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Sentenza ex art. 2932 c.c.: la tassazione è sempre?

Un contribuente ha contestato l’applicazione dell’imposta di registro proporzionale su una sentenza ex art. 2932 c.c. che trasferiva un immobile subordinatamente al pagamento del prezzo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la condizione del pagamento dipende dalla mera volontà dell’acquirente (condizione meramente potestativa) e, ai fini fiscali, non sospende l’obbligo di versare l’imposta in misura proporzionale.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sentenza ex art. 2932 c.c. e Tassazione: L’Imposta Proporzionale è Dovuta Subito

Quando un giudice emette una sentenza ex art. 2932 c.c., che trasferisce la proprietà di un immobile in sostituzione di un contratto non concluso, sorge una questione fiscale cruciale: l’imposta di registro va pagata in misura fissa o proporzionale? E se il trasferimento è subordinato al pagamento del prezzo, questo cambia le carte in tavola? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, confermando un orientamento consolidato che ha importanti implicazioni per le parti coinvolte in una compravendita immobiliare.

I Fatti del Caso

Un contribuente si è visto recapitare un avviso di liquidazione per l’imposta di registro in misura proporzionale relativa a una sentenza del Tribunale. Tale sentenza, emessa ai sensi dell’art. 2932 c.c., aveva disposto il trasferimento di alcuni terreni di sua proprietà in favore dei promissari acquirenti, subordinando però l’effetto del trasferimento al pagamento del prezzo pattuito. Il contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo che, essendo il trasferimento condizionato, l’imposta dovesse essere applicata in misura fissa e non proporzionale. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Tassazione della Sentenza ex art. 2932 c.c.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la legittimità dell’applicazione dell’imposta di registro in misura proporzionale. Il fulcro della decisione risiede nella qualificazione giuridica della condizione del pagamento del prezzo.
Secondo la Suprema Corte, tale condizione non è una vera e propria condizione sospensiva, ma una condizione meramente potestativa dal lato dell’acquirente. Questo significa che il suo avverarsi dipende esclusivamente dalla volontà del compratore di pagare la somma dovuta per ottenere il bene. Questa valutazione di convenienza è già stata fatta nel momento in cui ha avviato il giudizio per ottenere il trasferimento coattivo.

La Disciplina Fiscale della Condizione Potestativa

Il Testo Unico sull’Imposta di Registro (d.P.R. n. 131/1986) all’art. 27, comma 3, stabilisce un principio fondamentale: gli atti i cui effetti dipendono dalla mera volontà dell’acquirente non sono considerati sottoposti a condizione sospensiva ai fini fiscali. Di conseguenza, l’imposta di registro è dovuta immediatamente in misura proporzionale, come se la condizione non esistesse.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha ribadito che l’ordinamento tributario, per evitare elusioni, assimila il pagamento del prezzo a una condizione meramente potestativa lecita. La scelta dell’acquirente di pagare o meno è una valutazione di convenienza economica che non può incidere sul momento impositivo. Le argomentazioni del ricorrente, relative alla presunta mancanza di liquidità dei promissari acquirenti, sono state ritenute irrilevanti. Ai fini fiscali, conta unicamente il contenuto dell’atto da registrare – in questo caso, la sentenza – e non le circostanze esterne o successive, come accordi transattivi o difficoltà finanziarie delle parti. La tassazione si basa sull’effetto giuridico prodotto dall’atto, che nel caso di una sentenza ex art. 2932 c.c. è il trasferimento della proprietà, anche se condizionato a un atto volontario dell’acquirente.

Conclusioni

La pronuncia consolida un principio chiave: una sentenza ex art. 2932 c.c. che dispone il trasferimento di un immobile subordinandolo al pagamento del prezzo è soggetta a imposta di registro proporzionale fin dalla sua emissione. La condizione del pagamento è fiscalmente irrilevante in quanto meramente potestativa. Questa interpretazione garantisce la certezza del prelievo fiscale e previene manovre elusive, chiarendo che la valutazione di convenienza economica dell’acquirente non può ritardare l’applicazione dell’imposta proporzionale.

Una sentenza che trasferisce un immobile subordinando l’effetto al pagamento del prezzo è soggetta a imposta di registro fissa o proporzionale?
È soggetta a imposta di registro in misura proporzionale. Secondo la Corte di Cassazione, la condizione del pagamento del prezzo è considerata ‘meramente potestativa’ e, ai fini fiscali, l’atto si considera puro e semplice, quindi immediatamente tassabile in modo proporzionale.

Perché il pagamento del prezzo è considerato una condizione ‘meramente potestativa’ ai fini fiscali?
Perché il suo avverarsi dipende esclusivamente dalla volontà dell’acquirente, il quale valuta la convenienza di adempiere per ottenere il trasferimento del bene. L’ordinamento tributario, per evitare elusioni, non considera tale volontà come una vera condizione sospensiva che possa posticipare la tassazione.

La difficoltà economica dell’acquirente a pagare il prezzo influisce sulla tassazione della sentenza?
No. La Corte ha stabilito che le motivazioni sottese al mancato pagamento, incluse le difficoltà economiche, sono irrilevanti ai fini fiscali. La tassazione si basa esclusivamente sul contenuto e sugli effetti giuridici della sentenza da registrare, non su elementi esterni o successivi ad essa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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