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RTI e riscossione tributi: legittimità e requisiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito importanti principi in materia di RTI e riscossione tributi. Il caso riguardava l’impugnazione di un avviso di accertamento per la tassa rifiuti (TARSU) emesso da un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI). La Corte ha chiarito che, in un RTI di tipo misto, l’iscrizione all’albo ministeriale è richiesta solo per le società che svolgono le attività principali di accertamento e riscossione, e non per quelle che forniscono mere attività di supporto. La sentenza ha inoltre affrontato la questione della decadenza del potere di accertamento, accogliendo parzialmente il ricorso del contribuente per una delle annualità contestate.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

RTI e riscossione tributi: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato temi cruciali in materia di RTI e riscossione tributi, definendo i confini della legittimità operativa dei raggruppamenti temporanei di imprese (RTI) nell’ambito dei servizi di accertamento e riscossione per gli enti locali. La pronuncia offre importanti spunti interpretativi sulla necessità di iscrizione all’albo ministeriale per tutte le imprese associate e sui termini di decadenza per l’azione di accertamento della TARSU.

I Fatti di Causa: una controversia sulla Tassa Rifiuti

Il caso trae origine dall’impugnazione, da parte di una contribuente, di un avviso di accertamento relativo alla Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) per gli anni 2011 e 2012. L’atto era stato notificato da un raggruppamento temporaneo di imprese, concessionario del servizio di gestione e riscossione del tributo per conto del Comune.

La contribuente ha basato il suo ricorso su tre motivi principali:
1. La decadenza del potere di accertamento dell’ente, essendo a suo dire trascorso il termine quinquennale.
2. Il difetto di legittimazione dell’RTI, poiché una delle società componenti non risultava iscritta all’apposito albo ministeriale per le attività di riscossione.
3. L’omesso esame di una perizia di parte che attestava lo stato di inagibilità e inutilizzabilità dell’immobile, condizione che ne avrebbe giustificato l’esenzione dal tributo.

I giudici di primo e secondo grado avevano rigettato le doglianze della contribuente, portando la questione all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Legittimità dell’RTI e riscossione tributi

Il punto centrale della sentenza riguarda la legittimità dell’RTI e riscossione tributi. La ricorrente sosteneva che la mancanza di iscrizione all’albo ministeriale di una delle società del raggruppamento invalidasse l’intero operato dell’RTI.

La Corte di Cassazione ha rigettato questa tesi, operando una distinzione fondamentale basata sulla natura delle attività svolte dalle singole imprese associate. La sentenza chiarisce che, in un RTI di tipo “misto” o “verticale”, dove le imprese svolgono compiti differenti, il requisito soggettivo dell’iscrizione all’albo è richiesto solo per le società che eseguono le prestazioni principali (in questo caso, l’accertamento e la riscossione coattiva).

Non è invece necessario per le imprese che svolgono attività secondarie, di mero supporto o strumentali alla prestazione principale. Questa interpretazione, supportata dalla giurisprudenza amministrativa e dal diritto dell’Unione Europea in materia di appalti pubblici, riconosce che la logica dell’RTI è proprio quella di aggregare competenze diverse. Imporre a tutti i componenti requisiti previsti solo per l’attività principale sarebbe sproporzionato e contrario alla finalità stessa del raggruppamento.

La questione della Decadenza e dell’Inagibilità

Per quanto riguarda gli altri motivi, la Corte ha parzialmente accolto quello relativo alla decadenza. Analizzando la normativa specifica sulla TARSU, i giudici hanno stabilito che, in caso di omessa denuncia, il termine per l’accertamento per l’anno 2011 era effettivamente spirato prima della notifica dell’avviso. Per l’anno 2012, invece, l’azione dell’ente era ancora tempestiva.

Infine, il motivo sull’omesso esame della perizia di inagibilità è stato dichiarato inammissibile. In primo luogo, operava la preclusione della cosiddetta “doppia conforme”, avendo i giudici di primo e secondo grado raggiunto la medesima conclusione sui fatti. In secondo luogo, e in modo dirimente, la Corte ha ricordato che, per ottenere l’esenzione dalla TARSU per inutilizzabilità dell’immobile, non è sufficiente provare tale stato, ma è onere del contribuente presentare una preventiva denuncia all’ente impositore, documentando le circostanze che danno diritto all’esenzione. In assenza di tale adempimento, la condizione di inagibilità non può essere fatta valere successivamente per contestare l’accertamento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’analisi approfondita della normativa nazionale ed europea. Sul tema della legittimazione dell’RTI, i giudici hanno evidenziato come il diritto dell’Unione Europea promuova forme di partecipazione aggregata agli appalti, consentendo a un operatore economico di avvalersi delle capacità di altri soggetti. La distinzione tra attività principali e secondarie è dunque coerente con questo impianto, che mira a favorire la concorrenza e l’efficienza. L’iscrizione all’albo è una garanzia legata alla specifica attività di accertamento e riscossione, e non a generiche attività di supporto. Per quanto concerne la decadenza, la Corte ha applicato rigorosamente i termini previsti dalla legge, differenziando la decorrenza in base all’anno di imposta e al momento in cui sarebbe dovuta essere presentata la denuncia. Infine, la decisione sull’inagibilità ribadisce il principio dell’onere della prova e della collaborazione a carico del contribuente, che deve attivarsi preventivamente per segnalare le condizioni che giustificano un’esenzione fiscale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione accoglie parzialmente il ricorso, annullando l’atto impositivo limitatamente all’annualità 2011 per intervenuta decadenza e confermandolo per il 2012. La sentenza stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica: negli affidamenti di servizi di accertamento e riscossione a RTI, il requisito dell’iscrizione all’albo ministeriale è necessario solo per le imprese che svolgono le attività principali e non per quelle con compiti di mero supporto. Questa decisione offre maggiore flessibilità agli enti locali e alle imprese nella strutturazione degli RTI, chiarendo al contempo gli oneri procedurali a carico dei contribuenti che intendono far valere cause di esenzione dal tributo.

In un RTI per la riscossione di tributi, tutte le imprese associate devono essere iscritte all’albo ministeriale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, in un raggruppamento temporaneo di imprese di tipo misto, l’iscrizione all’apposito albo è richiesta solo per le società che svolgono le attività principali di accertamento e riscossione, ma non per quelle che eseguono attività secondarie o di mero supporto.

Qual è il termine di decadenza per l’accertamento della TARSU in caso di omessa denuncia?
Il termine di decadenza è quinquennale, ma la sua decorrenza dipende dal momento in cui sorge l’obbligo di denuncia. La legge differenzia il caso in cui l’occupazione dell’immobile sia in corso fin dall’inizio del periodo d’imposta (il termine decorre dall’anno corrente) dal caso in cui inizi in un momento successivo (il termine decorre dal 20 gennaio dell’anno successivo).

È sufficiente una perizia tecnica per ottenere l’esenzione dalla TARSU per un immobile inagibile?
No. Per ottenere l’esenzione per inagibilità o inutilizzabilità, il contribuente ha l’onere di indicare tali circostanze in una denuncia originaria o di variazione presentata all’ente impositore, fornendo idonea documentazione. La sola produzione di una perizia in fase di giudizio, senza una preventiva denuncia, non è sufficiente a paralizzare la pretesa tributaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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