LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Società cancellata e Fisco: notifica valida per 5 anni

Una società a responsabilità limitata riceveva un avviso di accertamento fiscale dopo essere stata cancellata dal registro delle imprese. I soci impugnavano l’atto, sostenendo la sua nullità in quanto rivolto a un soggetto giuridicamente estinto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che, ai soli fini fiscali e contributivi, la legge (art. 28, D.Lgs. 175/2014) estende la soggettività giuridica della società cancellata per cinque anni. Pertanto, l’accertamento notificato entro tale termine è pienamente valido. La responsabilità dei soci, invece, è una questione che attiene alla successiva fase di riscossione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società Cancellata e Fisco: Notifica Valida per 5 Anni Secondo la Cassazione

Molti imprenditori credono che, una volta ottenuta la cancellazione della propria azienda dal registro delle imprese, si chiuda definitivamente ogni capitolo, anche quello con il Fisco. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: per le obbligazioni tributarie, una società cancellata continua ad esistere, almeno virtualmente, per altri cinque anni. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate ha una finestra temporale ben precisa per notificare avvisi di accertamento validi, anche a un’entità che, per il diritto civile, non esiste più. Analizziamo questa importante decisione.

Il Caso: Una Notifica Fiscale a una Società “Fantasma”

La vicenda riguarda una società a responsabilità limitata che, dopo aver trasferito la propria sede legale all’estero, veniva cancellata dal registro delle imprese italiano nel 2016. L’anno successivo, nel 2017, l’Agenzia delle Entrate notificava alla società, presso il suo ex legale rappresentante, un avviso di accertamento relativo a maggiori imposte per l’anno 2012. I soci e la società estera incorporante impugnavano l’atto, sostenendo una tesi apparentemente logica: come può un atto essere valido se è indirizzato a un soggetto che non esiste più? La Commissione Tributaria Provinciale dava loro ragione, annullando l’avviso. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, su appello del Fisco, ribaltava la decisione, aprendo la strada al giudizio finale in Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione: La Sopravvivenza Fiscale della Società Cancellata

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei contribuenti, confermando la piena validità dell’avviso di accertamento. Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione di una norma speciale del diritto tributario che prevale sulla disciplina generale del codice civile.

La Norma Chiave: l’Art. 28 del D.Lgs. 175/2014

Secondo il Codice Civile (art. 2495), la cancellazione di una società dal registro delle imprese ne determina l’immediata estinzione. Tuttavia, l’articolo 28, comma 4, del Decreto Legislativo n. 175/2014 introduce una deroga fondamentale per il settore fiscale e contributivo. Questa norma stabilisce che, ai soli fini della validità degli atti di liquidazione, accertamento e riscossione, gli effetti dell’estinzione della società sono posticipati di cinque anni dalla richiesta di cancellazione.

In pratica, la legge crea una sorta di “finzione giuridica”: sebbene la società sia estinta per il diritto civile, per il Fisco essa rimane un soggetto passivo di imposta per un quinquennio. Di conseguenza, l’avviso notificato nel 2017, ben entro i cinque anni dalla cancellazione del 2016, era perfettamente legittimo.

Distinzione tra Accertamento e Riscossione

La Corte ha inoltre chiarito un punto cruciale che spesso genera confusione: la distinzione tra la fase di accertamento e quella di riscossione. L’avviso di accertamento, oggetto del giudizio, serve a determinare e formalizzare l’esistenza del debito fiscale. In questa fase, il destinatario corretto è la società cancellata, in virtù della citata sopravvivenza quinquennale.

La questione della responsabilità dei soci e del fatto che abbiano o meno ricevuto beni o somme dalla liquidazione diventa rilevante solo in un momento successivo, ovvero nella fase di riscossione. Se, una volta che l’accertamento è diventato definitivo, il debito non viene saldato, l’Agenzia delle Entrate potrà agire direttamente contro i soci, considerati successori della società estinta, ma solo nei limiti di quanto da loro effettivamente percepito in sede di liquidazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Soci e Amministratori

Questa ordinanza della Cassazione consolida un orientamento ormai granitico e lancia un messaggio chiaro a soci e amministratori: la cancellazione della società non è uno scudo contro le pretese del Fisco. Per cinque anni, l’ente rimane esposto a possibili accertamenti per periodi d’imposta pregressi. È quindi fondamentale conservare la documentazione contabile e fiscale anche dopo la chiusura dell’attività e essere consapevoli che la responsabilità per i debiti tributari può trasferirsi in capo ai soci, sebbene con precisi limiti. La decisione sottolinea l’importanza di gestire la fase di liquidazione e cancellazione con la massima diligenza, assicurandosi di aver adempiuto a tutte le obbligazioni fiscali pendenti.

È valido un avviso di accertamento notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese?
Sì, è valido a condizione che la notifica avvenga entro cinque anni dalla richiesta di cancellazione. Una norma speciale fiscale (art. 28, comma 4, d.lgs. 175/2014) estende fittiziamente la soggettività giuridica della società per questo periodo, esclusivamente per le obbligazioni tributarie e contributive, derogando così alla regola generale del codice civile.

I soci di una società cancellata rispondono dei debiti fiscali anche se non hanno ricevuto somme dalla liquidazione?
La sentenza chiarisce che la validità dell’avviso di accertamento notificato alla società è indipendente da ciò che i soci hanno percepito. La questione della percezione di somme o beni da parte dei soci diventa rilevante solo nella fase successiva, quella della riscossione, quando il Fisco agirà direttamente contro di loro per recuperare il debito.

Qual è la differenza tra la fase di accertamento e quella di riscossione nei confronti di una società cancellata?
La fase di accertamento ha lo scopo di determinare e formalizzare l’esistenza di un debito fiscale e, entro il quinquennio, può essere legittimamente indirizzata alla società (sebbene cancellata). La fase di riscossione, invece, è il momento in cui l’amministrazione finanziaria tenta di recuperare concretamente le somme dovute; in questo stadio, l’azione si rivolge ai soci, quali successori dell’ente, nei limiti di quanto hanno ricevuto dalla liquidazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati