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Sanzioni società di persone: chi paga il conto?

In un caso di violazioni fiscali commesse da un socio poi uscito da una società in accomandita semplice, l’Agenzia delle Entrate ha tentato di applicare le sanzioni esclusivamente alla società. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che le sanzioni società di persone, per illeciti commessi prima del 1° settembre 2024, seguono un regime di responsabilità solidale tra la società e l’autore materiale della violazione. Il principio di responsabilità esclusiva dell’ente si applica solo alle società con personalità giuridica, escludendo quindi le società di persone.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sanzioni società di persone: la Cassazione fa chiarezza sulla responsabilità

Quando viene commessa una violazione fiscale, chi ne paga le conseguenze? La risposta non è sempre scontata, soprattutto quando si parla di sanzioni società di persone. Questi enti, privi di personalità giuridica, seguono regole diverse rispetto alle società di capitali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale, facendo luce su un sistema di responsabilità ‘binario’ per gli illeciti commessi prima delle recenti riforme.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società in accomandita semplice (S.a.s.) per l’anno d’imposta 2008. L’atto contestava irregolarità fiscali e imponeva le relative sanzioni.

La società si è opposta, sostenendo che le violazioni erano state commesse dall’ex socio accomandatario, il quale aveva ceduto le proprie quote proprio alla fine del 2008. In appello, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato ragione alla società, stabilendo che le sanzioni dovevano essere poste a carico del socio uscente, in virtù del principio di personalizzazione della sanzione.

Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che le sanzioni avrebbero dovuto gravare esclusivamente sulla società.

La Questione Giuridica: Chi Risponde delle Sanzioni società di persone?

Il nodo centrale della controversia era stabilire se il principio di responsabilità esclusiva dell’ente, introdotto dall’art. 7 del D.L. n. 269/2003, potesse applicarsi anche a una società di persone. Secondo la tesi dell’amministrazione finanziaria, le sanzioni relative al rapporto fiscale proprio di una società dovrebbero essere sempre a carico della persona giuridica.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a chiarire la portata di questa norma e a definire il corretto regime sanzionatorio applicabile a una S.a.s. per violazioni commesse nel 2008, distinguendo nettamente la disciplina prevista per le società di capitali da quella per le società di persone.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, basando la sua decisione su una distinzione giuridica cruciale: la differenza tra enti con e senza personalità giuridica.

I giudici hanno spiegato che l’art. 7 del D.L. n. 269/2003, che sancisce la responsabilità esclusiva dell’ente per le sanzioni, si applica unicamente a “società o enti con personalità giuridica” (come S.p.A. e S.r.l.). Le società di persone, inclusa la S.a.s. del caso di specie, sono per loro natura prive di tale personalità giuridica. Di conseguenza, a esse non si applica il principio di responsabilità esclusiva.

Per le violazioni commesse da questi enti prima delle recenti riforme, la normativa di riferimento è l’art. 11 del D.Lgs. n. 472/1997. Questa norma stabilisce un regime di responsabilità solidale: la società risponde in solido con la persona fisica che, in qualità di autore materiale, ha commesso la violazione. L’amministrazione finanziaria può quindi rivalersi sia sull’ente che sull’individuo.

La Corte ha inoltre evidenziato come una recente riforma (D.Lgs. n. 87/2024), applicabile dal 1° settembre 2024, abbia esteso la responsabilità esclusiva anche alle società di persone, ma solo per le violazioni future. Questo, secondo i giudici, conferma che ratione temporis (cioè per l’epoca dei fatti, il 2008) vigeva un sistema diverso.

L’errore dell’Agenzia delle Entrate è stato quindi quello di invocare una norma inapplicabile al caso concreto, basando il proprio ricorso su un presupposto giuridico errato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza della Cassazione offre importanti spunti pratici e riafferma un consolidato orientamento:

1. Sistema Binario: Per le violazioni fiscali commesse prima del 1° settembre 2024, esiste un doppio binario. Le società di capitali rispondono in via esclusiva delle sanzioni, mentre per le sanzioni società di persone vige il principio della responsabilità solidale tra l’ente e l’autore dell’illecito.

2. Responsabilità del Socio Uscente: La responsabilità solidale implica che anche un socio che ha ceduto le proprie quote può essere chiamato a rispondere delle sanzioni per violazioni commesse durante il suo mandato.

3. Attenzione alla Forma Giuridica: La forma giuridica della società è determinante per individuare il soggetto responsabile delle sanzioni. Amministratori e soci di società di persone devono essere consapevoli del loro potenziale coinvolgimento personale.

In definitiva, la Corte ha confermato che non si può imporre una responsabilità esclusiva a un ente che la legge non prevede come tale, ribadendo la necessità di una corretta applicazione delle norme in base alla natura giuridica del contribuente e al periodo in cui è stata commessa la violazione.

Per le violazioni fiscali commesse prima del 1° settembre 2024, una società di persone risponde esclusivamente delle sanzioni?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il principio di responsabilità esclusiva introdotto dall’art. 7 del D.L. n. 269/2003 si applica solo a società ed enti con personalità giuridica. Le società di persone, come le S.a.s., ne sono prive e sono soggette al regime di responsabilità solidale con l’autore della violazione, come previsto dall’art. 11 del D.Lgs. n. 472/1997.

Chi è responsabile per le sanzioni se la violazione è stata commessa da un socio che ha poi ceduto le sue quote?
Secondo l’ordinanza, per le violazioni anteriori alla riforma del 2024, si applica un regime di responsabilità solidale. Ciò significa che l’amministrazione finanziaria può agire sia contro la società sia contro la persona fisica che ha commesso la violazione (il socio cedente), anche se non è più parte della compagine sociale.

La nuova legge del 2024 cambia la responsabilità per le sanzioni nelle società di persone?
Sì. L’ordinanza menziona che il D.Lgs. n. 87 del 2024, in vigore dal 1° settembre 2024, estende anche alle società di persone il principio secondo cui le sanzioni restano a carico della società. Tuttavia, questa nuova regola si applica solo alle violazioni commesse a partire da tale data, confermando che per il passato valeva il regime di responsabilità solidale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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