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Royalties valore doganale: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che le royalties pagate a un licenziante, anche se diverso dal venditore, devono essere incluse nel valore doganale delle merci importate se rappresentano una ‘condizione di vendita’ implicita. La sentenza analizza il caso di un importatore di abbigliamento di marca, chiarendo che il controllo esercitato dal titolare del marchio sulla produzione e commercializzazione è decisivo per determinare l’inclusione delle royalties valore doganale, anche secondo il nuovo Codice Doganale dell’Unione.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Royalties e Valore Doganale: Quando le Licenze Aumentano i Dazi

L’inclusione delle royalties valore doganale è una questione complessa che impatta direttamente sui costi di importazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi su quando i corrispettivi per l’uso di un marchio debbano essere aggiunti al valore delle merci, aumentando così i dazi dovuti. La decisione sottolinea l’importanza dell’assetto contrattuale complessivo e del controllo esercitato dal licenziante, anche in assenza di un legame diretto con il venditore.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso di un gruppo di società, tra cui un importatore di capi di abbigliamento e uno spedizioniere doganale, contro l’Agenzia delle Dogane. L’Agenzia aveva rettificato il valore dichiarato di diverse importazioni, includendo nel calcolo dei dazi le royalties che l’importatore versava al titolare di un noto marchio internazionale. Tale titolare era un soggetto giuridico distinto dal produttore/venditore extra-UE delle merci.

Le società ricorrenti sostenevano che le royalties non dovessero essere incluse, in quanto non costituivano una condizione per l’acquisto dei beni. La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, tuttavia, aveva dato ragione all’Agenzia, ritenendo che il pagamento delle royalties fosse una condizione implicita della vendita. Le società hanno quindi proposto ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Corte: Royalties Valore Doganale e la “Condizione di Vendita”

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione di merito e offrendo un’analisi approfondita del concetto di “condizione di vendita” ai sensi della normativa doganale europea. Il punto centrale della controversia era stabilire se l’importatore potesse acquistare le merci dal produttore senza contestualmente pagare le royalties al titolare del marchio.

Secondo i giudici, anche se il contratto di vendita e quello di licenza sono formalmente separati, essi sono inscindibilmente collegati. L’esame delle clausole contrattuali ha rivelato un potere di controllo pervasivo da parte del licenziante sull’intera filiera. Tale controllo si manifestava attraverso:

* Clausole risolutive espresse: Il contratto di licenza prevedeva la risoluzione immediata in caso di mancato pagamento delle royalties, con la conseguente perdita del diritto di commercializzare i prodotti.
* Controllo sulla produzione: Il licenziante esercitava un controllo non solo sulla qualità finale, ma anche sui requisiti tecnici e sul processo produttivo dei beni.
* Limitazioni all’uso di altri marchi: L’importatore non poteva apporre altri marchi sui prodotti senza l’autorizzazione scritta del licenziante.

Questi elementi, nel loro insieme, dimostrano che la vendita delle merci era di fatto subordinata al pagamento delle royalties. Senza tale pagamento, il licenziante avrebbe potuto bloccare la produzione e impedire la commercializzazione dei beni, rendendo l’acquisto privo di utilità economica per l’importatore.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione su diversi pilastri giuridici. In primo luogo, ha respinto l’eccezione di giudicato esterno sollevata dai ricorrenti, chiarendo che ogni operazione di importazione costituisce un’obbligazione doganale autonoma e, pertanto, precedenti sentenze su importazioni diverse non sono vincolanti.

Il fulcro della motivazione risiede nell’interpretazione del Codice Doganale dell’Unione (CDU). La nuova disciplina, rispetto alla precedente, ha attenuato la necessità di un legame formale tra il venditore delle merci e il licenziante che percepisce le royalties. Ciò che rileva è l’esistenza di un controllo, anche indiretto, che renda il pagamento delle royalties una condizione de facto per la vendita.

La nozione di controllo è intesa in senso ampio: è sufficiente un potere di orientamento che influenzi l’attività produttiva. La Corte ha affermato che il potere del titolare del marchio di garantire l’omogeneità e la qualità dei prodotti contrassegnati si traduce in un penetrante controllo sul licenziatario e, indirettamente, sui produttori.

L’analisi della Corte conclude che il pagamento delle royalties valore doganale deve essere considerato parte integrante del prezzo di transazione quando, dalla struttura complessiva dei rapporti commerciali, emerge che l’importatore non avrebbe potuto acquistare quei beni specifici, con quel marchio, senza adempiere all’obbligo di versare i corrispettivi di licenza.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento che privilegia la sostanza economica sulla forma giuridica dei contratti. Per gli operatori del settore, la lezione è chiara: nella determinazione del valore in dogana, non è sufficiente esaminare il solo contratto di compravendita. È necessario analizzare l’intero quadro delle relazioni commerciali, inclusi i contratti di licenza, per verificare se esista un collegamento funzionale che renda il pagamento delle royalties una condizione imprescindibile per l’importazione e la vendita dei beni. Il controllo del licenziante sulla filiera è l’indicatore chiave che attiva l’obbligo di includere le royalties nella base imponibile dei dazi.

Le royalties pagate a un soggetto terzo (diverso dal venditore) devono essere incluse nel valore doganale delle merci?
Sì, devono essere incluse se il loro pagamento costituisce una “condizione di vendita” delle merci. Secondo la Corte, questa condizione sussiste quando il licenziante (che riceve le royalties) esercita un controllo tale sul produttore o sull’acquirente da poter di fatto impedire l’importazione o la vendita delle merci in caso di mancato pagamento.

Cosa si intende per “condizione di vendita” ai fini dell’inclusione delle royalties nel valore doganale?
Si intende una situazione, anche implicita, in cui la vendita delle merci non avverrebbe se le royalties non fossero pagate. Non è necessario che sia una clausola esplicita nel contratto di compravendita; la condizione può essere desunta dall’assetto complessivo dei rapporti tra le parti, come la presenza di clausole risolutive nel contratto di licenza o un forte controllo del licenziante sulla produzione.

Una precedente sentenza favorevole su un caso simile di dazi e royalties impedisce alla Dogana di emettere nuovi accertamenti?
No. La Corte ha chiarito che il principio del “giudicato esterno” non si applica in questo contesto, poiché ogni singola operazione di importazione genera un’obbligazione doganale autonoma. Pertanto, una sentenza relativa a specifiche importazioni passate non vincola l’amministrazione finanziaria per operazioni future o diverse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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