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Sanzioni amministratore di fatto: chi paga il conto?

La Corte di Cassazione chiarisce la responsabilità per le sanzioni fiscali in caso di ‘esterovestizione’. Con la sentenza n. 16449/2025, ha stabilito che le sanzioni per l’amministratore di fatto ricadono esclusivamente sulla società, anche per violazioni formali come l’omessa tenuta della contabilità. L’unica eccezione si verifica quando la società è un ‘mero schermo’, ovvero un’entità fittizia creata al solo scopo di avvantaggiare la persona fisica, circostanza non riscontrata nel caso di specie.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sanzioni Amministratore di Fatto: La Cassazione Chiarisce la Responsabilità

La gestione di una società comporta oneri e responsabilità, soprattutto dal punto di vista fiscale. Ma cosa succede quando a gestire l’ente non è l’amministratore formalmente nominato, bensì un ‘amministratore di fatto’? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16449 del 18 giugno 2025, interviene su un tema cruciale: la ripartizione delle sanzioni per l’amministratore di fatto. La pronuncia stabilisce un principio cardine: le penalità fiscali gravano sulla società, a meno che questa non sia una mera entità fittizia. Analizziamo insieme la decisione.

I Fatti del Caso: La Società Estera e l’Amministratore di Fatto

Il caso trae origine da accertamenti dell’Agenzia delle Entrate su una società con sede formale in Liechtenstein ma operante nel settore immobiliare in Sardegna. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato il fenomeno dell’esterovestizione, ritenendo che la società fosse di fatto amministrata e gestita dall’Italia da un soggetto, qualificandolo come amministratore di fatto. Di conseguenza, l’Agenzia ha irrogato sanzioni fiscali direttamente a carico della persona fisica per omessa istituzione della contabilità e omesse dichiarazioni (IRES, IRAP e IVA).

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva riconosciuto il ruolo di amministratore di fatto e l’esterovestizione della società. Tuttavia, aveva applicato il principio sancito dall’art. 7 del D.L. n. 269/2003, secondo cui le sanzioni relative al rapporto fiscale proprio delle persone giuridiche sono a carico esclusivo dell’ente. La CTR aveva però ritenuto l’amministratore personalmente responsabile per le sole omissioni ‘formali’, come la mancata tenuta delle scritture contabili.

La Decisione della Corte: Focus sulle Sanzioni all’Amministratore di Fatto

La Corte di Cassazione, chiamata a dirimere la questione, ha accolto il ricorso dell’amministratore di fatto, riformando la decisione della CTR e stabilendo che tutte le sanzioni, senza distinzioni, devono gravare esclusivamente sulla società.

Il Principio Generale: Responsabilità Esclusiva della Società

I giudici di legittimità hanno ribadito con forza l’orientamento consolidato: in linea di principio, le sanzioni fiscali relative a società con personalità giuridica devono essere poste ad esclusivo carico dell’ente che ha tratto vantaggio dall’illecito. Questo esclude la responsabilità sanzionatoria in capo all’amministratore, sia esso di diritto o di fatto. La norma (art. 7, D.L. n. 269/2003) ha una portata ‘omnicomprensiva’ e non consente di distinguere tra violazioni sostanziali (es. evasione) e violazioni formali (es. omessa contabilità), in quanto entrambe rientrano negli obblighi fiscali strutturali della società.

L’Eccezione: La Società come ‘Mero Schermo’

La regola generale subisce un’eccezione fondamentale. La responsabilità torna in capo alla persona fisica quando la società si riduce a un ‘mero schermo’, un’entità fittizia costituita al solo scopo di permettere a una persona fisica di trarre un vantaggio fiscale personale. In questo scenario, il vantaggio non è della società (che di fatto non ha una sua vitalità economica), ma dell’individuo che la utilizza. Di conseguenza, la sanzione colpisce l’autore effettivo dell’illecito.

Le Motivazioni della Cassazione

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che la CTR, pur avendo accertato il ruolo di amministratore di fatto, aveva anche implicitamente confermato che la società non era fittizia. Essa era riconducibile a soci effettivi (diversi dall’amministratore) e svolgeva una reale attività economica, sebbene gestita dall’Italia. L’amministratore di fatto agiva nell’interesse della persona giuridica e dei suoi soci, non per un vantaggio diretto e personale. Mancava quindi il presupposto fondamentale per applicare l’eccezione dello ‘schermo societario’. Pertanto, la distinzione operata dalla CTR tra sanzioni per violazioni sostanziali e formali è stata ritenuta infondata, poiché tutte le violazioni erano riconducibili al medesimo rapporto fiscale tra la società e l’amministrazione finanziaria. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata, accogliendo il ricorso dell’amministratore e liberandolo da ogni addebito sanzionatorio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un principio di garanzia fondamentale per chi amministra società di capitali. Le sanzioni per l’amministratore di fatto non sono automatiche. La responsabilità personale sorge solo in una circostanza estrema: quando si dimostra che la società è una costruzione artificiale priva di reale sostanza economica, utilizzata come strumento personale di evasione. In tutti gli altri casi, anche in presenza di esterovestizione, se la società è un’entità effettiva che opera e produce reddito per sé e per i suoi soci, sarà l’ente stesso a rispondere degli illeciti fiscali, proteggendo la sfera patrimoniale dell’amministratore.

Chi è responsabile per le sanzioni fiscali di una società, l’ente o il suo amministratore di fatto?
Di norma, la responsabilità per le sanzioni fiscali ricade esclusivamente sulla persona giuridica (la società) che ha beneficiato dell’illecito. L’amministratore di fatto, al pari di quello di diritto, non è sanzionabile personalmente, secondo l’art. 7 del D.L. n. 269/2003.

Cosa si intende per società ‘mero schermo’ e quali sono le conseguenze per l’amministratore?
Una società è considerata un ‘mero schermo’ quando è un’entità fittizia, creata al solo scopo di consentire a una persona fisica di ottenere un vantaggio fiscale personale. In questo caso, l’eccezione alla regola generale si applica e la responsabilità per le sanzioni ricade direttamente sulla persona fisica che ha utilizzato la società come strumento.

Le sanzioni per violazioni formali, come la mancata tenuta delle scritture contabili, seguono la stessa regola delle sanzioni per evasione?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è possibile distinguere tra le diverse tipologie di violazioni. Sia le sanzioni per illeciti sostanziali (es. omessa dichiarazione dei redditi) sia quelle per illeciti formali (es. omessa tenuta della contabilità) sono di competenza esclusiva della persona giuridica, poiché rientrano tutte nel rapporto fiscale tra la società e l’erario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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