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Sanzioni IMU beni merce: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32115/2024, ha stabilito che le modifiche legislative favorevoli in materia di IMU sui cosiddetti “beni merce” non comportano l’annullamento retroattivo delle sanzioni per violazioni commesse in passato. Un Comune aveva impugnato la decisione di secondo grado che annullava le sanzioni irrogate a una società di costruzioni, invocando il principio del favor rei. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, chiarendo che se un’imposta era dovuta per un determinato periodo, anche le relative sanzioni per il suo mancato pagamento restano valide, nonostante una successiva modifica normativa. Di conseguenza, le sanzioni IMU beni merce per il periodo d’imposta precedente alla nuova legge sono state confermate.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sanzioni IMU beni merce: le nuove leggi non cancellano le violazioni passate

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande interesse per le imprese di costruzione: la sorte delle sanzioni IMU beni merce a seguito di una modifica normativa favorevole al contribuente. La Suprema Corte ha stabilito un principio fondamentale: una nuova legge che abroga o modifica un tributo non cancella retroattivamente le sanzioni per violazioni commesse quando la vecchia normativa era in vigore. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento IMU per l’anno 2014, emesso da un Comune nei confronti di una società di costruzioni. L’atto non contestava solo il mancato versamento dell’imposta sui cosiddetti “beni merce” (immobili invenduti), ma irrogava anche le relative sanzioni.

La società contribuente aveva impugnato l’atto e la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado le aveva dato parzialmente ragione. In particolare, i giudici d’appello avevano annullato le sanzioni, ritenendo applicabile il principio del favor rei. Secondo la loro interpretazione, la successiva Legge n. 160/2019, che ha modificato il regime IMU per i beni merce, rappresentava una norma più favorevole che doveva essere applicata retroattivamente, escludendo quindi la punibilità della condotta passata.

Il Comune, non accettando questa conclusione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la nuova legge non avesse eliminato l’illecito commesso in passato e che, pertanto, le sanzioni fossero pienamente dovute.

L’Analisi della Corte e le Sanzioni IMU beni merce

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando la decisione di secondo grado. Il ragionamento dei giudici si è concentrato sul terzo motivo di ricorso, ritenuto fondato e assorbente rispetto agli altri.

La Corte ha chiarito che per poter parlare di applicazione retroattiva di una norma più favorevole (favor rei), è necessario che vi sia una successione di leggi che modificano la punibilità di una determinata fattispecie. Tuttavia, nel caso in esame, la situazione è diversa.

La Legge n. 160/2019 ha sì modificato il regime dell’IMU per i beni merce, arrivando a prevederne l’esenzione a partire dal 2022, ma non ha mai “depenalizzato” o reso lecita la violazione del mancato versamento dell’imposta per gli anni in cui questa era dovuta, come il 2014. Non si è verificata una cosiddetta abolitio criminis, ovvero la radicale eliminazione del presupposto impositivo che avrebbe fatto venir meno anche la sanzione.

La distinzione tra modifica del tributo e abolizione dell’illecito

Il punto cruciale della decisione è la distinzione tra la modifica di un regime fiscale e la cancellazione di un illecito. La Cassazione, richiamando un suo consolidato orientamento, ha affermato che se un’imposta cessa di essere dovuta da una certa data, ma rimaneva dovuta per i periodi precedenti, per quegli stessi periodi restano dovute anche le sanzioni in caso di inadempimento.

L’intervento normativo del 2019 non ha eliminato l’obbligo di versare l’IMU per il 2014; ha semplicemente cambiato le regole per il futuro. Di conseguenza, l’illecito commesso nel 2014 (mancato versamento) conserva tutta la sua rilevanza e la sanzione ad esso collegata rimane pienamente applicabile.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sulla base di principi giuridici consolidati. In primo luogo, ha ribadito che le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate per analogia. Anche sotto la nuova disciplina, l’ottenimento del beneficio fiscale per i beni merce presuppone la presentazione di un’apposita dichiarazione da parte del contribuente, un obbligo che non può essere considerato superfluo.

In secondo luogo, e questo è il cuore della sentenza, i giudici hanno spiegato che la modifica normativa non ha alterato il precetto violato nel 2014. L’imposta per quell’anno era dovuta e non è stata versata. La successiva modifica legislativa segna semplicemente il passaggio a un nuovo contesto giuridico, ma non può essere applicata retroattivamente al contesto precedente per annullarne gli effetti sanzionatori. Farlo, secondo la Corte, si tradurrebbe in un’inammissibile applicazione della norma nuova a una situazione diversa da quella per cui è stata pensata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato il ricorso originario della società contribuente. Ciò significa che le sanzioni IMU beni merce per il 2014 sono dovute.

Questa ordinanza offre un importante chiarimento: le riforme fiscali, anche quando introducono regimi più vantaggiosi per i contribuenti, non operano come un “colpo di spugna” sul passato. Le obbligazioni tributarie e le relative sanzioni sorte sotto l’impero di una legge precedente restano valide e non vengono meno per il solo fatto che una nuova legge abbia cambiato le regole del gioco per il futuro.

Una nuova legge fiscale più favorevole cancella automaticamente le sanzioni per violazioni commesse in passato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se un’imposta era dovuta per un periodo precedente all’entrata in vigore della nuova legge, anche le sanzioni per il mancato pagamento restano dovute. Non si verifica una cancellazione retroattiva dell’illecito (abolitio criminis).

Per ottenere l’esenzione IMU sui “beni merce” è sempre necessaria la dichiarazione?
Sì. La Corte ha ribadito che anche sotto la nuova disciplina (Legge n. 160/2019), la presentazione della dichiarazione IMU è un obbligo a pena di decadenza per poter beneficiare delle agevolazioni previste per i beni merce.

Cosa significa che non si applica il principio dell’abolitio criminis in questo caso?
Significa che la nuova legge non ha eliminato la violazione commessa in passato. Ha solo modificato il regime fiscale per il futuro. Poiché l’imposta per l’anno 2014 era dovuta, il suo mancato pagamento costituiva un illecito all’epoca, e tale rimane, con la conseguenza che le sanzioni restano applicabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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