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Ruralità immobile A/8: sì se per agriturismo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5458/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di ruralità immobile A/8. Anche una villa di lusso (categoria A/8) può ottenere il riconoscimento della ruralità, con i conseguenti benefici fiscali, se è utilizzata come struttura agrituristica. La Corte ha chiarito che il divieto di ruralità per gli immobili di lusso si applica solo quando questi sono destinati a uso abitativo, e non quando, come nel caso dell’agriturismo, sono strumentali all’attività agricola. La decisione è stata presa accogliendo il ricorso di un proprietario che aveva concesso in comodato la sua villa a una società agricola da lui stesso controllata per svolgere attività ricettiva.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ruralità Immobile A/8: Sì se Destinato ad Agriturismo, lo Conferma la Cassazione

La Corte di Cassazione ha recentemente emesso un’ordinanza di grande interesse per il settore agricolo e turistico, affrontando la questione della ruralità immobile A/8. Con la decisione in esame, i giudici hanno chiarito che un fabbricato classificato in catasto come villa (categoria A/8) può legittimamente ottenere il riconoscimento della ruralità, e i relativi vantaggi fiscali, qualora sia concretamente destinato all’esercizio di attività di agriturismo. Questo principio segna un punto fermo, distinguendo nettamente tra l’uso abitativo di un immobile di lusso e il suo impiego come bene strumentale per un’impresa agricola.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di un contribuente, proprietario di un immobile sito nel Chianti e classificato in catasto nella categoria A/8 (ville). Il proprietario aveva concesso in comodato d’uso gratuito l’immobile a una società agricola, di cui era socio amministratore con una quota quasi totalitaria, affinché vi svolgesse attività di agriturismo. A seguito di questa operazione, aveva richiesto l’annotazione della ruralità del fabbricato negli atti catastali, ma la sua richiesta era stata respinta.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano confermato il diniego, basando la loro decisione su un’interpretazione restrittiva della norma: un immobile classificato come A/8, per sua natura di lusso, non poteva in alcun caso essere considerato rurale. Il contribuente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la destinazione strumentale all’attività agricola (nella specie, agriturismo) dovesse prevalere sulla classificazione catastale.

La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici supremi hanno stabilito che l’esclusione dal riconoscimento della ruralità prevista per gli immobili di lusso (categorie A/1 e A/8) opera soltanto quando questi sono destinati a uso abitativo. Al contrario, quando un immobile, seppur classificato A/8, è utilizzato per un’attività strumentale all’agricoltura, come l’agriturismo, tale preclusione non si applica.

Le Motivazioni: la Distinzione tra Uso Abitativo e Uso Strumentale

Il cuore della motivazione della Corte risiede nella netta distinzione tra la disciplina prevista per i fabbricati rurali a uso abitativo e quella per i fabbricati strumentali.

L’esclusione per la ruralità immobile A/8 vale solo per l’uso abitativo

La normativa di riferimento (art. 9, comma 3, lett. e) del D.L. 557/1993) stabilisce che i fabbricati ad uso abitativo con caratteristiche di lusso, appartenenti alle categorie A/1 e A/8, non possono essere riconosciuti come rurali. La Corte ha sottolineato che questa norma ha lo scopo di prevenire che residenze di pregio vengano fittiziamente qualificate come rurali per eludere le imposte. Tuttavia, la sua applicazione è circoscritta ai soli immobili effettivamente utilizzati come abitazioni.

La Rilevanza dell’Agriturismo come Attività Strumentale

La Corte ha poi richiamato un’altra disposizione (art. 9, comma 3-bis dello stesso decreto), che definisce le costruzioni strumentali all’attività agricola. Tra queste, la legge elenca esplicitamente quelle destinate all’agriturismo. Quando un immobile rientra in questa categoria, la sua funzione non è più abitativa, ma diventa strumentale all’esercizio di un’impresa. Di conseguenza, il presupposto per l’applicazione del divieto (l’uso abitativo) viene meno. Anche una villa A/8, se usata per accogliere ospiti nell’ambito di un’attività agrituristica, assume il carattere di bene strumentale e può, pertanto, beneficiare del riconoscimento della ruralità.

Inoltre, la Corte ha specificato che non è necessaria una perfetta coincidenza soggettiva tra il proprietario del fabbricato e l’imprenditore agricolo che lo utilizza. È sufficiente che quest’ultimo detenga l’immobile sulla base di un titolo idoneo, come un contratto di comodato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli operatori del settore agrituristico. Essa conferma che la valutazione della ruralità non deve fermarsi a un dato formale come la categoria catastale, ma deve considerare l’effettiva destinazione d’uso dell’immobile. I proprietari di immobili di pregio che intendono avviare o consolidare un’attività agrituristica possono ora contare su un principio giuridico chiaro: se l’immobile è funzionale all’attività d’impresa agricola, la classificazione come A/8 non è di per sé un ostacolo al riconoscimento della ruralità e ai conseguenti benefici fiscali in materia di IMU. La decisione incoraggia quindi gli investimenti nel settore, valorizzando il patrimonio immobiliare rurale anche di pregio in un’ottica imprenditoriale.

Un immobile classificato in catasto come villa (A/8) può essere considerato rurale ai fini fiscali?
Sì, secondo la Corte di Cassazione un immobile classificato come A/8 può ottenere il riconoscimento della ruralità a condizione che non sia destinato a uso abitativo, ma sia strumentale all’esercizio di un’attività agricola, come l’agriturismo.

La classificazione catastale di lusso (A/8) preclude sempre il riconoscimento della ruralità?
No. La preclusione opera solo se l’immobile è destinato a uso abitativo. Se invece l’immobile è utilizzato per un’attività strumentale prevista dalla legge, come quella agrituristica, la classificazione catastale non è di per sé ostativa al riconoscimento della ruralità.

È necessario che il proprietario dell’immobile sia lo stesso soggetto che svolge l’attività agricola per ottenere la ruralità?
No, la sentenza chiarisce che non è necessaria l’identità soggettiva tra proprietario e utilizzatore. È sufficiente che l’utilizzatore sia un imprenditore agricolo e detenga l’immobile in base a un titolo idoneo, come ad esempio un contratto di comodato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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