LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Servizi assicurativi IVA: la Cassazione sui limiti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29886/2025, ha stabilito che l’attività di una banca che promuove polizze di una compagnia assicurativa tramite un link sul proprio sito web non rientra nell’esenzione per i servizi assicurativi IVA, configurandosi come prestazione pubblicitaria. La Corte ha inoltre affrontato il tema delle sanzioni, negando l’applicazione retroattiva di una nuova legge più favorevole (lex mitior) in quanto parte di una riforma sistemica e non isolata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Servizi assicurativi e IVA: la linea sottile tra intermediazione e pubblicità

La distinzione tra intermediazione assicurativa esente e prestazione pubblicitaria soggetta a imposta è un tema cruciale per molti operatori finanziari. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto chiarimenti fondamentali su questo argomento, analizzando il caso di un istituto di credito che promuoveva sul proprio sito web i prodotti di una compagnia assicurativa. La decisione si sofferma non solo sulla qualificazione dei servizi assicurativi ai fini IVA, ma anche su principi cardine del diritto tributario, come il contraddittorio preventivo e l’applicazione delle sanzioni più favorevoli.

I fatti del caso

L’Amministrazione Finanziaria aveva notificato a un noto istituto bancario un avviso di accertamento relativo all’anno 2007. Le contestazioni erano due: una riguardante l’IRAP, per la presunta indeducibilità di interessi passivi, e l’altra, più rilevante ai fini della nostra analisi, concernente l’IVA. Secondo l’ufficio, i compensi percepiti dalla banca da una compagnia assicurativa per la promozione di polizze auto sul proprio portale web dovevano essere assoggettati a IVA, in quanto si trattava di servizi pubblicitari. La banca, al contrario, sosteneva che tale attività rientrasse nell’ambito dell’intermediazione assicurativa, e fosse quindi esente dall’imposta.
Il contenzioso, dopo un primo grado favorevole al contribuente, era stato parzialmente riformato in appello, con la Commissione Tributaria Regionale che aveva dato ragione all’Amministrazione Finanziaria sulla questione IVA. La banca ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La qualificazione dei servizi assicurativi ai fini IVA

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 135 della Direttiva IVA (2006/112/CE), che esenta le ‘prestazioni di servizi relative a operazioni di assicurazione, effettuate da mediatori e intermediari’. La Corte, richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha ribadito che le esenzioni IVA devono essere interpretate in modo restrittivo.
Perché un servizio sia qualificato come intermediazione assicurativa esente, devono essere soddisfatte due condizioni cumulative:
1. Il prestatore deve essere in rapporto sia con l’assicuratore sia con l’assicurato.
2. L’attività deve comprendere aspetti essenziali della funzione di intermediario, come la ricerca di clienti e la loro messa in relazione con l’assicuratore per la conclusione di contratti.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che l’attività della banca – consistente nell’apposizione di un link sul proprio sito, nella gestione dei flussi di pagamento e in generiche attività pubblicitarie – non fosse sufficiente a integrare gli estremi dell’intermediazione. Non è emerso che la banca svolgesse un’attività diretta a presentare o proporre specifici prodotti assicurativi, né a fornire consulenza finalizzata alla stipula. Di conseguenza, il servizio è stato correttamente qualificato come pubblicitario e assoggettato a IVA.

L’applicazione delle sanzioni e il principio della Lex Mitior

Un altro motivo di grande interesse riguardava la richiesta della banca di applicare una nuova normativa sanzionatoria, entrata in vigore nel 2024, che prevedeva sanzioni ridotte dal 90% al 70%. La difesa si basava sul principio della lex mitior (o favor rei), secondo cui si dovrebbe applicare la legge successiva più favorevole al contribuente.

La Corte ha respinto questa richiesta, offrendo una motivazione articolata. Ha evidenziato che la nuova legge (d.lgs. n. 87/2024) prevede espressamente la sua applicazione solo per le violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024. Questa deroga al principio generale della retroattività della legge più favorevole è stata giudicata legittima e non in contrasto con i principi costituzionali.

Le motivazioni della Corte si fondano sul fatto che la modifica delle sanzioni non è un intervento isolato, ma si inserisce in una revisione ampia e sistemica dell’intero impianto sanzionatorio tributario. Questa riforma, che mira a un nuovo equilibrio nel rapporto tra fisco e contribuente, introducendo meccanismi di collaborazione e compensazione, giustifica una deroga al principio del favor rei. La scelta del legislatore di posticipare l’efficacia delle norme più favorevoli è legata alla necessità di un ‘tempo’ tecnico per l’attuazione di un ripensamento così complesso, che ha impatti significativi anche sull’equilibrio di bilancio dello Stato.

Le conclusioni della sentenza sono nette e portano con sé implicazioni pratiche significative. Per quanto riguarda i servizi assicurativi e l’IVA, gli operatori devono prestare la massima attenzione alla natura sostanziale delle prestazioni fornite: la mera promozione o la gestione di aspetti accessori non sono sufficienti per beneficiare dell’esenzione, essendo necessaria un’attività qualificata di ricerca e messa in contatto dei clienti. In secondo luogo, la decisione consolida l’orientamento secondo cui il principio della lex mitior non è assoluto nel diritto tributario e può essere legittimamente derogato dal legislatore, specialmente nel contesto di riforme strutturali e complesse del sistema fiscale. Questa pronuncia rappresenta quindi un punto di riferimento importante per la corretta pianificazione fiscale e la gestione del contenzioso tributario.

Quando un servizio collegato a polizze assicurative è esente da IVA?
Un servizio è esente da IVA solo se si qualifica come ‘intermediazione assicurativa’. Secondo la Corte, ciò richiede che l’attività comprenda aspetti essenziali come la ricerca di potenziali clienti e la loro messa in relazione con l’assicuratore per la conclusione dei contratti. La semplice promozione tramite un link su un sito web non è sufficiente.

La violazione del contraddittorio preventivo rende sempre nullo l’avviso di accertamento?
No. Per i tributi ‘armonizzati’ come l’IVA, non è sufficiente lamentare la mancata attivazione del contraddittorio. Il contribuente deve anche dimostrare in concreto quali ragioni avrebbe potuto far valere e come queste avrebbero potuto portare a un risultato diverso, provando un effettivo pregiudizio al proprio diritto di difesa.

Le nuove sanzioni tributarie più favorevoli del d.lgs. 87/2024 si applicano retroattivamente?
No. La sentenza chiarisce che la legge stessa prevede espressamente che le nuove sanzioni, sebbene più favorevoli, si applichino solo alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024. La Corte ha ritenuto questa deroga al principio generale della retroattività della legge più mite (lex mitior) costituzionalmente legittima, in quanto inserita in un’ampia e complessa riforma del sistema sanzionatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati