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Sconto fiscale sisma: spetta anche a chi ha pagato?

Una contribuente residente in un’area colpita dal sisma del 2016, pur avendo diritto alla sospensione dei versamenti fiscali, aveva scelto di pagare regolarmente le imposte. Successivamente, una legge ha introdotto uno sconto fiscale sisma del 60% sull’importo dovuto. La Corte di Cassazione ha stabilito che anche la contribuente che ha pagato ha diritto al rimborso del 60%, poiché negarglielo sarebbe una discriminazione ingiustificata rispetto a chi aveva sospeso i pagamenti. La scelta di non sospendere non può penalizzare il contribuente alla luce di un beneficio sopravvenuto.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sconto Fiscale Sisma: la Cassazione Conferma il Diritto al Rimborso Anche per Chi Ha Pagato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio di equità fondamentale in materia di agevolazioni fiscali per le zone terremotate. Il caso riguardava il diritto a beneficiare dello sconto fiscale sisma anche da parte di quei contribuenti che, pur potendo, non avevano richiesto la sospensione dei pagamenti. La Corte ha chiarito che la scelta di adempiere regolarmente ai propri obblighi fiscali non può tradursi in una penalizzazione.

I Fatti del Caso

Una contribuente, residente in uno dei comuni del cosiddetto “cratere sismico” del 2016, aveva regolarmente versato le imposte dirette per l’anno 2017 tramite il proprio sostituto d’imposta. La legge emergenziale (d.l. n. 189 del 2016) le avrebbe consentito di chiedere la sospensione dei versamenti, ma lei aveva scelto di non avvalersene.

Successivamente, una nuova norma (l’art. 8 del d.l. n. 123 del 2019) ha introdotto un significativo beneficio: i soggetti che avevano sospeso i pagamenti erano tenuti a restituire all’erario solo il 40% delle somme dovute, beneficiando di fatto di uno “sconto” del 60%. Interpretando questa norma come una riduzione del carico fiscale per tutti i residenti dell’area colpita, la contribuente ha richiesto all’Agenzia delle Entrate il rimborso del 60% delle imposte che aveva già versato. Di fronte al silenzio dell’amministrazione, è nato un contenzioso.

La Controversia: un Beneficio per Pochi o per Tutti?

La questione giuridica era se lo sconto fiscale sisma del 60% fosse un beneficio riservato esclusivamente a coloro che avevano materialmente richiesto la sospensione dei versamenti, oppure se dovesse essere esteso a tutti i contribuenti residenti nell’area, compresi quelli che avevano scelto di pagare puntualmente.

L’Agenzia delle Entrate sosteneva una lettura restrittiva: la sospensione era facoltativa e finalizzata a fornire liquidità immediata. Chi non l’aveva richiesta, dimostrava di non avere tale necessità e, pertanto, non avrebbe avuto diritto allo sconto successivo. Secondo l’amministrazione, lo sconto era legato alla procedura di sospensione e non poteva essere trasformato in un rimborso per chi aveva già pagato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione e lo Sconto Fiscale Sisma

La Corte di Cassazione ha respinto la tesi dell’amministrazione, ritenendola infondata e potenzialmente discriminatoria. I giudici hanno chiarito che la richiesta di sospensione non era legata a una dimostrazione di difficoltà economica o di danni subiti, ma era una libera scelta del contribuente.

La scelta era tra due opzioni: ottenere liquidità immediata, correndo però il rischio di dover restituire in futuro l’intero importo, oppure pagare regolarmente per evitare l’accumulo di debiti e l’incertezza. Penalizzare chi aveva scelto la seconda opzione, magari per prudenza o senso del dovere, sarebbe stato contrario ai principi di eguaglianza e ragionevolezza (art. 3 della Costituzione).

La Corte ha quindi adottato un’interpretazione costituzionalmente orientata della norma. Lo sconto fiscale sisma introdotto nel 2019 non era un semplice beneficio procedurale per chi aveva sospeso i pagamenti, ma una misura di agevolazione sostanziale destinata a tutti i contribuenti dell’area colpita. La finalità era quella di ridurre in via definitiva il carico fiscale per sostenere la ripresa economica del territorio.

Di conseguenza, negare il beneficio a chi aveva pagato avrebbe creato una disparità di trattamento ingiustificata. La disposizione che escludeva il “rimborso di quanto già versato” nella legge originaria era da intendersi limitata al periodo precedente l’inizio della sospensione e non poteva precludere il diritto a un rimborso derivante da una nuova legge (ius superveniens) che ha ridotto l’imposta dovuta.

Conclusioni: Un Principio di Equità Fiscale

La Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, enunciando un principio di diritto chiaro: lo sconto fiscale sisma del 60%, introdotto dal d.l. 123/2019, spetta anche a coloro che non avevano richiesto la sospensione dei pagamenti. Questi contribuenti hanno quindi pieno diritto al rimborso di quanto versato in eccedenza rispetto al 40% dell’importo originariamente dovuto. Questa decisione rafforza un principio di equità, garantendo che le agevolazioni fiscali emergenziali raggiungano tutti i destinatari previsti dal legislatore, senza creare discriminazioni basate su scelte procedurali precedenti.

Lo ‘sconto’ fiscale previsto per le zone terremotate spetta solo a chi ha richiesto la sospensione dei pagamenti?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che lo sconto fiscale del 60% spetta a tutti i contribuenti residenti nelle aree del cratere sismico, inclusi coloro che non hanno chiesto la sospensione e hanno pagato regolarmente le imposte. Questi ultimi hanno diritto al rimborso dell’eccedenza versata.

Perché la Corte ha ritenuto discriminatorio negare il rimborso a chi ha pagato regolarmente le tasse?
Perché la scelta di sospendere i pagamenti era libera e non legata a uno stato di bisogno. Penalizzare chi, per prudenza o senso del dovere, ha scelto di pagare regolarmente sarebbe una discriminazione ingiustificata e contraria ai principi di eguaglianza e ragionevolezza, dato che il beneficio successivo aveva lo scopo di alleviare il carico fiscale per tutti i residenti dell’area.

La clausola ‘non si fa luogo a rimborso di quanto già versato’ impedisce di ottenere il beneficio fiscale?
No. Secondo la Corte, quella clausola, contenuta nella legge originale sulla sospensione, si riferiva solo alla possibilità di chiedere indietro i versamenti effettuati prima dell’inizio del periodo di sospensione. Non impedisce il diritto al rimborso derivante da una legge successiva (ius superveniens) che ha ridotto l’onere fiscale in via definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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