LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Scudo fiscale società: non si estende alla S.r.l.

La Corte di Cassazione ha stabilito che i benefici dello scudo fiscale, attivati da una persona fisica in qualità di ‘dominus’, non possono essere estesi alla società di capitali da lui controllata. La decisione si fonda sull’interpretazione restrittiva della normativa, che elenca tassativamente i soggetti beneficiari, escludendo le società di capitali come le S.r.l. Di conseguenza, la Corte ha annullato la precedente sentenza favorevole alla società, rinviando il caso alla Corte di Giustizia Tributaria per un nuovo esame.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Scudo Fiscale Società: la Cassazione Nega l’Estensione alla S.r.l.

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale in materia di scudo fiscale società, stabilendo un principio netto: i benefici derivanti dalla regolarizzazione di capitali esteri, di cui usufruisce una persona fisica, non possono essere automaticamente estesi alla società di capitali da questa controllata. Questa pronuncia chiarisce l’ambito soggettivo di applicazione della normativa, limitandolo ai soggetti espressamente previsti dalla legge e negando un’interpretazione estensiva che includa le società a responsabilità limitata.

I Fatti del Caso: Una Verifica Fiscale e l’Appello

Il caso trae origine da due avvisi di accertamento per IVA e imposte dirette, relativi agli anni 2005 e 2006, notificati a una società a responsabilità limitata (S.r.l.). La società impugnava gli atti, sostenendo di non essere tenuta al pagamento delle imposte dirette in quanto il suo ‘dominus’ (la persona fisica che la controllava) aveva aderito allo scudo fiscale, regolarizzando la propria posizione.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società, ritenendo che gli effetti protettivi dello scudo fiscale del socio potessero estendersi alla società da lui gestita, annullando così la ripresa fiscale per le imposte dirette. L’Amministrazione Finanziaria, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso per cassazione, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione e lo scudo fiscale società

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ribaltando completamente l’esito dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno affermato un principio di diritto molto chiaro: una società di capitali non può invocare la protezione dello scudo fiscale attivato dal suo legale rappresentante o socio di controllo in qualità di persona fisica.

Il Principio di Tassatività dei Beneficiari

La questione centrale ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 13-bis del D.L. n. 78/2009. Tale norma, nell’introdurre il cosiddetto ‘scudo fiscale ter’, rinvia, per l’individuazione dei soggetti interessati, all’articolo 11 del D.L. n. 350/2001. Quest’ultimo articolo elenca in modo tassativo chi può beneficiare della misura, ovvero:

* Le persone fisiche;
* Gli enti non commerciali;
* Le società semplici e le associazioni equiparate.

L’elenco è chiaro e non include le società di capitali, come le S.r.l. o le S.p.A.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la normativa sullo scudo fiscale società ha carattere speciale e derogatorio, e come tale non può essere applicata per analogia a soggetti non espressamente menzionati. L’estensione dei benefici a una S.r.l., non prevista dal legislatore, costituirebbe una violazione del principio di legalità e di tassatività delle norme agevolative.

I giudici hanno richiamato un loro precedente specifico (Cass. n. 5405/2024), consolidando l’orientamento secondo cui la ‘protezione’ offerta dallo scudo è strettamente personale e legata alla figura del soggetto che effettua la regolarizzazione. La persona fisica che aderisce allo scudo lo fa per sanare la propria posizione fiscale personale, e questo non può avere effetti diretti sul patrimonio e sulle obbligazioni fiscali di un soggetto giuridico distinto e autonomo come una società di capitali, anche se da lui controllata. Di conseguenza, la pretesa fiscale dell’Amministrazione Finanziaria nei confronti della società è stata ritenuta legittima.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per imprenditori e società. Stabilisce in modo definitivo che lo ‘schermo’ protettivo offerto dallo scudo fiscale non si estende oltre la persona fisica che ne ha usufruito. Gli amministratori e i soci di società di capitali devono essere consapevoli che la regolarizzazione delle proprie attività personali detenute all’estero non mette al riparo la società da eventuali accertamenti fiscali. Ogni soggetto giuridico risponde autonomamente delle proprie obbligazioni tributarie, e le sanatorie personali non possono essere utilizzate per ‘coprire’ la posizione fiscale dell’azienda. La sentenza, cassando con rinvio, impone alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado di riesaminare il caso attenendosi a questo rigido principio di diritto.

I benefici dello scudo fiscale di una persona fisica possono estendersi alla società di capitali che controlla?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che alla società di capitali è precluso invocare la ‘protezione’ del cosiddetto ‘scudo fiscale’ attivato dal suo legale rappresentante o socio di controllo, in quanto la normativa si applica esclusivamente ai soggetti tassativamente elencati, tra cui non rientrano le società di capitali come le S.r.l.

Quali soggetti possono beneficiare dello ‘scudo fiscale’ secondo la normativa richiamata dalla Cassazione?
Secondo l’art. 11 del D.L. n. 350/2001, richiamato dalla normativa sullo scudo fiscale, i soggetti ‘interessati’ sono esclusivamente ‘le persone fisiche, gli enti non commerciali, le società semplici e le associazioni equiparate’.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Commissione Tributaria Regionale?
La Corte ha annullato la decisione perché la Commissione Tributaria Regionale aveva erroneamente ritenuto che gli effetti dello scudo fiscale, di cui aveva beneficiato una persona fisica, potessero estendersi alla società di capitali di cui era ‘dominus’, violando così il principio di tassatività dei soggetti ammessi al beneficio fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati