LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sanzioni dichiarazione d’intento: la Cassazione decide

Una società è stata sanzionata per l’omessa comunicazione telematica delle dichiarazioni d’intento ricevute da esportatori abituali. La Corte di Cassazione ha stabilito che, a seguito delle modifiche normative, deve essere applicata la sanzione più favorevole sopravvenuta (ius superveniens), basata su un importo fisso anziché proporzionale all’imposta. Pertanto, ha annullato la decisione precedente e ha rinviato il caso alla Corte di Giustizia Tributaria per la rideterminazione della sanzione in base al principio del favor rei.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sanzioni Dichiarazione d’Intento: la Cassazione applica la norma più favorevole

L’omessa comunicazione delle dichiarazioni d’intento da parte dei fornitori di esportatori abituali è un tema delicato, che ha subito importanti evoluzioni normative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce l’impatto del principio del favor rei sulle sanzioni per dichiarazione d’intento omesse, stabilendo l’applicazione retroattiva della disciplina più mite. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società S.r.l. aveva ricevuto un atto di irrogazione di sanzioni per oltre 62.000 euro, relativo all’anno d’imposta 2008. La contestazione riguardava la violazione dell’art. 7, comma 4-bis, del D.Lgs. 471/1997, per non aver comunicato telematicamente all’amministrazione finanziaria le dichiarazioni d’intento ricevute da alcuni clienti, qualificati come esportatori abituali.

Nonostante la società avesse correttamente emesso fatture esenti IVA per un imponibile di oltre 313.000 euro, e la legittimità delle operazioni non fosse in discussione, l’omissione della comunicazione ha fatto scattare la sanzione. La normativa all’epoca vigente (ratione temporis) prevedeva una sanzione proporzionale, dal 100% al 200% dell’imposta dovuta, che nel caso specifico era stata calcolata al minimo (100% del 20% dell’imponibile).

Nei primi due gradi di giudizio, le decisioni sono state contrastanti. La Commissione Tributaria Provinciale aveva accolto il ricorso della società, riqualificando la violazione come meramente formale e riducendo la sanzione a un importo simbolico. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale, accogliendo l’appello dell’Agenzia Fiscale, aveva ripristinato la sanzione originaria, ritenendo la violazione non meramente formale in quanto ostacolava l’attività di controllo.

Il Ricorso in Cassazione e le Sanzioni per Dichiarazione d’Intento

La società ha quindi proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali. I primi due, volti a contestare la proporzionalità della sanzione e la natura meramente formale della violazione, sono stati ritenuti inammissibili dalla Corte, in quanto tendevano a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Il terzo motivo, invece, si è rivelato decisivo. La ricorrente sosteneva che le modifiche normative intervenute successivamente (in particolare con il D.Lgs. 175/2014 e il D.Lgs. 158/2015) avessero di fatto abolito l’obbligo di comunicazione per il fornitore, trasferendolo all’acquirente, e che dovesse quindi applicarsi il principio del favor rei, con la conseguente abolizione della sanzione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha ritenuto il terzo motivo parzialmente fondato. Pur non concordando con la tesi di una completa abolizione dell’illecito (abolitio), ha riconosciuto che la disciplina sanzionatoria è stata profondamente modificata nel tempo. In particolare, l’art. 15 del D.Lgs. n. 158 del 2015 ha introdotto una sanzione in misura fissa, compresa tra 250 e 2.000 euro, molto più mite rispetto a quella proporzionale originariamente prevista.

La Cassazione ha richiamato un suo precedente orientamento (sentenza n. 23695/2022), affermando che, sebbene la condotta illecita del fornitore persista anche nelle nuove normative, il regime sanzionatorio è cambiato. In assenza di norme transitorie che deroghino ai principi generali, deve trovare applicazione il principio del favor rei, sancito dall’art. 3 del D.Lgs. 472/1997. Di conseguenza, alla violazione commessa dalla società deve essere applicato il regime sanzionatorio più favorevole introdotto dal D.Lgs. 158/2015.

La Corte ha quindi chiarito che la sentenza della Commissione Tributaria Regionale era errata nella parte in cui aveva escluso l’applicazione di questo regime più favorevole.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il terzo motivo di ricorso, ha rigettato i primi due e ha cassato la sentenza impugnata. Ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, in diversa composizione, affinché proceda a un nuovo esame della controversia. Il giudice del rinvio dovrà uniformarsi al principio di diritto enunciato, rideterminando le sanzioni per dichiarazione d’intento sulla base della più favorevole misura fissa prevista dal D.Lgs. n. 158 del 2015, e dovrà anche decidere sulle spese del giudizio di legittimità. Questa decisione ribadisce la centralità del principio del favor rei nel diritto tributario sanzionatorio.

L’omessa comunicazione della dichiarazione d’intento è una violazione solo formale?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che si tratta di una violazione sostanziale, in quanto pregiudica l’efficacia dell’azione di controllo dell’amministrazione finanziaria e, per tale ragione, non può essere considerata una violazione meramente formale non punibile.

Se la legge sulle sanzioni cambia dopo la commissione della violazione, quale si applica?
Si applica il principio del favor rei. La Corte ha stabilito che, in assenza di norme derogatorie specifiche, deve essere applicato il regime sanzionatorio più favorevole al contribuente introdotto da una legge successiva, anche per violazioni commesse prima della sua entrata in vigore, purché non sia ancora intervenuta una decisione definitiva.

La modifica normativa ha abolito la sanzione per l’omessa comunicazione da parte del fornitore?
No, la Corte ha chiarito che non si è verificata una completa abolizione dell’illecito (abolitio). La condotta è rimasta illecita, ma è stato modificato il regime sanzionatorio. La sanzione proporzionale è stata sostituita da una sanzione fissa più lieve, ed è quest’ultima che deve essere applicata retroattivamente in virtù del principio del favor rei.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati