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Royalties e Valore in Dogana: La Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha stabilito che le royalties pagate per l’uso di un marchio su merci importate devono essere incluse nel valore in dogana se il pagamento è una condizione, anche implicita, per la vendita. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva escluso tale obbligo, chiarendo che la motivazione dell’atto di accertamento è sufficiente se indica i fatti e allega i contratti, e che l’analisi delle clausole contrattuali, come quelle risolutive, è fondamentale per determinare l’imponibilità delle royalties.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Royalties e Valore in Dogana: La Cassazione detta le nuove regole

Con la recente sentenza n. 1770/2025, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sulla complessa questione delle Royalties e Valore in Dogana. La pronuncia stabilisce principi fondamentali per determinare quando i corrispettivi pagati per l’uso di un marchio debbano essere inclusi nella base imponibile per il calcolo dei dazi, alla luce del nuovo Codice Doganale Unionale. Questa decisione ha importanti implicazioni per tutte le aziende che importano merci prodotte su licenza.

Il Caso: Dazi e Royalties sull’Import di Beni di Lusso

Il caso trae origine da avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Dogane nei confronti di una società importatrice di occhiali e del suo rappresentante indiretto. L’Agenzia contestava la mancata inclusione, nel valore dichiarato in dogana, delle royalties pagate a diversi titolari di marchi internazionali per poter produrre e commercializzare i beni importati.

La Commissione Tributaria di secondo grado aveva dato ragione alle società, annullando gli accertamenti. I giudici di merito avevano ritenuto, da un lato, che gli atti fossero privi di adeguata motivazione per gran parte dei contratti di licenza e, dall’altro, che per l’unico contratto esaminato non sussistessero le condizioni, in particolare il “controllo” del licenziante sul produttore, per giustificare l’inclusione delle royalties nel valore doganale.

L’Agenzia delle Dogane ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando l’errata interpretazione delle norme doganali comunitarie.

La Decisione della Corte: Quando le Royalties rientrano nel Valore in Dogana

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi principali del ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo giudice. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi di fondamentale importanza.

Motivazione dell’Accertamento: Allegare i Contratti è Sufficiente

In primo luogo, la Corte ha stabilito che un avviso di accertamento doganale è sufficientemente motivato quando indica chiaramente la pretesa (l’inclusione delle royalties) e i fatti su cui si basa, allegando i relativi contratti di licenza. Non è richiesto, ai fini della validità dell’atto, che l’amministrazione finanziaria esponga una dettagliata analisi giuridica di ogni singola clausola contrattuale. Tale analisi, infatti, appartiene alla fase successiva del processo, dove le parti possono pienamente difendersi nel merito.

Royalties e Valore in Dogana: L’Importanza della “Condizione di Vendita”

Il cuore della sentenza riguarda l’interpretazione del Codice Doganale Unionale (Regolamento UE n. 952/2013) e del suo Regolamento di esecuzione. La Cassazione ha chiarito che, ai sensi della nuova normativa, per includere le royalties nel valore di transazione è sufficiente che il loro pagamento costituisca una “condizione della vendita delle merci importate”.

La Corte sottolinea come questa condizione non debba essere necessariamente esplicita. Può essere anche implicita e desumersi dal complessivo assetto contrattuale. In particolare, la possibilità per il licenziante di risolvere il contratto di licenza in caso di mancato pagamento delle royalties da parte del licenziatario (l’importatore) è un elemento chiave. Tale clausola, infatti, implica che l’importatore non potrebbe acquistare o vendere le merci senza aver pagato i corrispettivi per l’uso del marchio, rendendo di fatto il pagamento delle royalties una condizione imprescindibile della transazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un’attenta analisi dell’evoluzione della normativa doganale unionale. Mentre la precedente disciplina richiedeva un “collegamento” tra venditore e licenziante, il nuovo Codice Doganale Unionale ha ampliato le ipotesi di inclusione delle royalties. L’art. 136, par. 4, lett. c) del Regolamento di esecuzione 2015/2447 è chiaro nello stabilire che i diritti di licenza sono considerati pagati come condizione di vendita quando “le merci non possono essere vendute all’acquirente o da questo acquistate senza versamento dei corrispettivi o dei diritti di licenza a un licenziante”.

I giudici di legittimità hanno criticato la sentenza di merito per aver svalutato le clausole contrattuali evidenziate dall’Agenzia, liquidandole come “normali clausole commerciali”. Al contrario, secondo la Cassazione, queste clausole devono essere analizzate attentamente proprio per la loro rilevanza ai fini doganali. Una clausola risolutiva per mancato pagamento delle royalties non è un mero dettaglio civilistico, ma un indice fondamentale del fatto che senza quel pagamento, l’intera operazione di importazione e vendita non potrebbe avere luogo.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un punto di riferimento per gli operatori del settore. Le aziende che importano beni prodotti su licenza devono prestare massima attenzione alla struttura dei loro contratti. Non è più sufficiente verificare l’assenza di un legame formale tra il fornitore estero e il titolare del marchio. È necessario condurre un’analisi sostanziale per accertare se, di fatto, l’acquisto delle merci sia subordinato al pagamento delle royalties. La presenza di clausole che consentono al licenziante di bloccare la produzione o la vendita in caso di inadempimento del licenziatario è un forte indicatore che tali royalties dovranno essere incluse nel valore dichiarato in dogana, con conseguente aumento dei dazi e dell’IVA all’importazione.

Quando le royalties devono essere incluse nel valore doganale delle merci importate secondo la nuova normativa?
Secondo la nuova disciplina del Codice Doganale Unionale, le royalties devono essere incluse quando il loro pagamento è una condizione per la vendita delle merci. Questa condizione può essere esplicita o implicita, e si verifica quando le merci non possono essere acquistate o vendute dall’importatore senza che vengano versate le royalties al licenziante.

Per la validità di un avviso di accertamento doganale è necessario che l’Agenzia analizzi nel dettaglio tutte le clausole contrattuali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’atto è sufficientemente motivato se delimita l’ambito della pretesa e indica i fatti su cui si fonda, come l’esistenza di contratti di licenza che vengono allegati. L’analisi dettagliata delle clausole e la prova dei presupposti per l’imposizione sono questioni che attengono al merito del giudizio e non alla validità formale dell’atto.

Una clausola che prevede la risoluzione del contratto di licenza per mancato pagamento delle royalties è rilevante per il calcolo del valore in dogana?
Sì, è estremamente rilevante. Secondo la Corte, tale clausola è un elemento chiave che dimostra come il pagamento delle royalties sia una condizione implicita della vendita. Infatti, essa implica che l’inadempimento dell’obbligo di pagare le royalties impedirebbe all’importatore di continuare ad acquistare e vendere le merci, dimostrando il legame indissolubile tra la transazione e il pagamento dei diritti di licenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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