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Segreto professionale: nullo l’avviso di accertamento

La Corte di Cassazione ha confermato l’annullamento di un avviso di accertamento fiscale emesso nei confronti di un avvocato. L’accertamento si basava su un block notes contenente nomi di clienti e compensi, considerato una ‘contabilità parallela’. La Corte ha stabilito che l’acquisizione di tale documento era illegittima, poiché l’autorizzazione della Procura a superare il segreto professionale era stata rilasciata in via preventiva e generica, anziché in modo specifico e solo dopo l’effettiva opposizione del segreto da parte del professionista. Di conseguenza, le prove raccolte sono state ritenute inutilizzabili.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Segreto professionale: l’autorizzazione preventiva non basta, accertamento nullo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale a tutela del segreto professionale: l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria a esaminare documenti coperti da tale segreto deve essere specifica e successiva all’eccezione sollevata dal professionista. Un’autorizzazione generica e preventiva rende le prove acquisite inutilizzabili e, di conseguenza, nullo l’avviso di accertamento che su di esse si fonda. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa: l’accertamento basato su un block notes

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di un avvocato per l’anno d’imposta 2009. L’ufficio contestava l’omessa o sottofatturazione di prestazioni professionali, basando i suoi rilievi sulle risultanze di un accesso effettuato dalla Guardia di Finanza presso lo studio del professionista.

Durante l’ispezione, i militari avevano rinvenuto un block notes contenente nominativi di clienti e compensi, considerato una vera e propria contabilità parallela. Il contribuente aveva impugnato l’atto impositivo, ma il ricorso era stato respinto in primo grado. Tuttavia, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva riformato la decisione, annullando l’accertamento.

La decisione dei giudici di merito e il ruolo del segreto professionale

I giudici d’appello hanno ritenuto illegittimo l’esame dei documenti posti a base dell’accertamento. Hanno osservato che, a fronte dell’eccezione di segreto professionale sollevata dall’avvocato, i verificatori avevano esibito un’autorizzazione della Procura della Repubblica. Tale autorizzazione, però, era stata rilasciata prima che il contribuente sollevasse l’eccezione e, inoltre, era generica, senza un’indicazione specifica della documentazione da acquisire.

Per questo motivo, la Corte regionale ha concluso che il block notes era stato acquisito illegittimamente e che, di conseguenza, l’avviso di accertamento, fondandosi su di esso e su dichiarazioni di terzi considerate meri indizi, doveva essere annullato.

Il ricorso in Cassazione e le motivazioni sul segreto professionale

L’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la legge non prescrive che l’autorizzazione a superare il segreto professionale debba essere richiesta in un momento successivo all’eccezione sollevata dal professionista.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo infondato e confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito l’interpretazione dell’art. 52 del D.P.R. n. 633/1972.

Il punto cruciale è il comma 3, che stabilisce la necessità dell’autorizzazione del procuratore della Repubblica (o dell’autorità giudiziaria più vicina) per procedere all’esame di documenti per i quali è stato eccepito il segreto professionale. La Corte ha sottolineato che tale autorizzazione, proprio perché nasce come risposta a un’opposizione, non può che intervenire successivamente al verificarsi della situazione che ne impone il rilascio. Non è quindi sufficiente un’autorizzazione preventiva e generica.

La Cassazione ha richiamato un suo precedente a Sezioni Unite (sentenza n. 11082/2010), precisando che il contenuto motivazionale dell’autorizzazione deve necessariamente correlarsi a una valutazione comparativa tra le ragioni del professionista che oppone il segreto e quelle dell’organo verificatore che ritiene indispensabile l’esame dei documenti. Questa valutazione comparativa può avvenire logicamente solo dopo che il segreto è stato eccepito.

Poiché nel caso di specie l’autorizzazione era stata rilasciata prima e senza specifico riferimento ai documenti contestati, la Corte ha concluso che la CTR ha correttamente ritenuto inutilizzabili i dati e le informazioni desunti dall’esame del block notes.

Le Conclusioni

La Suprema Corte ha stabilito che l’accertamento basato su prove acquisite in violazione delle garanzie previste per il segreto professionale è illegittimo. La decisione riafferma la centralità di questa tutela, non come ostacolo all’attività di verifica fiscale, ma come presidio di diritti fondamentali. L’autorizzazione a derogarvi non può essere un atto formale e preventivo, ma deve scaturire da un’attenta ponderazione di interessi contrapposti, effettuata dall’autorità giudiziaria solo quando il conflitto tra l’esigenza di accertamento e il diritto alla riservatezza si manifesta concretamente. Di conseguenza, il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria è stato respinto, con condanna al pagamento delle spese processuali.

Quando deve essere richiesta l’autorizzazione per esaminare documenti coperti da segreto professionale?
L’autorizzazione del Procuratore della Repubblica deve essere richiesta e rilasciata solo dopo che il professionista ha effettivamente opposto il segreto professionale in relazione a specifici documenti durante l’accesso fiscale.

Un’autorizzazione preventiva e generica è sufficiente per superare il segreto professionale?
No, non è sufficiente. La Corte ha stabilito che un’autorizzazione preventiva e generica, rilasciata prima che il professionista sollevi l’eccezione, non è valida. L’autorizzazione deve essere specifica e basata su una valutazione comparativa delle ragioni delle parti.

Qual è la conseguenza se le prove vengono acquisite senza una valida autorizzazione a derogare al segreto professionale?
Le prove acquisite in violazione delle norme sul segreto professionale sono considerate illegittimamente acquisite e, pertanto, sono inutilizzabili ai fini dell’accertamento fiscale. Di conseguenza, l’avviso di accertamento che si fonda esclusivamente o principalmente su tali prove deve essere annullato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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