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Sconto fiscale sisma: spetta anche senza sospensione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23647/2024, ha stabilito che lo sconto fiscale sisma del 60% sulle ritenute, introdotto per le aree colpite dal terremoto del 2016, spetta anche ai contribuenti che non avevano richiesto la sospensione dei versamenti. La Corte ha ritenuto discriminatorio negare il beneficio a chi, pur avendone diritto, ha scelto di pagare regolarmente le imposte, affermando il diritto al rimborso della quota versata in eccesso.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sconto Fiscale Sisma: la Cassazione Conferma il Diritto al Rimborso anche Senza Sospensione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale per i contribuenti residenti nelle aree colpite dal terremoto del 2016. Lo sconto fiscale sisma, pari al 60% delle ritenute, spetta a tutti i residenti dell’area del ‘cratere’, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno richiesto la sospensione dei pagamenti. Questa decisione apre le porte al rimborso per chi ha continuato a versare regolarmente le imposte.

I Fatti del Caso: La Scelta di un Contribuente Prudente

Il caso esaminato riguarda un contribuente residente in uno dei comuni del cosiddetto ‘cratere sismico’ del 2016. La normativa emergenziale (d.l. n. 189 del 2016) aveva offerto ai residenti la possibilità di chiedere ai propri sostituti d’imposta la sospensione del versamento delle ritenute fiscali per il 2017, al fine di garantire maggiore liquidità per far fronte ai danni del terremoto.

Il contribuente in questione, tuttavia, non si era avvalso di questa facoltà e aveva continuato a versare regolarmente tutte le imposte dovute.

Successivamente, una nuova legge (d.l. n. 123 del 2019) ha introdotto una misura di forte agevolazione: chi aveva sospeso i versamenti era tenuto a restituire all’erario solo il 40% delle somme, beneficiando di fatto di uno ‘sconto’ del 60%. Interpretando questa norma come un’agevolazione sostanziale e non solo come una misura di liquidità, il contribuente che aveva pagato il 100% ha chiesto il rimborso del 60% versato in eccesso. L’Agenzia delle Entrate ha respinto la richiesta, dando il via al contenzioso.

La Questione Giuridica: lo Sconto Fiscale Sisma è per Tutti?

Il nodo centrale della controversia era se lo sconto fiscale sisma fosse un beneficio riservato esclusivamente a coloro che avevano attivamente richiesto la sospensione dei pagamenti, o se dovesse essere esteso a tutti i contribuenti residenti nell’area colpita, come misura di sostegno generale.

L’Agenzia delle Entrate sosteneva una lettura restrittiva: la mancata richiesta di sospensione dimostrava l’assenza di difficoltà economiche e, quindi, la non necessità del beneficio. Secondo questa tesi, lo ‘sconto’ era la ricompensa per chi si era assunto il ‘rischio’ della sospensione.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se tale interpretazione fosse compatibile con i principi di uguaglianza e ragionevolezza sanciti dalla Costituzione.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Principio di Uguaglianza

La Suprema Corte ha rigettato completamente la tesi dell’amministrazione finanziaria. Secondo i giudici, la richiesta di sospensione non può essere considerata una discriminante valida per concedere o negare un beneficio fiscale sostanziale.

La scelta iniziale di sospendere i pagamenti non era legata a una dimostrazione di difficoltà economiche, ma era una libera opzione lasciata al contribuente per gestire la propria liquidità in un momento di incertezza. Penalizzare chi ha scelto di ‘non rischiare’ accumulando debiti con l’erario, e ha preferito continuare a onorare i propri obblighi fiscali, sarebbe ingiustamente discriminatorio.

La Corte ha affermato che la norma successiva, che ha introdotto lo sconto del 60%, ha trasformato una misura di liquidità (la sospensione) in un’agevolazione definitiva. Tale agevolazione deve essere riconosciuta a tutti i soggetti nella stessa situazione (residenti nel cratere sismico), in ossequio al principio di uguaglianza (art. 3 della Costituzione).

In altre parole, la legge ha inteso concedere un beneficio a una specifica categoria di contribuenti danneggiati dall’evento calamitoso, e non solo a chi tra loro aveva optato per una specifica procedura finanziaria. Pertanto, la clausola ‘non si fa luogo a rimborso di quanto già versato’, presente nella legge originaria, si riferiva solo ai versamenti effettuati prima dell’inizio del periodo di sospensione e non può impedire il rimborso derivante da una legge successiva (ius superveniens).

Conclusioni: Un Principio di Equità per le Aree Terremotate

L’ordinanza stabilisce un principio di diritto chiaro e fondamentale: lo sconto fiscale sisma del 60% è un’agevolazione sostanziale che spetta a tutti i contribuenti residenti nei comuni del cratere sismico, anche a coloro che non hanno chiesto la sospensione dei pagamenti. Di conseguenza, chi ha versato l’intero importo delle ritenute fiscali nel periodo agevolato ha pieno diritto a ottenere il rimborso del 60% di quanto pagato. Questa decisione non solo rende giustizia al singolo contribuente, ma riafferma un principio di equità e non discriminazione nell’applicazione delle misure di sostegno per le popolazioni colpite da calamità naturali.

Chi ha diritto allo ‘sconto’ fiscale del 60% previsto per le zone colpite dal sisma del 2016?
Secondo la Corte di Cassazione, il beneficio spetta a tutti i contribuenti residenti nei comuni del ‘cratere sismico’, a prescindere dal fatto che abbiano o meno richiesto la sospensione dei pagamenti fiscali.

Se ho pagato regolarmente le tasse senza chiedere la sospensione, posso chiedere il rimborso del 60%?
Sì. La sentenza stabilisce che i contribuenti che hanno versato il 100% delle ritenute dovute hanno diritto al rimborso di quanto versato in eccedenza rispetto al 40% degli importi dovuti per legge, ovvero un rimborso pari al 60%.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto discriminatoria la posizione dell’Agenzia delle Entrate?
La Corte ha ritenuto che subordinare il beneficio fiscale alla scelta iniziale di sospendere i pagamenti creerebbe una discriminazione ingiustificata. Penalizzerebbe i contribuenti che, per prudenza o per altre ragioni, hanno preferito continuare a pagare regolarmente le tasse, violando il principio di uguaglianza e ragionevolezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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