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Sentenza penale assoluzione e processo tributario

Una società, accusata dal Fisco di aver utilizzato fatture per operazioni inesistenti, ottiene l’annullamento degli avvisi di accertamento. In parallelo, il suo amministratore viene assolto in sede penale con formula piena. La Corte di Cassazione, di fronte alla nuova normativa che disciplina l’efficacia della sentenza penale di assoluzione nel giudizio tributario, decide di sospendere la causa in attesa di una pronuncia chiarificatrice delle Sezioni Unite per garantire un’interpretazione uniforme della legge.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sentenza Penale di Assoluzione: Qual è il suo Impatto nel Processo Tributario?

Il rapporto tra giudizio penale e processo tributario è da sempre un tema complesso e dibattuto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione riaccende i riflettori sulla questione, in particolare sugli effetti di una sentenza penale di assoluzione definitiva nei confronti di un accertamento fiscale basato sugli stessi fatti. La Corte, anziché decidere, ha scelto di attendere un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite, evidenziando un momento di cruciale evoluzione normativa.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da avvisi di accertamento notificati dall’Agenzia delle Entrate a una società a responsabilità limitata per gli anni d’imposta 2010 e 2011. L’accusa era grave: aver contabilizzato fatture relative a operazioni considerate soggettivamente inesistenti. La società ha impugnato gli atti impositivi, ottenendo ragione sia in primo grado, presso la Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello, davanti alla Commissione Tributaria Regionale.

Parallelamente, per i medesimi fatti, si svolgeva un procedimento penale a carico dell’amministratore unico della società. Questo procedimento si è concluso con una sentenza di assoluzione, divenuta irrevocabile, con la formula piena “perché il fatto non sussiste”. Forte di questa decisione, la società l’ha prodotta nel giudizio di Cassazione, sostenendone l’efficacia vincolante anche in sede tributaria.

La Questione Giuridica e l’impatto della sentenza penale assoluzione

Il nodo gordiano della questione risiede in una novità legislativa di grande rilievo: l’articolo 21-bis del D.Lgs. 74/2000. Questa norma, di recente introduzione, stabilisce che la sentenza irrevocabile di assoluzione (con le formule “perché il fatto non sussiste” o “l’imputato non lo ha commesso”) pronunciata in un dibattimento penale ha efficacia di giudicato nel processo tributario che verte sugli stessi fatti materiali.

Tuttavia, l’esatta portata applicativa di questa disposizione ha generato incertezza e contrasti interpretativi nella giurisprudenza. Le domande aperte sono molteplici: l’efficacia vincolante è assoluta? Si estende a tutte le formule di assoluzione previste dal codice di procedura penale? Proprio per dirimere questi dubbi, la questione era già stata rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione in un altro procedimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Quinta Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha agito con grande prudenza e senso di responsabilità istituzionale. Rilevando la pendenza della questione di massima importanza dinanzi alle Sezioni Unite, ha ritenuto opportuno non decidere il caso specifico.

La Corte ha deciso di “rinviare la causa a nuovo ruolo”, ovvero di sospendere il giudizio. Questa scelta è motivata dalla necessità di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite per garantire l’uniformità dell’interpretazione del diritto (funzione nomofilattica) ed evitare decisioni potenzialmente contrastanti su una materia così delicata e di impatto generale. La decisione di attendere dimostra la volontà di fornire una risposta certa e stabile ai contribuenti e agli operatori del diritto sull’efficacia della sentenza penale di assoluzione.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione dei rapporti tra diritto penale e tributario. La decisione finale che verrà assunta dalle Sezioni Unite avrà conseguenze di vasta portata, potendo ridisegnare i confini dell’autonomia dei due giudizi. Per ora, imprese e professionisti coinvolti in contenziosi simili dovranno attendere, ma con la prospettiva di una regola chiara che, si spera, metterà fine a decenni di incertezza. Il principio in gioco è fondamentale: fino a che punto un cittadino, dichiarato innocente in sede penale, può essere considerato “colpevole” dal Fisco per gli stessi identici fatti?

Cosa succede a un accertamento fiscale se il contribuente viene assolto in un processo penale per gli stessi fatti?
Una recente norma (Art. 21-bis, D.Lgs. 74/2000) prevede che una sentenza penale definitiva di assoluzione con formula piena (‘perché il fatto non sussiste’ o ‘l’imputato non lo ha commesso’) abbia un effetto vincolante nel processo tributario. Tuttavia, la portata esatta di questo effetto è attualmente al vaglio delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione giuridica sull’applicazione della nuova norma è complessa e controversa, con interpretazioni non uniformi. Ha quindi preferito attendere la decisione delle Sezioni Unite, il massimo organo della Cassazione, per assicurare una soluzione chiara, uniforme e definitiva valida per tutti i casi simili.

Cos’è una ‘Ordinanza Interlocutoria’?
È un provvedimento con cui un giudice non decide il merito finale della causa, ma risolve una questione procedurale o, come in questa situazione, sospende il processo in attesa che venga chiarito un punto di diritto fondamentale da un altro organo giurisdizionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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