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Sanzione contributo unificato: no alla riduzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22498/2025, ha stabilito che la sanzione per omesso o parziale versamento del contributo unificato non è riducibile dal giudice. La Corte ha chiarito che si applica una disciplina speciale e oggettiva, che non permette di valutare il comportamento del contribuente o altre circostanze attenuanti. Pertanto, la sanzione, che può arrivare fino al 200% dell’importo dovuto, deve essere applicata in modo automatico in caso di mancato pagamento, prevalendo sulle norme generali in materia di sanzioni tributarie.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

È possibile ottenere una riduzione della sanzione per omesso o parziale pagamento del contributo unificato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sanzione non è riducibile dal giudice in base a criteri discrezionali, come il comportamento del contribuente.

Perché il giudice non può ridurre l’importo della sanzione?
Perché la sanzione è regolata da una disciplina speciale (art. 16, comma 1-bis, d.P.R. 115/2002) che prevale sulle norme generali in materia di sanzioni tributarie. Questa disciplina speciale prevede un’applicazione automatica e oggettiva della sanzione basata unicamente sul mancato pagamento, senza lasciare spazio a valutazioni discrezionali.

Qual è la differenza principale tra la sanzione per il contributo unificato e le altre sanzioni tributarie?
La sanzione per il contributo unificato è oggettiva e automatica, legata al solo fatto del mancato versamento. Le sanzioni tributarie generali, invece, spesso consentono al giudice di valutare elementi soggettivi, come la gravità della violazione, la condotta dell’agente e la sua personalità, per graduare l’importo della penalità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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