LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Società agricole di comodo: no alla retroattività

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esclusione delle società agricole di comodo dalla disciplina antielusiva, introdotta da un provvedimento del 2012, non ha efficacia retroattiva. Di conseguenza, per l’anno d’imposta 2009, una società agricola doveva ancora dimostrare l’esistenza di cause oggettive per non essere considerata “di comodo”. La Corte ha cassato la decisione della Commissione Tributaria Regionale che aveva erroneamente applicato retroattivamente la nuova disciplina, annullando l’avviso di accertamento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Società Agricole di Comodo: L’Esclusione non è Retroattiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16863/2024, ha fornito un chiarimento cruciale sulla disciplina delle società agricole di comodo. La questione centrale riguarda la temporalità dell’esclusione automatica di tali società dalla normativa antielusiva, stabilendo un importante principio di diritto sull’irretroattività delle norme agevolative. Questa decisione ha implicazioni significative per tutte le imprese agricole che hanno affrontato accertamenti fiscali per periodi d’imposta antecedenti al 2012.

I Fatti di Causa: Un Accertamento Fiscale per il 2009

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia Fiscale a due società, una consolidante (Società Alfa S.r.l.) e una consolidata (Società Agricola Beta S.r.l.), che avevano aderito al regime del consolidato fiscale nazionale. L’amministrazione finanziaria contestava, per l’anno d’imposta 2009, la natura di “società di comodo” della Società Agricola Beta, ritenendola non operativa. Di conseguenza, procedeva alla determinazione presuntiva del reddito ai fini IRES, applicando la disciplina antielusiva prevista dall’art. 30 della Legge n. 724/1994.

Le società impugnavano l’atto impositivo. Inizialmente, i ricorsi venivano respinti in primo grado. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) riformava le decisioni, accogliendo gli appelli delle contribuenti e annullando l’accertamento. La CTR motivava la sua decisione ritenendo che un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2012, che escludeva le società esercenti esclusivamente attività agricola dal novero delle società di comodo, dovesse essere applicato retroattivamente, data la sua natura “integrativa” di un precedente provvedimento del 2008.

La Decisione della Cassazione sulle società agricole di comodo

L’Agenzia Fiscale proponeva ricorso per cassazione contro le sentenze della CTR, lamentando la violazione e falsa applicazione della normativa sulle società di comodo e del principio di irretroattività della legge.

La Suprema Corte ha accolto i ricorsi dell’Agenzia Fiscale. Ha stabilito che la decisione della CTR era affetta da un “error in iudicando” (errore di giudizio) per aver attribuito efficacia retroattiva a un provvedimento amministrativo che, per sua natura, non poteva derogare al principio generale di irretroattività sancito dall’ordinamento. La Corte ha quindi cassato le sentenze impugnate e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, in diversa composizione, per un nuovo esame della controversia alla luce del principio di diritto enunciato.

Le Motivazioni della Corte: Il Principio di Irretroattività

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nella rigorosa applicazione del principio di irretroattività delle norme. I giudici hanno chiarito che l’esclusione automatica delle società agricole dalla disciplina delle società di comodo è operativa solo a decorrere dall’anno 2012, ovvero il periodo d’imposta in corso alla data di adozione del provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate (11 giugno 2012).

Detto provvedimento attuava una modifica legislativa introdotta dalla Legge n. 244 del 2007, ma non poteva avere efficacia per i periodi d’imposta precedenti alla sua emanazione. La CTR ha errato nel considerare il provvedimento del 2012 come meramente “integrativo” di uno precedente del 2008, estendendone l’efficacia temporale in modo illegittimo. Per gli anni precedenti al 2012, come il 2009 oggetto di causa, la società agricola non beneficiava di alcuna esclusione automatica. Pertanto, su di essa gravava l’onere di dimostrare, ai sensi della normativa allora vigente, l’esistenza di “situazioni oggettive di carattere straordinario” che avevano impedito il superamento del test di operatività, al fine di disapplicare la disciplina antielusiva.

Conclusioni: Implicazioni per le Società Agricole

La pronuncia della Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale in materia tributaria: le norme di favore, come le esclusioni da regimi penalizzanti, non possono essere applicate retroattivamente, salvo espressa previsione di legge. Per le società agricole di comodo, questo significa che per tutti i periodi d’imposta antecedenti al 2012, non è sufficiente invocare la propria natura agricola per sfuggire alla presunzione di non operatività. È invece necessario fornire la prova concreta delle cause oggettive che hanno impedito il raggiungimento dei ricavi minimi previsti dalla legge, un onere probatorio che rimane interamente a carico del contribuente.

L’esclusione dalla disciplina delle società di comodo per le società agricole ha efficacia retroattiva?
No, secondo la Corte di Cassazione, l’esclusione automatica delle società agricole dalla disciplina delle società di comodo è operativa solo a decorrere dall’anno 2012, periodo d’imposta in corso alla data di adozione del relativo provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate. Non può essere applicata a periodi d’imposta precedenti, come il 2009.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Commissione Tributaria Regionale?
La Corte ha annullato la decisione perché la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un “error in iudicando”, applicando erroneamente con efficacia retroattiva il provvedimento del 2012 che escludeva le società agricole dalla disciplina delle società di comodo. Questa interpretazione viola il principio generale di irretroattività della legge.

Quale onere probatorio grava su una società agricola per un periodo d’imposta antecedente al 2012 per non essere considerata “di comodo”?
Per i periodi d’imposta antecedenti al 2012, la società agricola ha l’onere di dimostrare l’esistenza di situazioni oggettive di carattere straordinario che non le hanno consentito, in tale annualità, di superare il test di operatività previsto dalla normativa. Non è sufficiente la sola qualifica di società agricola per ottenere la disapplicazione della disciplina antielusiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati