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Sanzione cessionario: legittima la contestazione autonoma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7655/2025, ha stabilito la legittimità di un atto di contestazione autonomo emesso dall’Amministrazione finanziaria nei confronti del cessionario (acquirente) per la ricezione di una fattura irregolare. La Corte ha chiarito che la responsabilità e la relativa sanzione del cessionario sono distinte e indipendenti da quelle del cedente (venditore) relative al mancato versamento dell’imposta. Il caso riguardava l’acquisto di un immobile da un ente comunale, per il quale l’acquirente non aveva regolarizzato la fattura. La sentenza ha cassato la decisione del giudice di merito, rinviando la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sanzione Cessionario: È Legittima la Contestazione Separata dall’Accertamento

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di IVA: la legittimità della sanzione al cessionario per fattura irregolare, irrogata con un atto autonomo e distinto dall’accertamento fiscale rivolto al cedente. La decisione chiarisce che la responsabilità dell’acquirente è indipendente, segnando un punto fermo sulla procedura sanzionatoria in ambito tributario.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un contenzioso tra un contribuente e l’Amministrazione Finanziaria. L’ente impositore aveva contestato al contribuente, acquirente di una palazzina da un Comune, di non aver assoggettato ad IVA l’operazione. Di conseguenza, l’Agenzia aveva emesso un atto di contestazione per irrogare le sanzioni previste dalla legge per chi riceve una fattura irregolare e non provvede a regolarizzarla.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato ragione al contribuente, annullando l’atto. Secondo la CTR, la sanzione non poteva essere comminata con un atto separato rispetto all’avviso di accertamento dell’imposta, che peraltro era stato emesso solo nei confronti del Comune venditore. La CTR riteneva che l’atto sanzionatorio fosse strettamente collegato alla “matrice causale della pretesa impositiva”.

La Sanzione Cessionario secondo la Cassazione

L’Amministrazione Finanziaria ha impugnato la decisione della CTR dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali.

1. Primo Motivo: Violazione dell’art. 6, comma 8, del D.Lgs. 471/1997. L’Agenzia sosteneva che la CTR avesse erroneamente negato la possibilità di contestare autonomamente al cessionario la sanzione specifica prevista per chi riceve una fattura irregolare.
2. Secondo Motivo: Errata valutazione sull’assoggettabilità ad IVA dell’operazione di cessione dell’immobile da parte del Comune.

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi. In particolare, ha affermato la piena legittimità dell’atto di contestazione autonomo nei confronti dell’acquirente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Le sanzioni collegate a un tributo possono essere irrogate sia unitamente all’avviso di accertamento (ai sensi dell’art. 16 del D.Lgs. 472/1997) sia con un distinto e autonomo atto (ai sensi del successivo art. 17).

Il punto cruciale, tuttavia, risiede nella natura della responsabilità del cessionario. Ai sensi dell’art. 6, comma 8, del D.Lgs. 471/1997, il cessionario risponde unicamente per la mancata regolarizzazione della fattura, e non per il mancato pagamento dell’imposta, che resta a carico del cedente. Di conseguenza, la contestazione nei confronti del cessionario è del tutto autonoma e non collegata a quella mossa nei confronti del cedente.

L’Amministrazione Finanziaria ha quindi agito correttamente emettendo un atto di contestazione autonomo, poiché la violazione del cessionario (mancata regolarizzazione) è distinta da quella del cedente (mancato versamento IVA).

Inoltre, la Corte ha cassato anche la parte della sentenza relativa all’assoggettabilità ad IVA della vendita immobiliare, rinviando al giudice del merito il compito di riesaminare la questione alla luce dei principi espressi in altre pronunce.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. La decisione ribadisce un importante principio: la sanzione al cessionario per la ricezione di una fattura irregolare ha una sua autonomia e può essere contestata separatamente. Questo implica che l’acquirente di un bene o servizio ha un dovere di controllo sulla correttezza formale e sostanziale della fattura ricevuta. In caso di irregolarità, è tenuto ad attivarsi per la regolarizzazione, indipendentemente dall’esito di eventuali accertamenti fiscali nei confronti del venditore. La pronuncia rafforza gli obblighi di diligenza del cessionario nelle transazioni commerciali ai fini IVA.

L’Amministrazione finanziaria può emettere un atto di sanzione separato per il compratore (cessionario)?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la contestazione della sanzione nei confronti del cessionario è del tutto autonoma rispetto a quella proposta nei confronti del cedente (venditore) e può essere effettuata con un distinto atto di contestazione.

Qual è la responsabilità del cessionario se riceve una fattura irregolare?
Secondo l’art. 6, comma 8, del d.lgs. n. 471 del 1997, il cessionario risponde unicamente della mancata regolarizzazione della fattura e non del pagamento dell’imposta, che rimane a carico del cedente.

La decisione sull’accertamento dell’imposta a carico del venditore influenza la sanzione al compratore?
No, la contestazione al cessionario è indipendente. La sua responsabilità deriva dalla specifica violazione di non aver regolarizzato una fattura non corretta, a prescindere dall’esito della pretesa impositiva nei confronti del venditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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