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Ruralità immobili: no IMU per ville di lusso? La Corte

Una società agricola ha contestato un avviso di accertamento IMU per sette immobili, sostenendone la ruralità. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31384/2024, ha affrontato due questioni chiave. Ha confermato che i garage a servizio di abitazioni rurali sono anch’essi da considerarsi rurali in virtù del principio di pertinenza. Tuttavia, ha stabilito che per due ville classificate nella categoria catastale A/7 (abitazioni di lusso), tale classamento è ostativo al riconoscimento della ruralità ai fini IMU, anche se utilizzate per attività di agriturismo. La Corte ha chiarito che il contribuente deve prima impugnare e ottenere la modifica del classamento catastale per poter beneficiare dell’esenzione.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ruralità Immobili: No IMU per Ville di Lusso? La Cassazione Chiarisce

Il tema della ruralità immobili e delle conseguenti esenzioni fiscali, in particolare per l’IMU, è da sempre al centro di un acceso dibattito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 31384/2024) getta nuova luce su un aspetto particolarmente controverso: è possibile riconoscere la ruralità, e quindi l’esenzione IMU, a un immobile classificato come villa di lusso (categoria A/7)? La risposta dei giudici è netta e si basa su un principio fondamentale: la supremazia del classamento catastale.

I Fatti di Causa

Una società agricola impugnava un avviso di accertamento IMU relativo a sette immobili, emesso da un Comune toscano. La società sosteneva che tutti gli immobili possedessero i requisiti di ruralità e dovessero quindi essere esenti dall’imposta. Il contenzioso riguardava specificamente cinque autorimesse e due unità abitative.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società, riconoscendo la ruralità sia alle autorimesse, in quanto pertinenze di abitazioni di dipendenti, sia alle due unità immobiliari. Queste ultime, pur essendo di fatto ville con una superficie superiore a 240 mq, erano state considerate rurali perché adibite ad uso abitativo nell’ambito dell’attività agrituristica aziendale. L’Agenzia delle Entrate, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione.

L’Analisi della Corte: Due Punti, Due Decisioni Diverse

La Suprema Corte ha analizzato separatamente le due questioni sollevate dall’Agenzia delle Entrate, giungendo a conclusioni opposte.

La Ruralità delle Pertinenze: i Garage

Per quanto riguarda le cinque autorimesse, la Corte ha respinto il motivo di ricorso dell’Agenzia. I giudici hanno affermato che, in applicazione del principio accessorium sequitur principale (il bene accessorio segue la sorte del bene principale), i garage posti a servizio di abitazioni rurali godono dello stesso carattere di ruralità degli immobili principali a cui sono asserviti. Non è necessaria una specifica norma che menzioni espressamente i garage, poiché la loro natura pertinenziale è sufficiente a estendere il beneficio fiscale.

Ruralità Immobili di Lusso: Il Classamento Catastale è Decisivo

La decisione cambia radicalmente per le due unità abitative. La Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo un principio cardine: in materia di ICI e IMU, l’oggettiva classificazione catastale è determinante. Un immobile iscritto in catasto in una categoria che denota lusso (come la A/7, “Abitazioni in villini”) non può beneficiare dell’esenzione prevista per gli immobili rurali.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la normativa esclude espressamente dai benefici per la ruralità i fabbricati che presentano le caratteristiche di lusso secondo i criteri del D.M. 2 agosto 1969. Il classamento in categoria A/7 è, di per sé, un indicatore oggettivo di tali caratteristiche.

I giudici hanno chiarito che, se un contribuente ritiene che il proprio immobile sia rurale nonostante un classamento catastale diverso (es. A/7), non può semplicemente autodefinirlo tale ai fini dell’esenzione IMU. L’unica strada percorribile è quella di impugnare l’atto di classamento catastale. Solo una volta ottenuta la variazione della categoria in catasto o, quanto meno, l’annotazione ufficiale della ruralità, sarà possibile beneficiare dell’esenzione fiscale.

Nel caso specifico, la domanda di variazione presentata dalla società era stata rigettata e non era stata effettuata alcuna annotazione. Pertanto, l’avviso di accertamento IMU era legittimo, poiché basato sulla classificazione catastale A/7, che prevale su qualsiasi considerazione relativa all’uso effettivo dell’immobile.

le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione offre un’importante lezione pratica per tutti gli operatori del settore agricolo e agrituristico. Il principio affermato è chiaro: ai fini fiscali, la forma prevale sulla sostanza. La classificazione catastale di un immobile è il dato primario su cui si fonda l’imposizione. Per ottenere l’esenzione IMU legata alla ruralità immobili, non è sufficiente che un fabbricato sia strumentale all’attività agricola; è indispensabile che il suo status rurale sia formalmente riconosciuto negli atti catastali. In assenza di tale riconoscimento, un immobile classificato come A/7 (villa di lusso) è soggetto a IMU, senza possibilità di eccezioni basate sul suo concreto utilizzo.

Un garage a servizio di un’abitazione rurale è anch’esso considerato rurale ai fini IMU?
Sì. La Corte ha stabilito che, in base al principio per cui il bene accessorio segue quello principale (accessorium sequitur principale), i garage a servizio di abitazioni rurali godono dello stesso carattere di ruralità degli immobili principali.

Un immobile classificato come villa di lusso (cat. A/7) può essere esente da IMU in quanto rurale?
No. Secondo la Corte, il classamento catastale in una categoria di lusso come la A/7 è ostativo al riconoscimento della ruralità ai fini IMU. L’esenzione è esclusa per i fabbricati con caratteristiche di lusso, anche se destinati ad attività di agriturismo.

Cosa deve fare il contribuente per ottenere l’esenzione IMU per un immobile che ritiene rurale ma che è accatastato in una categoria diversa?
Il contribuente deve impugnare l’atto di classamento catastale per ottenere la modifica della categoria. La sola presentazione di una domanda di variazione o un’autocertificazione non è sufficiente se il procedimento non si conclude con una specifica annotazione di ruralità negli atti catastali. In assenza di tale modifica, prevale la classificazione esistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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