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Ruolo straordinario: quando è illegittimo? Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20428/2024, ha stabilito che l’iscrizione a ruolo straordinario non è legittima se basata unicamente sullo stato di liquidazione e sulla difficoltà economica di una società. Per giustificare questa misura eccezionale, l’Agenzia delle Entrate deve provare un ‘fondato pericolo per la riscossione’, come l’occultamento di beni, non essendo sufficiente la mera richiesta di concordato preventivo. L’annullamento, anche parziale, dell’atto impositivo presupposto fa venir meno la base giuridica per la riscossione straordinaria.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ruolo straordinario: non basta la crisi d’impresa per giustificarlo

L’iscrizione a ruolo straordinario rappresenta uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per la tutela del credito erariale. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere ancorato a presupposti rigorosi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito i limiti di questa procedura eccezionale, chiarendo che lo stato di liquidazione o la difficoltà economica di una società non sono, da soli, sufficienti a legittimarne l’applicazione.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata in liquidazione impugnava una cartella di pagamento basata su un’iscrizione a ruolo straordinario. Tale iscrizione era scaturita da un atto di contestazione di sanzioni e si sommava a imposte relative ad accertamenti già definitivi. La Commissione Tributaria Provinciale (CTP) accoglieva il ricorso della società.

Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR), in riforma della prima decisione, dava ragione all’Agenzia delle Entrate. I giudici d’appello ritenevano giustificata l’iscrizione a ruolo straordinario sulla base di alcuni elementi: la società aveva richiesto per due volte l’ammissione al concordato preventivo, si trovava in stato di liquidazione e presentava una notevole sproporzione tra il debito fiscale (quasi 4 milioni di euro) e il capitale sociale (60.000 euro). Secondo la CTR, questi fattori indicavano una situazione di ‘estrema difficoltà’ o insolvenza, sufficiente a integrare il ‘fondato pericolo per la riscossione’ richiesto dalla legge.

La società, ritenendo errata tale interpretazione, proponeva ricorso in Cassazione.

L’utilizzo eccezionale del ruolo straordinario

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente, cassando la sentenza d’appello e decidendo nel merito. I giudici supremi hanno innanzitutto ricordato la natura eccezionale dell’iscrizione a ruolo straordinario, prevista dall’art. 15-bis del d.P.R. n. 602/1973. Questa procedura consente al Fisco di riscuotere l’intero importo di imposte, sanzioni e interessi basandosi su accertamenti non ancora definitivi, a differenza della procedura ordinaria che permette la riscossione solo di una frazione del dovuto (un terzo) in pendenza di giudizio.

L’eccezionalità della misura richiede, come contrappeso, la sussistenza di un ‘fondato pericolo per la riscossione’, come specificato dall’art. 11, comma 3, del medesimo decreto. L’Amministrazione Finanziaria ha l’onere di motivare specificamente le ragioni per cui ritiene sussistente tale pericolo, non potendo limitarsi ad affermazioni generiche.

Il Principio del ‘Fondato Pericolo’ nella Riscossione

La Corte ha chiarito che il ‘fondato pericolo per la riscossione’ non può coincidere con la semplice messa in liquidazione della società o con una generica difficoltà economica. Sebbene il fallimento del contribuente possa, di per sé, integrare tale requisito, la stessa cosa non vale per lo stato di liquidazione.

Per giustificare un ruolo straordinario, è necessario che alla condizione di crisi si accompagnino ulteriori elementi concreti, quali:
Condotte del contribuente: ad esempio, l’occultamento di cespiti o atti volti a disperdere il patrimonio.
Eventi oggettivi esterni: come l’adozione di provvedimenti di sequestro o la presenza di una pluralità di ingenti debiti.
Gravi irregolarità nella gestione: commesse dal liquidatore durante la procedura.

Nel caso di specie, la Corte ha osservato che la sola richiesta di concordato preventivo e lo stato di liquidazione, in assenza di prove su condotte volte a pregiudicare le ragioni dell’Erario, non erano sufficienti a giustificare la misura cautelare.

Le motivazioni

Le motivazioni della Cassazione si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale che mira a bilanciare le esigenze di tutela del credito erariale con il diritto di difesa del contribuente. Consentire l’uso indiscriminato del ruolo straordinario sulla base della sola crisi aziendale significherebbe trasformare uno strumento eccezionale in una prassi ordinaria, vanificando la distinzione voluta dal legislatore. Inoltre, la Corte ha sottolineato un altro aspetto cruciale: l’atto impositivo presupposto alla cartella era stato nel frattempo parzialmente annullato in un separato giudizio. La legittimità della riscossione, anche quella cautelare, dipende sempre e comunque dalla validità dell’atto impositivo che ne costituisce il titolo. Se tale atto viene annullato, anche con sentenza non definitiva, l’ente impositore ha l’obbligo di adeguarsi, procedendo allo sgravio delle somme non più dovute. L’atto annullato, infatti, non può più costituire titolo idoneo a legittimare alcuna azione, neppure quella provvisoria.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza le garanzie per il contribuente, stabilendo che per l’attivazione del ruolo straordinario l’Agenzia delle Entrate deve fornire una prova rigorosa del pericolo concreto e attuale di non poter riscuotere il proprio credito. La mera difficoltà finanziaria o lo stato di liquidazione non bastano. È richiesta la dimostrazione di comportamenti attivi del debitore finalizzati a sottrarre garanzie patrimoniali al Fisco. Questa decisione impone all’Amministrazione Finanziaria un onere motivazionale più stringente, a tutela del corretto equilibrio tra potere impositivo e diritti del contribuente.

Lo stato di liquidazione e la difficoltà economica di una società giustificano da soli l’iscrizione a ruolo straordinario?
No, secondo la Corte di Cassazione queste condizioni da sole non sono sufficienti. Devono essere accompagnate da ulteriori elementi che dimostrino un concreto pericolo di dispersione del patrimonio aziendale.

Cosa deve dimostrare l’Amministrazione finanziaria per procedere con l’iscrizione a ruolo straordinario?
Deve dimostrare l’esistenza di un ‘fondato pericolo per la riscossione’, fornendo prove di fatti specifici come l’occultamento di beni, atti fraudolenti o altre condotte volte a pregiudicare il recupero del credito da parte dell’Erario.

Che effetto ha l’annullamento, anche parziale, dell’atto di accertamento sull’iscrizione a ruolo straordinario?
L’annullamento, anche se non definitivo, fa venir meno il titolo su cui si fonda la riscossione. Di conseguenza, l’iscrizione a ruolo straordinario perde la sua base giuridica e l’ente impositore è tenuto ad annullare (sgravare) gli importi non più dovuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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