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Società cancellata: la notifica all’ex liquidatore

La Corte di Cassazione analizza il caso di un avviso di accertamento notificato all’ex liquidatore di una società cancellata dal registro delle imprese. La Corte ha stabilito che, una volta estinta la società, l’ex liquidatore perde la capacità di rappresentarla in giudizio. Pertanto, il ricorso da lui proposto avrebbe dovuto essere dichiarato inammissibile, non accolto nel merito con l’annullamento dell’atto. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per un nuovo esame della questione.

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Pubblicato il 26 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società cancellata: chi può impugnare l’avviso di accertamento?

La notifica di un avviso di accertamento a una società cancellata dal registro delle imprese solleva complesse questioni giuridiche, in particolare riguardo alla legittimazione dell’ex liquidatore a impugnare l’atto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: la corretta conseguenza processuale quando chi agisce in giudizio non ha più il potere di farlo.

I Fatti di Causa: La Notifica Post-Cancellazione

Il caso trae origine da un avviso di accertamento per Ires, Irap e Iva relativo all’anno d’imposta 2008, notificato a una società a responsabilità limitata. La particolarità risiedeva nel fatto che la notifica era stata effettuata all’ex liquidatrice quando la società era già stata cancellata dal registro delle imprese. La Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente respinto il ricorso. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva accolto l’appello dell’ex liquidatrice, annullando l’avviso di accertamento sulla base del suo interesse a far dichiarare nullo l’atto nei propri confronti, data l’avvenuta estinzione della società.

Il Ricorso in Cassazione per la società cancellata

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza della CTR. Il motivo principale, e quello che si rivelerà decisivo, riguardava la contraddittorietà della motivazione. L’Agenzia sosteneva che la CTR, una volta riconosciuto che la società era estinta e che quindi l’ex liquidatrice non aveva più la capacità processuale di rappresentarla, avrebbe dovuto dichiarare il ricorso inammissibile per carenza di legittimazione, anziché accoglierlo e annullare l’atto.

Secondo la difesa erariale, la CTR aveva errato nel concedere l’annullamento dell’atto fiscale, pur avendo dato atto che l’ex liquidatrice non agiva per far valere una propria responsabilità diretta, ma per conto di un soggetto giuridico ormai inesistente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso dell’Agenzia, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito un principio fondamentale del diritto processuale tributario. La cancellazione di una società dal registro delle imprese ne comporta l’estinzione, con la conseguente perdita della capacità processuale. Di riflesso, l’ex liquidatore perde la legittimazione a rappresentare in giudizio l’ente estinto.

La motivazione della CTR è stata giudicata palesemente contraddittoria. Da un lato, la commissione regionale riconosceva l’estinzione della società e il fatto che l’avviso non riguardasse direttamente la responsabilità personale dell’ex liquidatrice. Dall’altro, però, le riconosceva un generico ‘interesse’ a impugnare l’atto, procedendo al suo annullamento. Questo, secondo la Cassazione, è un errore giuridico. Se la parte che propone il ricorso (in questo caso l’ex liquidatrice per conto della società cancellata) non ha la legittimazione per farlo, il giudice non può entrare nel merito della questione (la validità dell’avviso di accertamento), ma deve fermarsi a una pronuncia di inammissibilità del ricorso stesso.

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Campania per un nuovo esame che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un concetto chiave: la fine della vita di una società ha conseguenze processuali ineludibili. L’ex liquidatore non può ‘resuscitare’ la società per difenderla in giudizio da pretese fiscali notificate post-cancellazione. L’eventuale responsabilità per i debiti sociali si trasferisce ai soci (nei limiti di quanto riscosso in base al bilancio finale di liquidazione) o, in casi specifici, direttamente al liquidatore per colpa, ma queste sono azioni diverse, che devono essere intraprese nei confronti dei soggetti corretti e non per conto di un ente che non esiste più. La decisione della Cassazione impone rigore procedurale: prima di decidere sul merito, il giudice deve sempre verificare la sussistenza delle condizioni dell’azione, tra cui la legittimazione ad agire della parte ricorrente.

Cosa succede se un avviso di accertamento viene notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese?
L’avviso viene notificato a un soggetto giuridicamente estinto. Secondo la sentenza, l’ex liquidatore non ha più la legittimazione a rappresentare la società in giudizio per impugnare tale atto.

L’ex liquidatore di una società cancellata può presentare ricorso contro un avviso fiscale intestato alla società?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, con l’estinzione della società, l’ex liquidatore perde la capacità processuale di rappresentarla. Un ricorso da lui presentato in nome e per conto della società estinta deve essere dichiarato inammissibile.

Perché la decisione della Commissione Tributaria Regionale è stata considerata contraddittoria?
Perché, pur avendo riconosciuto che la società era estinta e che l’ex liquidatore non aveva più poteri di rappresentanza, ha comunque accolto il ricorso e annullato l’avviso di accertamento, invece di dichiarare il ricorso inammissibile per difetto di legittimazione processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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