chi rappresenta in giudizio una società cancellata in un contenzioso tributario?
L’ex liquidatore. Secondo la Corte di Cassazione, durante il periodo di ‘sopravvivenza fiscale’ di cinque anni, il liquidatore conserva tutti i poteri di rappresentanza della società, sia sul piano sostanziale che processuale, per gestire gli atti di liquidazione, accertamento e contenzioso tributario.

L’azione fiscale contro la società cancellata equivale a un’azione di responsabilità personale contro l’ex liquidatore?
No. La notifica dell’atto impositivo alla società, per il tramite dell’ex liquidatore, mira ad accertare il debito tributario della società stessa. L’azione di responsabilità personale nei confronti del liquidatore, prevista dall’art. 36 del d.P.R. n. 602/73, è un’azione distinta e successiva, che richiede la prova di presupposti specifici come la colpa del liquidatore e l’avvenuta distribuzione dell’attivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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