LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sale and lease back: la Cassazione sulla plusvalenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3886/2024, ha stabilito che la plusvalenza generata da un’operazione di sale and lease back non va tassata interamente nell’anno della vendita, ma deve essere ripartita lungo tutta la durata del contratto di locazione finanziaria. La decisione si fonda sul principio della prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica, allineando il trattamento fiscale alla rappresentazione contabile dell’operazione come un unico finanziamento, e non come due negozi separati (vendita e leasing).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sale and lease back: la Cassazione conferma la ripartizione della plusvalenza

L’operazione di sale and lease back rappresenta uno strumento finanziario cruciale per le imprese che necessitano di liquidità senza privarsi dell’uso di beni strumentali. Tuttavia, il suo trattamento fiscale, in particolare per quanto riguarda la plusvalenza generata, è stato a lungo oggetto di dibattito. Con la recente ordinanza n. 3886 del 12 febbraio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la plusvalenza deve essere ripartita lungo la durata del contratto di leasing e non tassata interamente nell’anno della vendita.

I Fatti del Caso

Una società per azioni aveva realizzato un’operazione di sale and lease back su un immobile strumentale, perfezionata nel 2008. L’azienda aveva scelto di ripartire la plusvalenza derivante dalla vendita lungo i 18 anni di durata del contratto di locazione finanziaria. L’Amministrazione Finanziaria, tuttavia, contestava tale approccio. Secondo il Fisco, l’operazione doveva essere scissa in due contratti distinti: una vendita, con effetto traslativo immediato, e una locazione finanziaria. Di conseguenza, la plusvalenza avrebbe dovuto concorrere integralmente a formare il reddito imponibile dell’anno 2008, anno della vendita.

La Questione Giuridica: Imputazione della Plusvalenza nel Sale and Lease Back

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione della natura del contratto di sale and lease back ai fini fiscali. L’Amministrazione Finanziaria sosteneva una visione formalistica, considerando la vendita come un evento fiscalmente autonomo che genera un ricavo immediato. La società contribuente, al contrario, propendeva per una visione sostanzialistica, in linea con i principi contabili internazionali (IAS 17), secondo cui l’operazione è unitaria e ha la funzione economica di un finanziamento. In questa prospettiva, la plusvalenza non è un ricavo immediato, ma un provento la cui competenza economica matura gradualmente nel tempo, in parallelo con la durata del leasing.

Le Motivazioni: la Prevalenza della Sostanza sulla Forma

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, sposando pienamente la tesi della contribuente. I Giudici hanno affermato che, in tema di determinazione del reddito d’impresa, le plusvalenze derivanti da un contratto di sale and lease back devono essere contabilizzate ripartendo l’importo lungo la durata del contratto di locazione finanziaria.

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio della prevalenza della sostanza sulla forma, un criterio cardine dei principi contabili internazionali (come lo IAS 17), recepiti nel nostro ordinamento. Anche se la società non era obbligata ad adottare gli IAS per la redazione del bilancio, questi principi informano l’interpretazione della legislazione tributaria e sono tradotti nell’articolo 2425-bis del codice civile.

L’operazione di sale and lease back, nella sua sostanza economica, non è una semplice vendita, ma un’operazione di finanziamento. La vendita del bene è strumentale a ottenere liquidità, mentre il leasing garantisce la continuità dell’utilizzo del bene stesso. Pertanto, considerare l’effetto traslativo immediato della vendita come unico momento rilevante ai fini fiscali sarebbe una forzatura che non rispecchia la reale natura economica dell’operazione. La plusvalenza, in questo quadro, rappresenta un componente economico che si realizza progressivamente nel tempo, e come tale deve essere tassata.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai contribuenti, offrendo certezza giuridica su una questione complessa. La decisione conferma che il trattamento fiscale deve seguire la rappresentazione contabile che meglio riflette la realtà economica dell’operazione. Per le imprese, ciò significa poter pianificare le operazioni di sale and lease back con la sicurezza che l’impatto fiscale della plusvalenza sarà diluito nel tempo, evitando un onere tributario immediato e sproporzionato. La sentenza ribadisce l’importanza del principio della prevalenza della sostanza sulla forma non solo come criterio contabile, ma come guida interpretativa fondamentale anche nel diritto tributario.

Come deve essere trattata fiscalmente la plusvalenza derivante da un’operazione di sale and lease back?
Secondo la Corte di Cassazione, la plusvalenza deve essere ripartita e tassata in funzione della durata del contratto di locazione finanziaria, e non interamente nell’esercizio in cui avviene la vendita del bene.

Quale principio giuridico è alla base di questa decisione?
La decisione si fonda sul principio contabile della prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica, secondo cui le operazioni devono essere valutate per la loro reale funzione economica (in questo caso, un finanziamento) piuttosto che per la loro veste formale (una vendita separata da un leasing).

Perché la Corte ha deciso di compensare le spese legali?
La Corte ha compensato le spese a causa dell’incertezza normativa e giurisprudenziale che esisteva al momento della proposizione del ricorso. L’orientamento attuale si è consolidato solo successivamente, durante la pendenza del giudizio, rendendo giustificabile la posizione iniziale dell’Amministrazione Finanziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati