LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ritenuta esproprio: obbligo per l’ente pubblico

Un Comune ometteva di applicare la ritenuta del 20% su indennità di esproprio, basandosi sulla dichiarazione dei venditori di voler rivalutare i terreni, annullando così la plusvalenza. L’Ente Fiscale sanzionava il Comune. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di effettuare la ritenuta esproprio per l’ente pagatore è inderogabile e non discrezionale, a prescindere dalla situazione fiscale finale del percipiente. Di conseguenza, la sanzione per l’omessa ritenuta è stata ritenuta legittima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ritenuta Esproprio: Un Obbligo Inderogabile per gli Enti Pubblici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6425 del 2024, ha chiarito un punto fondamentale in materia fiscale: l’obbligo per un ente pubblico di operare la ritenuta esproprio sulle indennità corrisposte è assoluto e non discrezionale. Questa pronuncia sottolinea la netta distinzione tra i doveri del sostituto d’imposta e le opzioni fiscali del contribuente, stabilendo un principio di rigore a cui le amministrazioni devono attenersi.

I Fatti di Causa: Un’Omissione Costosa

Il caso trae origine da un controllo fiscale su un Comune che, nell’ambito di un piano di sviluppo, aveva acquisito dei terreni da privati. A fronte del pagamento di cospicue indennità di esproprio, l’ente locale non aveva applicato la ritenuta fiscale del 20%, prevista dalla legge. La giustificazione del Comune si basava sulla dichiarazione dei proprietari dei terreni, i quali avevano manifestato l’intenzione di avvalersi della normativa sulla rivalutazione dei beni, un’operazione che avrebbe azzerato l’eventuale plusvalenza tassabile. Di conseguenza, secondo la logica del Comune, non essendoci imposta da pagare, non era necessario effettuare la ritenuta.

L’Ente Fiscale, tuttavia, non ha condiviso questa interpretazione. Sostenendo che l’obbligo di applicare la ritenuta fosse inderogabile, ha irrogato al Comune una sanzione pari al 30% delle somme non versate. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione al Comune, annullando la sanzione sul presupposto che non si può essere sanzionati per un tributo non dovuto. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Ritenuta Esproprio

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei gradi precedenti, accogliendo il ricorso dell’Ente Fiscale. Il principio affermato è chiaro: l’obbligo di effettuare la ritenuta è svincolato dall’effettiva esistenza di un’imposta dovuta dal soggetto che percepisce la somma.

L’Obbligo Inderogabile del Sostituto d’Imposta

La normativa di riferimento (art. 11, comma 7, della Legge 413/1991) impone agli enti eroganti di operare una ritenuta del 20% all’atto della corresponsione delle indennità. La Corte ha specificato che questa disposizione configura un obbligo per l’ente, che agisce in qualità di sostituto d’imposta, senza alcun margine di discrezionalità. L’ente non ha il potere di valutare nel merito la futura situazione fiscale del percipiente o di accettare sue dichiarazioni che prefigurino l’assenza di un debito d’imposta. Il suo unico dovere è trattenere la somma e versarla all’Erario.

La Facoltà del Contribuente

Parallelamente all’obbligo dell’ente, la legge riconosce una facoltà al contribuente che riceve l’indennità. Quest’ultimo può scegliere tra due regimi di imposizione:
1. Tassazione definitiva: Considerare la ritenuta subita come imposta definitiva, senza dover dichiarare ulteriormente la somma.
2. Tassazione ordinaria: Optare, in sede di dichiarazione dei redditi, per la tassazione ordinaria. In questo caso, la ritenuta si considera un acconto sull’imposta totale dovuta e può essere scomputata. Se, a seguito dei calcoli, l’imposta non fosse dovuta, il contribuente ha il diritto di chiedere il rimborso della ritenuta subita.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la funzione della ritenuta alla fonte è quella di semplificare la riscossione e garantire un’entrata immediata per lo Stato. Ammettere una discrezionalità in capo al sostituto d’imposta minerebbe alla base questo meccanismo. L’obbligo di versamento per il Comune esiste indipendentemente dal realizzarsi, in concreto, di una plusvalenza tassabile in capo al sostituito. L’effettiva esistenza di un’imposta dovuta, infatti, può essere accertata solo in un momento successivo, attraverso il controllo sulla correttezza della rivalutazione operata dal contribuente. Pertanto, l’omissione della ritenuta da parte del Comune integra una violazione di un preciso dovere di legge, rendendo pienamente legittima la sanzione irrogata dall’Ente Fiscale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un importante principio di responsabilità per tutti gli enti che agiscono come sostituti d’imposta. L’insegnamento è netto: gli obblighi di ritenuta e versamento devono essere adempiuti alla lettera, senza interpretazioni discrezionali basate sulle future scelte fiscali del contribuente. Per gli enti pubblici, ciò significa implementare procedure rigorose per garantire l’applicazione della ritenuta esproprio ogni volta che viene corrisposta un’indennità, per non incorrere in pesanti sanzioni. Per i cittadini, rimane garantita la possibilità di recuperare le somme trattenute qualora l’imposta non fosse dovuta, ma solo attraverso gli strumenti previsti dalla normativa fiscale, come la dichiarazione dei redditi o l’istanza di rimborso.

L’ente che paga un’indennità di esproprio è sempre obbligato ad applicare la ritenuta del 20%?
Sì, la Corte ha stabilito che l’applicazione della ritenuta è un obbligo inderogabile e non discrezionale per l’ente pagatore, che agisce come sostituto d’imposta, indipendentemente dalla situazione fiscale finale del soggetto che riceve l’indennità.

La dichiarazione del venditore di non avere una plusvalenza esonera l’ente pubblico dall’effettuare la ritenuta esproprio?
No, la dichiarazione del percipiente o la sua intenzione di avvalersi di normative agevolative (come la rivalutazione dei terreni) non esonera in alcun modo l’ente dal suo obbligo legale di operare la ritenuta alla fonte.

Cosa può fare il cittadino che subisce una ritenuta su un’indennità di esproprio se ritiene che l’imposta non sia dovuta?
Il cittadino ha due possibilità: può optare in dichiarazione dei redditi per la tassazione ordinaria, scomputando la ritenuta come acconto, oppure può presentare un’istanza di rimborso all’Ufficio Finanziario competente se ritiene di aver subito erroneamente la ritenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati